Ci siete o ci fate? Vien da chiedersi se la Giunta Solinas ci è o ci fa, perché è troppo ricorrente il caso dei comunicati stampa che raccontano colossali fesserie per nascondere scelte folli, contrarie all’interesse pubblico e sempre guidate dal voler soddisfare questa o quella richiesta, di questo o quel gruppetto, incontrato in questo o quello spuntino, in questo o quel paese. Niente di strategico, tutto elettorale, basso-elettorale.
Ultimo, in ordine cronologico, è il comunicato stampa con il quale, la recordwoman delle promozioni agroalimentari, Assessora Valeria Satta, e il recordman delle gaffe, l’Assessore Doria, replicano alle innumerevoli critiche piovute da tutto il mondo degli allevatori (veri, seri e onesti) di maiali, per l’improvvido emendamento n. 773 presentato dalla Giunta regionale per abrogare il divieto di pascolo brado di suini, contenuto nella L.R. n.28/2018.
I due (li si immagina mentre scrivono il comunicato con il cuore in mano) negano che la Giunta voglia, in alcun modo, consentire la pratica del pascolo brado dei suini, che è stata la dannazione degli allevatori onesti per 40 anni, e dichiarano di puntare solo a consentire la pratica del pascolo semi-brado controllato “per proporre un allevamento tradizionale che consenta di riavvicinarsi alla natura” (sic!). Insomma, secondo i due suinologhi le critiche sollevatasi sarebbero ingiuste e ingenerose: loro vorrebbero solo “migliorare sia il benessere degli animali che la qualità delle carni, mentre per il resto (lotta alla PSA) manterranno la barra dritta”.
L’Ufficio stampa della Regione, forse in subbuglio per il precipitoso rientro in RAI di Artizzu, si è dimenticato di inserire la formula finale di rito “applausi scroscianti della folla presente e lacrime di commozione dei suini presenti”! Il problema che ci si pone, dopo questa performance dei due Assessori, è quello iniziale: non sanno quel che fanno o lo sanno benissimo e pensano però di coglionare il resto del mondo?
Non ci facciamo coglionare Come più volte Sardegna e Libertà ha ricordato, se ci fosse una stampa libera e non costretta ad elemosinare contributi e regalie regionali (giusto per capire, ogni delibera legata alla partecipazione a qualche fiera o mostra che l’Assessora Satta porta in Giunta, contiene sempre la formula: dovrà essere data “adeguata comunicazione relativa alla partecipazione istituzionale della Regione Sardegna agli eventi tramite emittenti televisive regionali”), avrebbe certamente cercato di comprendere meglio le diverse posizioni, attraverso alcune, semplici, domande.
Ci proviamo noi, qui adesso, a fare alcune domande ai due Assessori, sullo scopo dell’emendamento n. 773 al Collegato (collegato a che??) che prevede che sia consentito l’allevamento semibrado dei suini in deroga agli articoli 4, 5 e 6 della Legge regionale n. 28 del 2018, in accordo con linee guida da emanare con successivo decreto degli assessori alla Sanità e all’Agricoltura, conformemente al D.M. del 28 giugno 2022 sulla biosicurezza degli allevamenti suini.
Ovviamente bisogna avere la pazienza di leggersi la L.R. n. 28/2018 che si vuole modificare, prima di fare le domande. La prima cosa da sapere e far notare è che sia la Legge Regionale n. 28 che il D.M. 28/6/2022 consentono, entrambi, l’allevamento semibrado dei suini. Pongono, quale unica e ovvia condizione che i terreni in cui i suini pascolano siano recintati o comunque delimitati da recinzioni atte ad evitare il contatto con cinghiali o suini di altri allevamenti.
Analogamente, entrambi i dispositivi vietano il pascolo brado in modo esplicito (L.R. 28, articolo 4(5)) o implicito (D.M 28/6/2022).
