Oggi, i due quotidiani sardi dicono una cosa che è evidente da una settimana, ma che loro non riescono a affermare.
L’Unione Sarda, con un lunghissimo articolo del suo editore e una pagina del fantomatico Comitato Scientifico dell’Insularità (mi pare che la follia sarda dei doppi-tripli cognomi, come patente di lombo nobile, si stia diffondendo alle intitolazioni dei gruppi politici) e La Nuova Sardegna, con un’intervista al costituzionalista Chessa (in modo da far dire a suocera ciò che nuora – cioè il giornale – non può affermare direttamente) sostengono, senza sostenerlo per prudenziale accucciamento nei confronti di my Shallow), che il Disegno di Legge varato dalla Giunta Regionale per bloccare l’eolico in Sardegna è una solennissima boiata.
L’unico dubbio residuo è se sia stato scritto in modo così bislacco per insufficienza di intelletto e cultura o per intesa col nemico. Non lo sapremo mai.
Nella posizione dell’Unione, poi, vanno distinti due livelli: quello dell’editore, che sostanzialmente chiama i sardi a ribellarsi, e ci sta, e quello del Comitatone Salottone Insularitone, nel quale l’unica voce priva di retorica e di interesse è quella dell’ex assessore Gianvalerio Sanna che dice una cosa semplice: blocchiamo tutto per sei mesi durante i quali facciamo il PPR delle zone interne.
Piaccia o non piaccia è un’idea.
Tuttavia, tutti sappiamo che fare il PPR delle zone interne comporta comporre molti interessi legittimi, pubblici e privati e che toccare le campagne sarde con una fregola da vincolo urgente, col buon proposito di bloccare gli speculatori, può portare i pastori, gli agricoltori e gli operatori turistici, nonché il popolo dei contadini hobbisti a reagire ognuno secondo natura e cultura. Fare un PPR con l’urgenza del blocco di alcuni interessi è pericoloso per gli altri interessi in campo. Si rischia di ibernare la Sardegna per il buon proposito di volerla salvare. In più, il PPR non norma il mare e molte richieste sono per gli impianti off shore, di cui nessuno parla.
Forse, se i Sardi avessero eletto alla funzione di governo persone minimamente competenti, la prima cosa che questi avrebbero potuto fare sarebbe stata l’istituzione di un’Unità di progetto per la perimetrazione urgente delle aree destinabili agli impianti di rinnovabili non per autoconsumo, atto proprio della Regione, incontestabile e facile da realizzarsi.
Pigliaru ha sconfitto la peste suina con una Unità di Progetto e con gli abbattimenti. Poche chiacchiere e tanti fatti semplici e chiari.
Forse, con tutto il sapere accumulato nell’assessorato all’Urbanistica, non sarebbe difficile arrivare a una prima perimetrazione, in modo da poter poi, a ragion veduta, coordinare tutti gli altri tasselli di questa complicata vicenda. Forse l’aborrito Soru (in Sardegna, più si diventa più buoni, più si viene odiati) non ha poi tutti i torti a richiedere che le azioni da mettere in campo siano plurime e coordinate, cioè a dire che non esiste un interruttore con cui si accende o si spegne l’eolico.
Il problema è che la classe dirigente sarda ha carenze affettive e ogni volta che esiste un problema, non lavora a risolverlo, ma a essere riconosciuta come colei che lo ha risolto in modo da essere acclamata e vedere soddisfatto il proprio bisogno di essere amata.
Bisogna insegnare a tutti questi un rimedio semplice: per stare in pace con se stessi, non bisogna esigere di essere amati, acclamati, riveriti e quant’altro, perché dietro tutto questo c’è solo il vecchissimo demone del piacere del dominio che, un attimo prima di essere calati nella tomba (o nel forno) se la squaglia sempre, lasciando un vuoto ormai incolmabile.
Bisogna invece amare, perdonare e perdonarsi, avere compassione (bellissimo sentimento), aspettare, nascondersi e non esibirsi. Si vive meglio.
. Pale eoliche (ironie, ma non troppo
Il governo central stia bene attento
Che noi Sardi non siamo Don Chisciotte
Ad infilarci quei “mulini a vento”
Che con i nostri paesaggi fanno a botte !
vogliono piazzarne tanti,a cento a cento,
Ma i comuni son pronti a fare le lotte..
Su tal problema la Regione accento
Ha posto,per non fare”del giorno notte
E c’è da dire con quanta arroganza
Di noi decidono…..No ,da noi in Sardegna
Non ci son Don Chisciotte e Sancio Panza !
