di Paolo Maninchedda
Ieri ci è stato presentato il Rapporto di Gestione della Ras per l’anno 2013.
Siamo lontani da un monitoraggio efficiente delle performance della Regione (è ancora troppo alta l’incidenza dell’autovalutazione dei dirigenti sul proprio operato), tuttavia il metro cubo di carta che ogni anno la fotografa è sempre molto utile.
Ieri ho notato un dato che negli anni scorsi mi era sfuggito: la Regione paga per locazioni della Corte dei Conti 461.000 euro l’anno.
Abbiamo a che fare dunque con uno Stato sleale che con i documenti delle infrastrutture sarde fa il gioco delle tre carte (oggi la strada c’è, domani no, dopodomani ricompare….) , che prende in giro la mattina, il pomeriggio e la sera i parlamentari sardi che non riescono a varcare la soglia delle anticamere dei ministri (l’unico luogo dove si comincia ad incidere è il Senato), che non risponde al telefono, che se ne catafotte di mettere le firme su documenti giacenti da mesi sulle scrivanie (l’Intesa Generale Quadro della Sardegna ha svernato in Presidenza del Consiglio dei Ministri e si appresta a mettere anche l’ombrellone, in attesa dell’augusta firma), ma è anche uno Stato che con limpida e trasparente noncuranza, carica i costi delle sue strutture periferiche sul groppone della Sardegna. Per di più, non si capisce perché il Governo non abbia callidamente pensato di comprarsi non un palazzo, ma un quartiere per la magistratura contabile, spendendo 400mila euro all’anno. O meglio, si cpisce perfettamente perché non ci abbia mai pensato: perché paghiamo noi. A questi costi aggiungete le decine di guardie forestali pagate dalla Regione che fanno la polizia giudiziaria per lo Stato e potete arrivare a numeri interessanti.
Questo è lo Stato italiano: chiede agli altri di risparmiare, trattiene nelle sue casse le nostre tasse, e fa pagare a noi, dentro il Patto di stabilità, il costo, comodo e dorato dello svolgimento delle sue funzioni.
Comments on “E la Corte dei Conti ci costa 461mila euro di affitti all’anno”
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LO STATO DELL’INGANNO
In paese la parola noncuranza equivale a: “Màu Mincudu” Colui che fa finta di non sapere.
BATTO IL CINQUE ALL’ASS. ALTRA PERLA NELLE INDAGINI -STUPRI DI STATO-
Continua senza sosta a stringere viti a togliere molle a rovesciare strutture a indicare colpevoli con nomi e cognomi e conto bancario… Difficile mettere la sella a questo cavallo selvatico.
Intoccabili pure loro… Poi fanno le pulci nei conti degli altri enti… po caridadi…