Serve ricordare alcune circostanze, prima di raccontare una storia che non ha niente di incredibile, visto che in Sardegna da sempre è sconosciuta la politica della tutela dei diritti generali, a favore della politica dell’acquiescenza all’ingiustizia più conclamata attuata da apaprati dello Stato, da aziende di Stato e da uomini di Stato.
Le centrali di produzione di energia elettrica in Sardegna sono di proprietà di Enel (Portovesme), Saras-Sarlux (Macchiareddu) e Ep (Fiumesanto-Porto Torres). Le centrali di Portovesme e Porto Torres vanno a carbone, quella di Macchiareddu va a TAR, cioè brucia prodotti pesanti derivati dalla raffinazione del petrolio.
Queste centrali, col destino segnato fino all’inizio dell’anno, perché destinate alla chiusura in ragione delle politiche ambientali europee di riduzione delle emissioni da combustibili fossili, vivono in questi mesi, e ragionevolmente per qualche anno a venire, una seconda primavera.
L’Arera (Autorità di Regolazione per Energia e Reti), un’articolazione dello Stato, per compensare il mancato arrivo del gas russo, ha concesso a tutte le centrali sarde un regime, molto simile alla vecchia essenzialità, per il quale paga loro tutti i costi di produzione (ovviamento distribuendone il costo sulel bollette degli utenti italiani), garantendo col prezzo pattuito ampi margini di equlibrio economico finanziario.
Quindi è da tenere a mente che le centrali sarde producono energia a costo zero.
Andiamo adesso a vedere se questo indubbio vantaggio per le centrali della Sardegna e per l’Italia, che si trova energia in rete prodotta non dal gas e non al costo del gas, produce anche un vantaggio per il consumatore finale sardo, che concorre con le sue bollette ad azzerare i costi di produzione delle centrali elettriche sarde e in più patisce il costo ambientale delle loro emissioni.
Teniamo infine a mente che il mercato elettrico, dove si compra e si vende energia, è diviso in zone. La Sardegna è una zona a sé stante.
In questi giorni di crisi energetica accade, dunque, un fatto apparentemente inspiegabile ovvero che la Sardegna è l unica regione italiana in cui vi sono prezzi del mercato elettrico pari a zero… si veda per esempio i prezzi di domenica 1 ottobre in italia di circa 250 Eur/MWh (https://www.mercatoelettrico.org/It/Esiti/MGP/EsitiMGP.aspx)
Paragonati ai prezzi nello stesso giorno in Sardegna dove il prezzo è stato pari a zero per quasi tutta la giornata.
E dunque il Sardegna si vende l’energia elettrica prodotta nell’isola a costo zero e gli utenti, cioè noi, cioè i sardi, la pagano a prezzo pieno italiano e si tengono le emissioni derivate dalla produzione dell’energia con carbone e derivati dal petrolio.
Perché accade tutto questo? Perché essere parlamentari sardi o sottosegretari o ministri della Repubblica italiana non ha mai significato interpretare un interesse nazionale sardo, non ha mai significato saper riconoscere che ci sono interessi confliggenti che vanno regolati. Invece ha sempre significato (come non ricordare la visita del Governo Conte sul Tyrrhenian link, con tanti , ma tanti salamelecchi a Enel che, lo si ricordi, è a tutti gli effetti solo una società privata?) omaggiare acriticamente gli apparati dello Stato e le grandi aziende ex di Stato, capaci di soddisfare quel maledetto complesso di inferiorità di tanti di noi sardi che se si vedono a loro volta omaggiati, si sentono integrati e soddisfatti. È questo nanismo, è questo io-ismo che ci massacra, anche in bolletta.
Aspettando Godot Ghiani
G. G. oggi non verrà, ma verrà domani.
Però, poiché egregio avrà constatato che questo è più un pensatoio che un social, avrà sicuramente realizzato che coloro i quali si cimentano a tradurre i propri pensieri per iscritto nelle severe grinfie del professore Maninchedda (peraltro anche filologo) cercano di esprimersi in termini compiuti piuttosto che per brevi slogan.
Perciò suvvia, non si faccia pregare, torni sul palco e ci spieghi.
Grazie
S. B.
Grazie signor Ghiani per i chiarimenti che vorrà fornirci e mettere a nudo le “fandonie?”, però la invito a stare attento alla sindrome di “Noccolai” che anziché respingere faceva autogol, e sopratutto a non raccontarle Lei.
Aspettiamo i chiarimenti del signor Ghiani
Con quale coraggio il Ceo di Enel Starace dice, che loro non stanno facendo extra-profitti!
Qui si aspetta, al riparo di un albero scheletrico, una soluzione europea che se arriverà (e ne dubito visto che hanno l’impudicizia per garantire i profitti al narcostato/paradiso fiscale dei Paesi Bassi di lasciare scorrazzare Gasprom come cazzo vuole nel mercato dei TTf ) sarà troppo poco e troppo tardi.
Personalmente non vedo altro modo, per tentare di arginare lo sfracello, se non quello di “semplificare” la catena di comando con la nazionalizzazione di tutto il sistema energetico Italiano.
Vedrete che l’inverno più costoso di sempre porterà ad una marea di fallimenti sia nelle piccole e medie imprese ma anche di utility (…si dice che almeno 70 non arrivino alla primavera).
L’ incubo che interi quartieri popolari delle grandi città del nord restino al freddo – con problemi di malattie, morti o chissà quale sciagura- sarà una realtà.
Per questioni di tenuta sociale, salute pubblica e altro (questo altro si chiama debito pubblico e possibile crollo dell’intera Unione Europea)
le cose sembrano (almeno a me) indirizzarsi verso la seconda nazionalizzazione del settore energia.
Cominci pure, signor Ghiani.
Sono sempre più indipendentista.
Ricordo quante “lezioni ” in merito di energia ci hai tenuto davanti a pubblico che sembrava interessato, invece lo sembrava e basta.
Ciao Paolo.
Sono a disposizione per spiegare e correggere le fandonie qui sopra riportate. Solo per dovere nei confronti della verità.
Grazie Paolo di questo buon articolo che mette a nudo pubblicamente (finora mai nessun organo di stampa lo ha fatto) Tutte verità che da anni sono sotto gli occhi di Tutti, così come mai nessuna Giunta Regionale Sardegna si e mai degnata di affrontare il problema in modo categorico e decisivo, finora Tutti hanno assistito passivamente questa situazione molto deleteria per Noi Sardi… In giornata condividerò sicuramente l’articolo nella mia pagina FB ” AMBIENTE ENERGIA SICUREZZA ” con le stesse considerazioni + qualche aggiunta sul tema Ambiente. Mi permetto di evidenziare, però, che la centrale SARAS/SARLUX si trova nella zona industriale di Sarroch, non a Macchiareddu, anche se la zona industriale di Sarroch fa parte del CACIP di Macchiareddu… grazie
Per lo Stato siamo italianissimi quando ci chiede di pagare, quando ci chiede di sacrificare ampie aree della nostra isola per le servitù nell’interesse della sicurezza nazionale o nell’interesse economico dei grandi gruppi dell’energia, quando ci chiede di sacrificare il nostro diritto alla mobilità per proteggere il mercato dei trasporti aerei e marittimi nell’interesse esclusivo di grandi compagnie di trasporto ecc. Invece, siamo sardissimi e poco o niente italiani quando non “rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l’ugluaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese”.