Ma la storia purtroppo c’è l’insegna:
Sardegna, già colunia…. c’è e ne avanza!
Ciascun Sardo in tal lotta c’è e s’impegna.
Il PPR è un’ottima norma. Sapete perché quasi tutti gli amministratori locali la vedono come il fumo negli occhi? Perché nel frattempo che si adegua il Piano Urbanistico al PPR entrano in vigore le “norme di salvaguardia”, un insieme di regole di stampo dirigista che attribuiscono alla Giunta Regionale (o a qualche ufficio) la discrezionalità assoluta sulle proposte dei Comuni. Ma allora basta adeguare il PUC al PPR e il gioco è fatto! Si, ma dal 2006 il PUC adeguati in Sardegna sono circa il 10% del totale. Farlo è una missione quasi impossibile, con costi enormi (per le parcelle) a carico dei bilanci e anni persi dietro uffici regionali che hanno paura di prendere qualsiasi decisione.
Ecco professore, prima di estendere il PPR alle zone interne bisognerebbe mettere mano alle norme transitorie e all’iter di approvazione dei PUC, e poi si lavorerebbe con più serenità
@ Salvatore Vede, vigliaccone anonimo, con lei riesco a non usare l’ironia, sono diretto. L’ironia è una forma di distanziamento che a Lei evidentemente è inibita. Epitetare un potente è desacralizzare il potere. Io insegno filologia e non ho mai fatto entrare la politica nelle mie lezioni. Non registro emorragie di studenti, ma li ascolto e mi correggo per cercare di essere più efficace. Venga a lezione, magari si ricrederà. Oppure può chiere ai grillini di farmi linciare o licenziare, i loro metodi sono questi.
Certo che il PPR delle zone interne l’avrebbe potuto redare la giunta del Prof. Speed Pigliaru: è avvilente leggerla, soprattutto quando chiama in causa una Presidente di Regione con epiteti strampalati (Mrs. Shallow), degni di un bimbo minchia sui social.
Cosa insegna ai suoi corsisti, che sempre più in massa cercano altri lidi, vista la decadente offerta formativa?
The times di Sassari e il Time di Cagliari non sono riuscita a pronunciare la mitica affermazione fantozzi:ana:- la corazzata Potemkin è una grande , incommensurabile cazzata. È questo il senso del pezzo? Prof, mi scusi per il lungo giro di parole!
Apprezzo molto i contenuti dell’articolo perché i proclami e le notizie di stampa degli ultimi giorni contribuiscono ad ingannare i sardi.
Ritengo, tuttavia, che il PPR delle zone interne richiederebbe anni per essere elaborato e varato con contenuti che non costituiscano una sorta di “bomba a grappolo” sulla popolazione e sui territori.
Il PPR delle zone costiere ha prodotto pochi effetti virtuosi e molti danni collaterali, sopratutto nei confronti dei piccoli proprietari ed imprenditori agricoli. oltre 17 anni di “regime transitorio” ne sono un segnale inequivocabile .
Vanno bloccati. Mentre si elabora qualcosa di organico bisogna attaccare i singoli progetti. Incalzare (ed aiutare) le autorità di tutela del paesaggio, perché in Sardegna ci sono pochi metri senza un nuraghe o un monumento.
Che dicano, che lo scrivano, se hanno coraggio, che una condotta elettrica può passare sopra un nuraghe o una fonte sacra.
Detto questo, senza un’azione politica seria e nazionale sarda (le opposizioni, omologhe al Governo italiano devono collaborare) saremo rovinati da pale e campi di pannelli
Su sensu, bisóngiu e dovere, libbertade e responsabbilidade personale e colletiva de sa política dh’at definiu su Paba Santu Paolo VI e is úrtimos duos perìodos de cust’artìculu de Pàulu Maninchedda dhu narant cun àteras pàràulas.
E sigomente s’umanidade, ne totu e ne in parte, no est unu casidhu de abe, giai est difìcile meda ma ateretanti possìbbile e probbàbbile e cantu necessària cussa de polìtica/amministratzione!!
Totu s’àteru est solu totu gherra, e no ‘casinu’ de gherra, ma masellu, disastros, distrutzione e morte, interraos in… is tumbinos, o abbruxaos in su forru o interraos a ruspa o fintzes solu fuliaos po is animales.
In su chi faeus noso, isceberaus su méngius ca andhat bene.