Da quanto sopra, nasce la domanda ai due Assessori: come mai e con quali precise finalità la Giunta ritiene necessario prevedere una deroga alle norme relative al pascolo brado e semibrado stabilite nella L. R. n. 28? Il semi brado regolamentato esiste già, perché allora abolire il divieto di esercitare il pascolo brado? Qual è il vero scopo che la Giunta intende ottenere?
A questo punto, un giornalista con un po’ di conoscenza del mondo allevatoriale e di ciò che si muove nei paesi dove maggiore è l’estensione delle terre civiche, avrebbe dovuto ricordare ai due Assessori che, già dal mese di gennaio, l’Ufficio di Gabinetto della Satta ha promosso, portandosi dietro rappresentanti della sanità veterinaria e anche dell’Istituto Zooprofilatico, diversi incontri (a caso: Desulo, Urzulei, Orosei, etc) nel corso dei quali è stato presentato (forse il termine più realistico è ‘sbandierato’) un Decreto assessoriale (a firma congiunta di Satta e Doria) che avrebbe liberalizzato il pascolo “tradizionale”, meglio inteso in quell’ auditorio come ‘pascolo brado’, su terre civiche.
Gli uffici regionali dicono ‘No’ In realtà, dopo tanto sbandierare nei vari incontri, si è cercato di far “digerire” la suddetta bozza di Decreto a firma congiunta alle strutture della Sanità e dell’Agricoltura della Regione Sarda, che avrebbero dovuto, , secondo gli estensori, dare legittimità all’atto. Ovviamente, con grande stupore dei proponenti ignari delle leggi e dei regolamenti, hanno ricevuto un garbato e motivato diniego (in un altro contesto sarebbero partite sonore pernacchie).
I consiglieri regionali dicono Sì? Ed ecco che, per stringente necessità, appare il già ricordato emendamento n.773 al collegato: quasi neutro nella sua stesura, quasi innocuo, fuorché nel trasferimento della responsabilità sui consiglieri regionali, tutti a bocca di elezioni, sensibili anche al solo fruscio di un voto in meno.
Ma quando, nella fregola di pagare debiti elettorali e cercare nuovi crediti, si fanno tanti incontri per sbandierare il Decreto “pascolo controllato=pascolo brado in terre civiche”, inevitabilmente si lasciano tracce evidenti. E, infatti, ecco emergere il vero scopo di cotanto peregrinare suinicolo: abrogare il divieto della L.R. n.28/2018.
È scritto chiaro in quello che è diventato l’allegato al (futuro) Decreto di Satta e Doria, quando l’emendamento 773, dovesse diventare legge. Ecco il testo.
Basta leggere le parti evidenziate in giallo e quelle in rosso. Uno può chiamare le cose con nomi diversi, ma la sostanza vera, non cambia. Far pascolare i maiali nelle terre civiche, senza nessuna recinzione, non è “pascolo controllato” è ‘pascolo brado’. Ed è scritto in modo subdolo, tale da scaricare (nuovamente) sui Sindaci e sui veterinari locali l’onere di dare le autorizzazioni, di vigilare (impossibile in quel contesto) e di sanzionare. In sostanza, vuol dire dare un salvacondotto, ai soliti noti, per continuare a ingrassarsi (loro sì) alle spalle delle proprie comunità e degli allevatori onesti della Sardegna. Altro che benessere animale! Questo è il benessere delle lobby che gestiscono da padroni le terre civiche, cioè le terre di tutti. I consiglieri regionali voteranno davvero una schifezza simile, un atto così contrario all’interesse nazionale dei Sardi?
Non Assessori, raccoglitori Allora, la vera domanda che un buon giornalismo dovrebbe fare ai due ineffabili Assessori è: perché non avete il coraggio di dire la verità? Perché non dite che la vostra intenzione, riversata nell’emendamento 773, risulta illegale anche alla luce dell’ultima circolare sui controlli per la Peste Suina?
