La politica è, prima di tutto, intelligenza delle cose e delle persone.
Ieri ci sono stati due eventi politici: la visita in Sardegna della Boschi e l’incontro dei capigruppo di opposizione.
Mentre accadeva tutto questo (con un certo disinteresse generale, quale quello che accompagna ormai qualsiasi iniziativa di vertice), l’esercito italiano senza che alcuno, in testa il presidente Kim, dicesse una sola parola di dissenso o di garbato commento, la Sardegna veniva colpita per l’ennesima volta dalle esercitazioni militari che stanno interessando praticamente tutte le sue coste meridionali.
Si può dire, senza che alcuno si offenda, che non c’è una sola visione dello sviluppo e dei diritti della Sardegna che sia compatibile con un uso così massiccio del suo territorio per fare body building militare? Credo e spero di sì.
Si può dire che il tema delle servitù militari è quello più evitato dai sardi che militano nei partiti centralisti italiani, proprio perché pone inevitabilmente il tema di dove risieda la sovranità e se la Sardegna ne eserciti almento una parte? La tradizione autonomista (quella delle trovate retoriche per salottare, come l’insularità in Costituzione) non ha risorse concettuali per aggredire questo tema, come non ne ha rispetto ai trasporti e all’energia.
Non voglio adesso entrare nel merito di questi grandi temi (che però, bisogna saperlo riconoscere, il pensiero indipendentista democratico – e non rivoluzionario – sardo ha saputo aggredire con novità culturali e politiche); mi preme far notare il silenzio, l’Assenza, il mutismo, in primo luogo di Kim e dei suoi accoliti, ma anche del sistema politico sardo, precipitato nell’inconsapevolezza di sé.
Oggi la Sardegna è un automa senza cuore e cervello, con i porti occupati e le coscienze sporche.
Bisogna dirselo.
Bisogna guardare in volto la nostra miseria regionale, che è tale perché non è nazionale nei pensieri prima che nei fatti.
Non concordo con erreffe: tra i sardi vi sono anche persone che non hanno votato per alcuno dei personaggi che “dirigono”, né per quelli che non “dirigono”.
Taluni non-votanti sono libertari di orientamento anarco-capitalista: persone che non delegano niente, a nessuno, men che mai la facoltà di farsi “governare” o “amministrare” da terzi.
Non tutti…
Funt passaus a spompia manna e a pompa bódia, a braga, in totu is iscallatórius de istadu, de partidus e de cambarada, iscallatórius de àliga e de ciorbedhus, e ‘campionaus’ de dónnia ‘sport’.
Epuru est sempri tempus de èssi genti! Ca fintzas unu ciorbedhu iscallau podit sempri callai. E tocat a callai a ciorbedhu, is ‘campionis’ de iscallamentu e fintzas totu is àterus, cudhus de “no nd’isciu nudha”.
Be se la visita della boschi è un evento politico!!!!già siamo messi bene
Buongiorno Paolo…che altro dire o aggiungere rispetto a tutto questo schifo ?? Il bello , anzi il brutto , è che questi disgraziati parolai che ” dirigono ” in regione , sono stati votati dai sardi tutti…