La sentenza del TAR Sardegna, che accoglie il ricorso della Erg Wind Energy S.r.l. per la realizzazione delle opere di repowering del Parco eolico Nulvi Ploaghe composto da 27 aerogeneratori vista Saccargia, tra le molte riflessioni che impone, soprattutto sulla iniquità di alcune norme nazionali che autorizzano ad espropriare terreni a fini speculativi, non è ultima quella sulla difficoltà e fatica a governare la cosa pubblica che continua a rivelare la Giunta dei puffi della presidente Todde (My dearest).
Il TAR, chiamato a pronunciarsi sulla sospensiva, richiesta dalla Erg Wind Energy, di un provvedimento di diniego dell’autorizzazione unica assunto dall’Assessorato Industria il 27 settembre 2024 (tenete a mente le date), ha invece emesso una sentenza subito nel merito.
Nella sua semplicità è un atto tanto dovuto da parte del TAR quanto drammatico, perché certifica il pericoloso deficit di capacità di governo che si è verificato nel passaggio di consegne da una Giunta a un’altra, vissuto dai Cinquetasche all’insegna dell’euforia vendicativa, che forse ha soddisfatto i fegati e le cistifellee dei lividi e dei livori vincenti, ma che, purtroppo, ha anche spianato, per l’incompetenza e la distrazione con cui è stato vissuto, la strada a interventi impattanti non solo sotto l’aspetto paesaggistico, ma anche morale, cioè del prestigio della Regione e della dignità dei Sardi. Andiamo ai fatti.
Succede, come si legge nella sentenza, che i signori di Erg Wind Energy in data 15 aprile presentano una istanza con cui chiedono all’Assessorato Industria di rilasciare l’autorizzazione unica per realizzare il loro impattante campo eolico in quel di Saccargia.
Questa richiesta viene avanzata, nonostante la società non abbia la disponibilità dei terreni su cui realizzare l’intervento, ma confidando sulla norma nazionale, ex art. 12 del D. Lgs. n. 387/2003, che consente di richiedere, in sede di presentazione della domanda, la dichiarazione di pubblica utilità e l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio per le aree interessate dalla realizzazione dell’impianto e delle opere connesse!
Lo chiamano esproprio per pubblica utilità, ma in questo contesto (produco energia elettrica sfruttando il vento di tutti, su terreni di altri, per fare soldi per me) assomiglia molto ad una bardana in piena regola, una bardana di Stato. In Sardegna quasi nessuno fa storie se un pezzo di terreno viene espropriato per il passaggio di una condotta o di una strada, e ciò accade perché la pubblica utilità è evidente. Ma se l’esproprio avviene per un’attività speculativa che viene riconosciuta dallo Stato lobbista come di pubblica utilità, le cose si mettono molto, ma molto male. Aspettiamoci reazioni sbagliate, ma generate da una norma sommamente ingiusta.
Continuiamo. Il problema è che, a questa richiesta piuttosto “urticante” presentata, come detto, il 15 aprile 2024, nessuno risponde, almeno sino al 24 settembre 2024, quando, in modo palesemente superficiale, le si oppone un diniego debolissimo dal punto di vista giuridico. Sostanzialmente, nel provvedimento di diniego, l’Assessorato Industria sostiene che, non avendo la Soc. Erg Wind il possesso dei terreni su cui realizzare l’opera non può ottenere l’autorizzazione unica e poi ricorda che, il 4 luglio 2024 è entrata in vigore la L.R. n.5/2024, così detta, “legge moratoria” che non consente la realizzazione di nuovi impianti prima che vengano individuate le aree idonee.
Purtroppo, il provvedimento è tardivo e infondato giuridicamente.
Riportiamo l’estratto della sentenza del TAR:
Il ricorso della Soc. Erg Wind Energy è fondato nei limiti che saranno ora esposti.
Procedendo con l’esame congiunto di tutti i motivi di impugnazione, il Collegio condivide la tesi esposta dalla ricorrente per la quale deve ritenersi tacitamente formato, nel caso concreto, il titolo autorizzativo per la realizzazione delle opere di repowering del parco eolico, descritto nel ricorso, a seguito del decorso del termine di 60 giorni previsto dal d.l. n. 50/2022 dalla presentazione dell’istanza. 2.1. Sul punto, l’Amministrazione ha opposto la mancata dimostrazione della disponibilità delle aree da parte della ricorrente, evidenziando come non si possa ritenere conclusa tacitamente anche la procedura espropriativa.