Ditelo con chiarezza: siete contrari all’interesse pubblico della Sardegna; voi state con piccoli gruppi che non vogliono migliorarsi, che non vogliono cambiare, che vogliono ripetere sempre gli stessi errori, che vogliono i Sardi sempre divisi, confliggenti, poveri e assistiti, che vogliono allevare i maiali sulle terre pubbliche, senza controlli, senza filiera, allevando e vendendo in nero, pensando così di ricavare qualche migliaio di euro senza sapere di perderne centinaia di migliaia per non accettare un minimo di disciplina, ordine e competenza. Voi siete per la politica al pascolo brado, quella che vive di raccolta e non di visione.
La causa del sottosviluppo è sempre da ricercare nella testa delle persone che compongono la maggioranza di una collettività.
Egreggio Sig. Ettore nella sua frase “quindi il brado controllato, nn penso ricchi alcun danno, devono vivere tutti, si mettano in testA che se si fa così tutti andremo avanti, ma se negano tutto continueremo brado abusivo e faremo d tutto x bloccare chi vuole bloccare il brado ,siA ben chiaro” c’è tutto.
Qualcuno vi avrà sicuramente raccontato dei due amici manager che seduti a fianco durante un volo, discorrevano dei loro affari. Uno italiano, l’altro ebreo.
Ad un certo punto del discorso, l’italiano, volendo utilizzare un detto popolare disse “di non poter vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso” e raccontò appunto che si trovava in volo recandosi a quella città ove avrebbe ucciso l’orso.
L’amico ebreo lo guardò sbigottito e gli chiese: ma perché uccidi l’orso se non hai già venduto la pelle?
Cari assessori, quale ricerca di mercato ha individuato in questo prodotto brado l’oggetto desiderato per il consumo?
Quanti quintali e quale tipologia di prodotto sarebbe richiesta da questo segmento di mercato.
Quante aziende (vere) si ritiene possano essere coinvolte?
Mi sa che Maninchedda ha ragione a svergognarvi visto che il pudore non pare frequentare gli stessi posti che frequentate voi.
Così come è ampiamente condivisibile l’intervento del dottor Sebastiano Piredda riguardo la filiera del suino.
E per coloro i quali frequentano le campagne, possiamo affermare ragionevolmente che Sebastiano Piredda quando parla di suini lo fa con cognizione di causa.
Non come il signor Ettore che parla invece con cognizione di casa. Parrebbe che il brado gli si addica. Contento lui.
Assessora, gli interventi di allevamento suini all’aperto, la tecnica del “Plan air”, è stata pubblicata da diverse Università.
Ma da tanto!
L’allora Ersat realizzò anche degli impianti dimostrativi.
Dove è la vostra innovazione?
Amo ripetermi.
Qualcuno ci salvi.
Ignazio s’Antigu
Signor Ettore,
prima di inviare un commento sarebbe opportuno imparare ad usare la tastiera.
Le modifiche alle leggi vigenti servono ad illudere i balenteddos che siano i soli ad allevare maiali genuini…..così come nel 2019 altri balenteddos si sono convinti che bastassero le promesse del felpato per portare il prezzo del latte ovino al prezzo da loro allora richiesto.
A ogni giro elettorale ci sono i pifferai e gli illusi in corteo che vanno loro dietro, ….sveglia balenteddos, chi no bos regalada nuddha nissunu
Deo creo chi custa zente chi tenet porchina in cumonales at a èssere totu zente (e proade a bídere inue si no in bidhas de isperdimentu e irbandhonu!) chi campat a sant’arranza e fintzas cun mentalidade de sant’arranza e crebu de file puru, mancari (e pessade proite!), e chi prus de si campare e male no resessit a mezorare, pruscatotu ca no tenet sa fortza e mancari própriu sas capatzidades de cambiare, de seguru chentza fàghere afàrios mannos e prus seguros. “Economia pro no mòrrere” ma sempre de prus moribbundha, irbandhonada, arroccada, pessighida, a ispèrdere e chentza prospetiva si no su mòrrere.
