Continuo a pensare che non si possa fare bene politica senza grandi idee e senza un profondo senso dello Stato (il nostro, quello sardo). Anzi penso che alcune grandi occasioni sprecate debbano il loro fallimento alla mancanza di entrambe le cose o di almeno una delle due.
Oggi la canzone di maggior successo in Sardegna è La classe degli asini e dunque sia le une (le idee) che l’altro (il senso della Nazione e dello Stato) sono uscite dal curriculum formativo di chi amministra e governa.
Solo così si spiega la grandissima brutta figura che le istituzioni sarde hanno fatto in questi giorni di fronte alle istituzioni europee, una figura così miserevole che ne proviamo vergogna tutti, anche quelli che non ne hanno alcuna colpa.
È diventato di dominio pubblico ciò che noi avevamo annunciato nei mesi scorsi: il fallimento del percorso che doveva portare alla trasformazione di Argea in Organismo Pagatore Regionale.
La notizia è uscita quando è stata caricata in bozza la relativa delibera della Giunta.
Dopo le pubbliche manifestazioni di delusione e censura, che cosa accade?
Accade che l’Assessore dell’agricoltura ha scritto, con lettera del 15.06.2020 Prot. 2102/Gab al dottor Felice Assenza, Direttore Generale delle Politiche Internazionali dell’Unione Europea presso il Ministero delle Politiche agricole della Repubblica Italiana.
La cosa triste è già nell’indirizzo: l’assessore scrive anche per conoscenza al proprio Presidente, Christian Solinas, (cioè a colui in virtù del quale lei è assessore) nonché al Commissario di Argea, dottoressa Patrizia Mattioni, (cioè a una dirigente sottoposta al suo controllo), cioè scrive per conoscenza al suo superiore (con il quale avrebbe dovuto concordare la lettera) e al suo sottoposto (che può convocare quando vuole) e lo fa di fronte a un Pontefice Romano Ministeriale, che gode come un riccio ai soli prodromi di questa faida sarda annunciata già in epigrafe.
Che cosa dice l’Assessore? Smentisce categoricamente il Commissario Argea: «Sennonché, le informazioni del Commissario Straordinario, relative al personale che sarebbe impiegato per lo svolgimento delle funzioni di organismo pagatore, non appaiono esatte, e sono sospettabili, tra l’altro, di compromettere l’assegnazione in favore della Regione e di Argea, del compito suindicato. Contrariamente a quanto affermato dal Commissario, infatti, risulta che il personale stabilmente in servizio in Argea non è pari a 143,68 unità, ma a 437 unità, di cui 427 dipendenti e 10 dirigenti, come da relazione accompagnatoria al POA 2020».
Che pena.
Se l’assessore aveva individuato un errore così clamoroso del Commissario poteva o indurlo a rettificare le carte trasmesse o chiedergli le dimissioni. Invece ha deciso di smentirlo di fronte al Direttore Generale del Ministero.
Ma quale logica può guidare queste imbarazzanti esibizioni di fratricida impudenza?
Non ho risposte. Penso sia una questione di educazione, di cultura, di incapacità di capire che si rappresenta più di se stessi e che se ci si scanna di fronte a un’autorità esterna si procura un danno incalcolabile al vantaggio di tutti. Ecco, forse è proprio il primitivo istinto di sopraffazione che impedisce di vedere la vergogna di cui ci si copre. Continuo a ritenere che Basaglia non avesse previsto conseguenze così gravi.
C’è un aspetto che una persona molto attenta mi ha fatto notare. La nota dell’ Assessore rispetto alla richiesta di riconoscimento non ha alcun valore. Infatti l’assessore in quanto politico non può eseguire atti amministrativi che spettano in questo caso alla D.ssa Mattioni in qualità di Commissario dell’ Agenzia.
Pertanto se questa Giunta vuole vedere la nascita dell’ Argea OP, non deve scrivere lettere al Ministero smentendo il proprio Commissario ma deve analizzare bene il progetto, capire in primo luogo se é funzionale cosi come è strutturato, quanto è costato fin ora e sopratutto quanto costerà a regime. Fatto questo bisognera capire se cosi come è stato pensato sarà realmente in grado di svolgere le funzione per la quale é stato voluto dell’ intera classe politica: ovvero garantire tempi rapidi e certi nei pagamenti Pac e sopratutto Psr.
Non so in quanti si siano posti una banale domanda, ma se la piattaforma informatica è la stessa di quella attuale e questa sarà sempre gestita da SIN, per quale ragione dovrebbe migliorare l’efficienza dei pagamenti? Forse qualcosa si può fare ma bisogna che chi di dovere abbia le idee chiare, altrimenti si rischia di buttare soldi mantenendo le inefficienze e i problemi attuali per scaricarli poi ingiustamente sui funzionari di Argea. Le cose sono semplici ma bisogna conoscere.
In tutto questo mai si parla di sardegnA.it. Sempre le stesse persone. Perché? Più brave di altre? Molto lecito dubitare
C’è qualcosa che non va. L’argea è l’unico organismo che governa il mondo agricolo? Quali altri commissioni esistono? Quale intreccio di interessi? Quanti soldi pubblici, cioè miei e tuoi, vengono sperperati per arricchire aziende fantasma con terreni abbandonati? Perché dovremo aiutare così il malaffare?