Il senatore Giuseppe Luigi Cucca ha rilasciato un’intervista a un quotidiano sardo. Tra gli argomenti utilizzati per spiegare la sua scelta di militare nel nuovo partito di Matteo Renzi egli ha incluso una mancata risposta di Zingaretti ad una sua telefonata. Il giornalista gli ha chiesto che cosa avrebbe detto al Segretario cappellone se gli avesse risposto e Cucca, di rimando, ha argomentato che gli avrebbe proposto diversi nomi di ex parlamentari Pd (ancora?) per un ruolo di sottosegretario, in modo da rappresentare la Sardegna nel governo.
Il tema è proprio questo: chi scegli per la Sardegna?
La regola democratica avrebbe voluto che Zingaretti avesse avvertito il Pd sardo e gli avesse chiesto un nome per il sottosegretariato; il segretario Cani avrebbe dovuto sentire o consultare formalmente gli organi e recapitare la risposta.
Invece Zingaretti si è lavato i calcagni con le regole della partecipazione e ha nominato il suo amico Calvisi alla Difesa (un Ministero nel quale dopo i risultati della Commissione Scanu qualsiasi sardo farebbe una pulizia radicale di generali, colonnelli, maggiori, capitani, sergenti e caporali); Cani è rimasto sveglio tutta la notte aspettando la telefonata che non è arrivata; Cucca si è intossicato di rabbia per aver lavorato come un mulo per il suo partito per sette anni (terzo parlamentare per produttività) e al momento giusto non essere riconosciuto neanche come comparsa; la Sardegna non è stata scossa da alcun fremito di indignazione perché già anestetizzata dall’indifferenza del primo governo Conte.
Meno male che Zingaretti non ha risposto al telefono. Talvolta la pezza è peggio del buco.