Sos “Piani di rinascita” et similia ingannendhe los ant fatos pro nos mòrrere/bochire e no solu porcarzos cun sa Sardigna intrea posta menzus a muntonarzu e cumonale de sos lestros pighendhe comente faghent cun su muntone mannu de milliardos de su “PNRR”, cun bàtoro ‘polìticos’ de totu (TOTU) sos colores amministradores de dipendhéntzia e rufianésimu, raccattapalle e raccattavoti de totu sos colores.
Ma est cosa de baliare chi chie guvernat… (ite mi siat guvernu de pistamentu de abba, custos de como e àteros ‘balentes’ passados!) amministret e abbunzet cun “emendamenti” e ispedientedhos e piagheredhos ma chentza leare provedimentos chi ponzant custa zente in cunditzione de cambiare comente est netzessàriu e urzente e menzus pro totus? ‘Guvernant’ a isperdimentu e a chie prus ndhe podet o ndhe cheret arrabatzare de prus de finantziamentos e provedimentos de donzi zenia, e abbarrat o lassant s’iscartu a… sos iscartados e a sighire a mòrrere de iscartu e iscartados?
Pro nàrrere, bi at bidha chi su comunale l’at divisu e serradu a tancas distintas e mancari si tiat pòdere fàghere ancora e in manera prus segura e controllada riservendhe una o prus de una tanca serrada pro un’atividade invetze e a esclusione de un’àtera.
Signor Ettore, qualche precisazione:
– ci saranno e forse ci sono anche gli allevatori di suini che importano i maiali dalla Francia e dalla Germania, però io ho potuto verificare che spesso la loro alimentazione era ed è migliore di quella di maiali spacciati come sardi, e forse lo erano, ma ingrassati male e alimentati peggio. Non basta essere Sardi per essere capaci, bisogna seguire delle regole e bisogna sempre distinguere i singoli casi;
– la questione non è ciò che lei chiama il ‘brado controllato’, perché questo è già possibile con le norme vigenti, non c’è bisogno né motivo di modificarle. Si tratta di recintare e controllare e essere disponibili ai controlli;
– ciò che vuol realizzare l’iniziativa dei due assessori è, date le modifiche delle leggi che intendono adottare, tornare al brado libero.
Lei dichiara di essere pronto al brado abusivo? Bene. Chi danneggerà? I suoi colleghi, quelli che lavorano secondo le leggi. Contento Lei, contenti tutti.
Siamo alle solite. Anziché adottare politiche agricole in grado di incentivare lo sviluppo e la produzione e premiare chi fa e fa bene, si foraggia un sistema di assistenzialismo e povertà. Maiali allo stato brado, terre civiche talvolta irrigue abbandonate alla PAC dei sensi, senza programmazione, senza prospettiva di sviluppo futuro. Nessuno dei nostri politici, dalla maggioranza all’opposizione, in lungo e in largo, vuole lasciare il segno adottando decisioni coraggiose e illuminate che cambino le sorti della nostra martoriata terra. Sarebbe bastato condizionare la concessione degli usi civici all’impegno alla coltivazione e alla cura, per evitare di vederli come sono adesso: incolti, sporchi e abbandonati ma tutti assegnati per produrre parassiti veri e figurati. Sarebbe bastato, ma è più importante assicurarsi la poltrona al prossimo giro.
Il pascolo brado esisteva prima dei grandi allevamenti , che allevano maiali che nn sn sardi e vengono venduti x maiali sardi ingannando la gente,,maiali portati dalla Francia Spagna e Germania, tenuti 2 mesi in allevamento , pompati a Mangimi ,e strogeni ecc ecc, poi venduti x maiali gustosi sardi che fanno schifo ai cani, quindi il brado controllato, nn penso ricchi alcun danno, devono vivere tutti, si mettano in testA che se si fa così tutti andremo avanti, ma se negano tutto continueremo brado abusivo e faremo d tutto x bloccare chi vuole bloccare il brado ,siA ben chiaro
Non fa una piega. Bisognerebbe parlare del meccanismo e di quello che succede in alcuni comuni dove persone occupano ormai da anni e anni terreni e strutture della comunità… a quali costi e con che accordi. Scava scava…..