Manco un giorno e già ne spara una. Quelli così ci piacciono, alimentano l’avanspettacolo, nutrono il buonumore.
Intervistato dall’Unione Sarda, Doria fa l’oracolo e pronuncia sentenze storiche.
Afferma che l’indipendentismo è antistorico e che l’orizzonte è l’europeismo.
Mentula! direbbe il mio professore di latino! Ma si è reso conto Doria di essere stato candidato dal partito, la Lega, più antieuropeista d’Italia?
Sa Doria che l’indipendenza della Sardgena è nello Statuto del Psd’Az, il partito nel quale sembrerebbe egli militi?
Sa Doria che l’indipendentismo è responsabilità, è sentire il dovere di compiere il proprio destino e di non aspettare da altri il suo compimento?
Sa Doria che l’indipendentismo è coscienza del fatto che la Sardegna è una nazione titolare di una sovranità non delegata dall’Italia? Sa Doria che gli indipendentisti sanno che un conto è la coscienza della Nazione un altro sono le forme che la storia rende possibili per l’esercizio della sovranità? Sa Doria che gli indipendentisti sardi sono gradualisti e riformisti e non ribellisti?
Sa Doria che gli indipendentisti sardi pagano le tasse e le multe, non tirano a fottere né lo Stato né il prossimo?
Sa Doria che gli indipendentisti sono ostili al ceto parafeudale parassitario, che vuole ruoli senza meriti e stipendi senza capacità?
Sa Doria che l’indipendentismo in Sardegna è tensione ideale e morale, federalismo, europeismo, democrazia, legalità, giustizia, sviluppo, pacifismo?
Sa Doria che l’indipendentismo non è sovranismo perché non è nazionalismo, piuttosto è solidarietà, fratellanza, integrazione?
Sa Doria che gli indipendentisti sardi rispettano più di lui e di tanti altri la Costituzione della Repubblica italiana perché sono persone che rispettano le leggi e sanno che esse si cambiano col consenso nella legalità?
Sa Doria che gli indipendentisti non sono anti-italiani, sono avversari della subordinazione della Sardegna all’Italia. È una sottigliezza che gli sfugge.
Sa Doria che gli indipendentisti sardi non sono separatisti, ma sono liberal-democratici, cioè impegnati non a imporre una separazione ma a costruire, col consenso della gente e dentro l’Europa, uno Stato migliore di quello che viviamo, uno Stato magari federalista dove non sia l’Italia a dire se la Sardegna è un’isola, ma possa risultare evidente dai fatti ?
Sa Doria che l’indipendentismo è l’anima del sardismo, non di quel centrismo semiaffarista, antisardista, che viene interpretato dal Psd’Az; semmai di quel sardismo che è resistenza alla disperazione, al degrado, alla subordinazione, alla marginalizzazione. L’indipendentismo è l’habitus mentale dei sardi che non si arrendono a stare dove gli altri li collocano e non dove vorrebbero stare; l’indipendentismo è l’unico luogo dell’incontro in Sardegna tra liberali, democratici e socialisti.
Ma sto perdendo tempo: i vincitori non ragionano, godono e non ascoltano.
Tuttavia, non a Doria, ma tra noi, potrebbe essere posta la domanda: ma è più antistorico l’indipendentismo o la Massoneria?
È antistorico o no mettersi i grembiulini, i guantini, i cappuccetti, sedersi in ambienti angusti chiamati templi, darsi cariche fatte di consonanti appuntate e attribuirsi numeri pieni di 3, essere destinatari in morte di necrologi incomprensibili che neanche gli egittologi riescono a leggere e pensare di essere eredi di Garibaldi e invece si è nipoti di Licio Gelli?
È antistorico o no avere gli approcci dei golpisti, di quelli che occupano le istituzioni utilizzandone le architetture formali e svuotandone la sostanza?
È antistorico o no mantenere il segreto sulla proprio militanza?
È antistorico o no che alti ufficiali dei Carabinieri, della Guardia di Finanza (invero, anche appuntati e maresciallini), della Polizia, esponenti delle prefetture, si incontrino segretamente con sindaci, assessori, consiglieri regionali, parlamentari e medici e non per parlare di guai prostatici ma per farsi i solennissmi affaracci loro?
L’indipendentismo, elemento irriducibile del sardismo, è un sogno europeo e europeista pacifico, democratico, moderno (senza mastruche, barbe lunghe e consonanti gutturali esibite, questo è il folklore che piace a Briatore), senza segreti e sotterfugi, che alimenta una cultura dell’impegno, della dignità, della solidarietà e della resistenza al degrado che conosce la gradualità, che non organizza congiure ma diffonde cultura dello Stato, cioè consapevolezza del rapproto tra poteri e diritti. L’indipendentismo e il sardismo oggi sono palestre di formazione per nuovi governanti più capaci di quelli scelti attualmente dall’elettorato.
Il massonerismo, invece, è carrierismo, intrigo, saponettismo anguillesco, corridoismo; sicuramente è antistorico perché antiumano, ma questo il giubilante Doria non lo sa.
Mar, gli aggettivi e le forme derivate in questione si riferiscono non a singole persone ma alla consuetudine massonica di vestire i suoi adepti, una vestizione a mio avviso antistorica. per il resto, si può anche dire ‘dottorino’, dipende dal motivo e dal contesto con cui lo si dice. D’accordo sulla scelta del linguaggio non violento, ma attenzione anche a non pretendere un linguaggio irenico.
Mi pare che l’uso del diminutivo non fosse un vezzeggiativo, né aggiungesse verità. Non capisco neanche come possa ‘rivelare’ la realtà. A chi non capisce a chi si riferisca suona stonato, non una libertà dal politically correct e, poiché, non si dice ‘dottorino’, ‘generalino’ ecc., classista.
Leggo spesso queste note, a volte consentendo. A volte: ma è di certo un mio limite.
Personalmente, mi sono allontanato molto dalla politica da quando si è iniziato ad usare un linguaggio che fa dell’avversario un essere terribile, corrotto, stupido, ammanicato con chissà quali forze oscure. E’ mio personale convincimento che quest’uso del linguaggio gonfio di livore, ricco di allusioni ai più indecifrabili, abbia creato (e crei) una sorta di cortina fumogena proprio sulla realtà, anche su quella sola che dal nostro punto di vista, ideologia, storia, vediamo. Quella che vorremmo far conoscere.
Grazie Paolo, se ti avessi letto prima non avrei scritto nulla. Hai spiegato tutto e decisamente meglio. Saluti
No, Mar, dissento e mi compiaccio del fatto che anche nel mondo anglosassone, finalmente, stia entrando in crisi il politically correct perché spesso involuto in un annichilimento della connotazione. Non penso che si sia classisti se si utilizzano gli affissi come rivelatori di un mascheramento della realtà.
Un chiarimento su cosa oggi si intenda per indipendenza era necessario. Per tutti. Non solo per coloro ai quali si allude.
Personalmente mi sento a disagio per il linguaggio usato. Se si riuscisse a portare ragione ed educazione in politica faremo uno straordinario passo avanti. Magari c’è veramente ragione per prendersela con le persone cui si allude, ma non userei diminutivi spregiativi -ino- uccio ecc. Avere un ruolo piuttosto che un altro, esser generale o appuntato, non è titolo di demerito. Sa di classismo e dispiace.
lo sa, lo sa…..eccome se lo sa….
Medas che a tie, Paulu!!! Zustu e bonu totu su chi as iscritu.
Ma custu Brancaleone no est chi at a èssere su generale de s’esércitu Menefrego?!