Tale affermazione, tuttavia, non è coerente con il dato normativo, dato che l’art. 12, comma 4 bis del d.lgs. n. 387/2003, come evidenziato dalla ricorrente, prevede che per gli impianti diversi da quelli indicati nel primo alinea (tra i quali non rientrano i parchi eolici) “[…]in sede di presentazione della domanda di autorizzazione di cui al comma 3, si può richiedere la dichiarazione di pubblica utilità e l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio delle aree interessate dalla realizzazione dell’impianto e delle opere connesse”.
Tale previsione, applicabile al progetto di repowering del parco eolico della ricorrente, è stata pacificamente rispettata da quest’ultima. Ne consegue che l’Amministrazione non avrebbe potuto opporre la mancata disponibilità delle aree quale condizione ostativa al riconoscimento dell’avvenuta formazione tacita del titolo autorizzativo, dato che la loro effettiva disponibilità dipenderà dallo svolgimento delle procedure espropriative a valle dell’avvenuta conclusione del procedimento autorizzativo.
Nel caso di specie, pertanto, deve ritenersi che il titolo autorizzativo della ricorrente si sia formato tacitamente in data 14 giugno 2024, ossia decorsi 60 giorni dalla riattivazione della procedura datata 15 aprile 2024, non sussistendo la ragione ostativa evidenziata dall’Amministrazione.
2.2. Né la formazione tacita del titolo può essere impedita, come ritenuto dall’Amministrazione, dalla moratoria disposta dalla legge regionale n. 5/2024, considerato che la stessa è entrata in vigore il 4 luglio 2024, ossia in data ampiamente successiva alla formazione del titolo della ricorrente e sul quale non ha potuto produrre alcun effetto preclusivo.
Una volta tanto, una sentenza molto chiara che, a nostro avviso, difficilmente potrà essere appellata con successo. Saccargia si farà perché la Regione ha fatto scadere i termini. Punto.
Unica nota positiva, con buona pace dell’opposizione a gettone fulminata sulla via di Pratobello (dopo anni di allegre autorizzazioni concesse dalla Giunta di centrodestra a trazione sardo-leghista) ma attivissima sul piano dei contributi a pioggia ad amici e associazioni, la legge moratoria (la n.5/2024) non è stata messa in discussione, semplicemente non è stata presa in considerazione perché successiva alla scadenza dei termini. La lotta per decidere che cosa sia meglio se la legge sulle Aree idonee (ormai fallita) o la legge Pratobello (neanche discussa) è ancora aperta.
Quello che ci sembra importante evidenziare è che, quando ci sono grandi interessi economici in gioco, le cose non capitano per caso, e perciò abbiamo la ragionevole certezza che la data di presentazione di questa istanza (giusto sei giorni dopo la nomina del 9 aprile della Giunta regionale e dell’Assessore dell’Industria) non sia casuale, ma molto meditata. Come si suol dire, hanno preso l’Amministrazione regionale “con i pantaloni in mano”, confidando proprio sul fatto che l’ebbrezza del successo e la lunga mediazione sulla spartizione delle poltrone e degli strapuntini, avrebbe fatto abbassare la guardia e trascurare il delicato passaggio di consegne. In sostanza, il fallimento è di tipo amministrativo (perché il dirigente del Servizio competente doveva avvertire l’Amministrazione, e se non lo ha fatto lui, doveva farlo il Direttore generale, ma è anche di tipo politico, perché chi capisce di cose di governo sa bene che la prima cosa da fare appena ci si insedia è assumere informazioni sullo stato delle cose, sulle pratiche in scadenza e, in particolare, su quelle di rilevante impatto.
Ma se faccio memoria della pioggia di manifestazioni cui i neo-assessori hanno partecipato nei primi mesi della Giunta Todde, anziché stare in ufficio a capire dove erano messi, comprendo bene che la responsabilità morale di questa beffa è in capo proprio alla vanità da parvenu in gambali che mi sembra abbia caratterizzato e caratterizzi la compagine di governo sarda. Giulivi allo sbaraglio.