Ho finito di leggere, in questi giorni, Donna si nasce di Adriana Cavarero e Olivia Guaraldo, Mondadori, euro 18,50.
È un libro importante, profondo, onesto, che dà conto delle proprie ragioni e le rende verificabili dal lettore.
Non è un libro di persuasione.
È un libro di ragionamento.
Potrei farne una recensione lunga e articolata, ma quando ci si trova di fronte a dieci pagine di introduzione, bisogna rispettare la volontà delle autrici e usare queste righe per dar conto ai potenziali lettori della natura del libro.
Per tale ragione, riporterò alcuni stralci dalle pagine introduttive, con l’unica avvertenza che, secondo me, i capitoli più densi e ricchi di contenuti e di metodi sono il primo (La differenza sessuale) e il quarto (Sesso e genere).
Cedo la parola alle autrici, non prima di dire che il libro mi ha confermato nella possibilità di essere contro Trump, Musk e Vance senza dover per questo aderire a una politica intollerante e egemonica che, con i suoi dogmi ciechi e irrealistici, contrari alla logica e al buon senso (quello che Gramsci chiamava con rispetto senso comune) ha spianato a questi neotiranni la strada tra la gente.
«Qui abbiamo voluto segnalare brevemente il caso del festival della cultura di New York [dal quale è stata esclusa l’opera Poems on Gender dell’artista David Lee Morgan perché conteneva la frase “There are two sexes, male and female = ci sono due sessi, maschile e femminile] per mettere in rilievo un fenomeno peculiare della nsotra epoca: il dato della differenza sessuale fra maschi e femmine è oggi messo in discussione, anzi, è oggetto di censura in quanto ritenuto discriminatorio nei confronti delle persone sessualmente non binarie, fluide, queer. Queste, pur essendo numericamente minoranze, hanno però acquisito molta voce in capitolo, elaborando regole generali di ciò che si può e non si può dire. Una di queste regole, diffusa nel mondo di lingua inglese, suggerisce di sostituire il termine “donna” con l’espressione “persona con utero” o “persona mestruata”, ovvero di sostituire woman con person with a uterus o menstruating person. (…) In quanto filosofe femministe, siamo estremamente sensibili alla voce di queste minoranze (….). In primo luogo perché le donne stesse, pur essendo la metà del cielo, sono state notoriamente trattate per secoli come una minoranza, come un sesso minore, secondario, escluso da quell’ambito dei poteri e dei saperi riservato al sesso forte. (…) Come si evince [però] dalla recente proposta di eliminare la parola “donna” sostituendola con “persona con utero” o “persona mestruata”, le cose sono però oggi molto cambiate. L’alleanza di un tempo [tra il movimento femminista e altre minoranze oppresse] si è inevitabilmente tramutata in una specie di ostilità. È infatti ovvio che il femminismo senta come ostile un linguaggio che elimina la parola donna».
«Non perdete di vista il vocabolario, la parola è sempre la stessa, genere. Ma cosa c’entra allora il genere che sfocia nel linguaggio egualitario della “parità di genere”, suggerisce al servizio sanitario di praticare una “medicina di genere” e ambisce, con misure educative e giuridiche, a contrastatre la “violenza di genere” col volto satanico che il termine assume nel discorso di coloro che combattono a tutta forza contro la “teoria del genere”? In effetti, al di là di questi accenni esemplificativi (…) la vicenda del genere è molto complessa. (…). Né svolge un ruolo secondario il fatto che, sin dai suoi esordi nella lingua inglese, il temine “gender” si intrecci col lessico politico dei movimenti trans e queer e la loro spinta a moltiplicare le identità sessuali. Detto altrimenti, fin dall’inizio il gender mostra una straordinaria duttilità e quindi un’intrinseca polivalenza che finisce per facilitare eventuali fraintendimenti tattici finalizzati a radicalizzare la polemica e a creare confusione».
«Abbiamo voluto specificare che ci riconosciamo nel “pensiero della differenza sessuale” non solo per mettere in chiaro la nostra appartenenza a una determinata posizione teorica (facendo per così dire, un atto di onestà intellettuale), ma soprattutto per evidenziare che il femminismo non è una realtà monolitica e uniforme, bensì una ampio e frastagliato bacino internazionale di ricerca (…) E per quanto riguarda lo sforzo di chiarezza in cui ci impegniamo in questo libro, si dovrebbe per lo meno distinguere la teoria femminista che si incentra sulla differenza sessuale da quella che si incentra sul genere».
Ho inteso dire che ci si può sentire avversari di Trump e dei suoi accoliti senza per questo essere obbligati a aderire alla cultura woke o alla cancel culture o all’ideologia gender.
Riporto il capoverso “Cedo la parola alle autrici, non prima di dire che il libro mi ha confermato nella possibilità di essere contro Trump, Musk e Vance senza dover per questo aderire a una politica intollerante e egemonica che, con i suoi dogmi ciechi e irrealistici, contrari alla logica e al buon senso (quello che Gramsci chiamava con rispetto senso comune) ha spianato a questi neotiranni la strada tra la gente.” Non riesco a capire il senso dell’affermazione non avendo ovviamente ancora letto il libro. E’ possibile esplicitare l’apparente contraddizione? oppure è solo un ..difetto del lettore? grazie
Prima di leggere il testo devo conoscere chi scrive. Ascolto della sua voce e lettura di ciò che è avvenuto prima; Trump e MUSK sono facce opposte della medesima estremizzazione ma, per esperienza, la tavola dei colori non è mai costituita solo dal nero oppure dal bianco. Addirittura, riferendoci allo stesso nero ed allo stato bianco posso garantire che dalla loro unione innumerevoli risultino le sfumature di tinte.
I “grigi” sono il naturale orizzonte di ognuno e nel loro deserto lo stupore è sempre in agguato.
Rispetto le minoranze, purché le stesse facciano altrettanto con me . Buona giornata a tutti
Non si deve discriminare nessuno per nessun motivo. È diverso, però, pretendere di imporre una dottrina. Vale per Trump, ma vale anche per chi vorrebbe imporre le teorie di genere nelle scuole e nelle università