di Paolo Maninchedda
Il Governo si appresta a modificare il Decreto Legislativo 163/2006, il famoso codice degli appalti. Dalla sua entrata in vigore sono passati 8 anni e i Governi italiani lo hanno cambiato già 200 volte! Questa instabilità incide o non incide sulla rapidità e l’efficienza degli appalti? Io credo di sì. Il Sole 24 ore oggi fa la cronistoria delle modifiche apportate dai diversi governi, che vi risparmio. Ma il fatto che nello Sblocca Italia vi saranno ulteriori modifiche, determinerà un ritardo nella presentazione della nostra leggina di recepimento del complesso delle normative in materia di appalti pubblici, leggina che avevamo preso l’impegno di varare al più presto.
Nel frattempo l’on. Pili denuncia infiltrazioni mafiose negli appalti della Sassari-Olbia. Chiederò una puntuale verifica dello stato delle cose, anche perché altre fonti giornalistiche mi segnalano l’avvenuta penetrazione del mercato degli appalti pubblici sardo, specie in Gallura, da parte di aziende acclaratamente mafiose. Verificherò e, a seconda dell’esito, riferirò in Giunta e, se richiesto, in Consiglio.
All’Assessore ai LL.PP del Comune di Olbia non rispondo più, perché evidentemente leggiamo atti pubblici diversi. Saranno i fatti, passati, presenti e futuri, a parlare.
Comments on “Ennesima revisione sulla legge per gli appalti. Una postilla sulle infiltrazioni mafiose”
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È auspicabile che si riesca a lavorare in modo programmatico, e non demagogico-dogmatico. La torta è talmente grande che già dal periodo CasMez erano state segnalate infiltrazioni – a tutti i livelli – della malavita organizzata. Molte figure di spicco hanno visto attentare alla propria invulnerabilità durante tangentopoli, per poi riprendere vigore con slancio fino ad oggi. Fatto è che nel vuoto assoluto di potere sul territorio, sono le organizzazioni perfettamente strutturate a reggere l’impatto della crisi. Ne consegue un costo enorme per il mantenimento di alcuni sistemi elefantiaci autoreferenziali e monopolistici che dettano legge su molta della tariffazione al dettaglio.
Per noi sardi ha molta importanza eccome che le opere si realizzino in tempi certi, con una semplificazione normativa che comunque mantenga trasparenti i requisiti di legalità che gli operatori economici pubblici e privati debbono possedere. E’ certo che l’eccessiva semplificazione delle norme rischia di confondere concessioni con appalti di servizio e resta aperto il problema di come favorire in Sardegna la partecipazione delle PMI “poco garantite” agli appalti pubblici di caratura europea. La regione deve favorire la costituzione di rti interne per non far sfuggire troppo i capitali fuori dall’Isola. Non si capisce se la Sardegna sia stata “sentita”e in quali termini dal Governo in relazione alla revisione del codice, che produrrà effetti e risvolti pratici, positivi e/o negativi sulla scrittura/riscrittura di bandi per le opere pubbliche e servizi d’interesse generale, che andranno scritti in evidente fretta di agire per non scongiurare il disimpegno dei fondi europei. Nello spirito delle direttive europee senz’altro procedure più snelle, affidamenti certi e dotati di continuità tra un governo e l’altro, massima tracciabilità dei flussi finanziari e possibilità di risoluzione più celere dei conflitti per via anche stragiudiziale. Occhio ai nidi di corruzione, visto l’obbligo/non obbligo di denuncia di requisiti all’occorrenza ritenuti indispensabili o non esattamente essenziali , talvolta regolarizzabili… e alla possibile lievitazione dei costi per la moltiplicazione dei subappalti e inesorabilmente a cascata, dei contenziosi.
http://www.codiceappalti.it/testi_previgenti/CodiceAppalti.it_Ultimo_aggiornamento.pdf
buona lettura!