Il Direttivo Nazionale del Partito dei Sardi ribadisce i contenuti del proprio documento del 4 gennaio u.s. e riafferma che essi sono rivolti a tutte le forze democratiche, non violente e non razziste che vogliano concorrere a un mutamento storico profondo del sistema politico sardo, capace di ridurne la frammentazione, le paure, i personalismi e di aumentare, con una nuova coscienza collettiva e una nuova cultura di governo, i poteri, la libertà e i diritti del nostro popolo così come la produzione di capacità, lavoro e ricchezza sostenibile e diffusa per la nostra gente.
Il Direttivo Nazionale del Partito dei Sardi ha esaminato con grande attenzione la lettera aperta inviata dal segretario regionale del PD Giuseppe Luigi Cucca, al quale va riconosciuto un garbo, un metodo e uno sforzo dialogante che hanno attenuato la portata inutilmente aggressiva e offensiva di alcune parole pronunciate contro il Partito dei Sardi durante la Direzione regionale del PD. Così pure il Direttivo Nazionale del PdS riconosce che dentro il PD convivono sensibilità diverse, tali per cui a fronte di chi vorrebbe tirare il freno a mano della storia e respingere l’idea di autodeterminazione nazionale dei sardi, ve ne sono altre aperte a dialogare e lavorare comunque per definire nuovi orizzonti di sovranità del popolo sardo. Ciò detto, stando alla lettera del Segretario PD, il Direttivo Nazionale del Partito dei Sardi non può che constatare che allo stato attuale e in merito alle elezioni italiane esiste una sproporzione di obiettivi e di orizzonti di grande portata fra le nostre due forze.
A fronte della proposta del Partito dei Sardi di iscrivere le elezioni politiche italiane in un percorso di affermazione nazionale sarda, la lettera aperta ribadisce lo stretto orizzonte autonomista, che ci riporterebbe indietro anche rispetto al patto del 2014, che aveva trovato nell’esercizio responsabile della sovranità il punto di mediazione fra le nostre forze e la forma di graduale superamento della pratica autonomista della delega all’Italia di ciò che è decisivo per il nostro popolo.
A fronte della nostra richiesta di incontrarci su un esplicito mandato che mettesse proprio il popolo sardo al di sopra di tutto e avviasse una stagione di forte dialettica fra i nostri futuri rappresentanti e i Governi italiani, di qualunque colore saranno, riscontriamo invece che a prevalere è ancora la logica della fiducia nei Governi italiani, passati e futuri.
A fronte di contenuti programmatici e ideologici nuovi volti ad individuare fin da oggi lo spazio di una nuova alleanza, più ampia e diversa dal Centrosinistra attuale, capace di chiamare a raccolta forze indipendentiste, autonomiste ma anche progressiste e liberali, constatiamo che si preferisce evitare o rimandare il tema ribadendo di fatto l’attuale perimetro del Centrosinistra, inibendo così la possibilità di trasformare le prossime elezioni sarde in un evento storico di cambiamento epocale delle istituzioni e delle condizioni dell’Isola.
A fronte della proposta del Partito dei Sardi di definire una nuova frontiera di cose da fare su cui costruire la convergenza della nuova unità dei sardi, la lettera del Pd propone di svolgere la campagna elettorale sulle cose fatte dal Governo Renzi, su molte delle quali il Partito dei Sardi ha dissentito. Se è comprensibile che il Pd faccia la campagna elettorale sull’attività del suo Governo, pensiamo sia altrettanto comprensibile che non la possa fare il Partito dei Sardi, il quale ha infatti proposto una nuova frontiera e una nuova bandiera su cui ritrovarsi.
Tutto ciò considerato il Direttivo nazionale del Partito dei Sardi non può che constatare che evidentemente i tempi non sono ancora maturi perché anche dentro il quadro delle elezioni italiane e nel perimetro di un partito importante come il PD prevalga l’idea che il popolo e il Paese a cui ispirare la propria azione siano i sardi e la Sardegna.
Ciò affermato il Partito dei Sardi comprende perfettamente e rispetta che nel Partito più grande del centrosinistra sardo il tema dei rapporti con l’indipendentismo democratico sia motivo di dibattito e di confronto. E restano intatte le nostre attenzioni per gli ambienti progressisti che in questi anni hanno voluto condividere con noi discussioni, scelte e azioni importanti. Tuttavia, non possiamo ridimensionare la portata dei nostri valori e dei nostri obiettivi in una campagna elettorale che, a queste condizioni, anche in Sardegna si porrà come ratifica dell’operato del Governo italiano uscente.
Non è la nostra battaglia.
Sulla base di quanto argomentato il Partito dei Sardi ritiene dunque che il tempo non sia maturo per una alleanza col Pd alle elezioni politiche italiane, perché non sono maturate le condizioni per trasformarle in un evento nazionale sardo. Il Direttivo Nazionale dà mandato al Segretario di continuare nell’azione di dialogo con le forze indipendentiste e democratiche interessate a far sentire la voce del popolo sardo, a far sentire la voce dell’obiezione nazionale della coscienza sarda, e costruire la convergenza nazionale dei sardi.
Oristano, 8 GENNAIO 2018