In questi giorni, diversi clienti del Banco di Sardegna, nato dai Monti Frumentari della Sardegna, stanno ricevendo questa lettera.
La sostanza ha dell’incredibile: chi più risparmia E VERSA NEL PROPRIO CONTO CORRENTE, più paga la banca perché conservi il SUO risparmio.
In sostanza, il risparmiatore viene invitato a prendere atto che i costi di gestione del suo conto lievitano quanto più aumenta il suo risparmio.
Una scelta che ha del discutibile eticamente e dell’incredibile logicamente, nel senso che può essere ricondotta a logica solo in un sistema per il quale i correntisti non sono clienti, ma subordinati della banca.
Quali sono le ragioni di questa scelta?
Il Banco lo comunica molto nettamente nella lettera che sta recapitando ai suoi clienti (sebbene vada detto che la formattazione della lettera è tale da invitare, anche nella differenza di intensità dei caratteri, a non leggere): 1) è aumentato il contributo al fondo interbancario di tutela dei depositi; 2) i tassi in area Ue sono negativi; 3) alla luce dell’aumento di questi oneri, la Banca si dichiara non in grado di mantenere le condizioni economiche attualmente applicate al rapporto di conto in essere e ne determina una variazione IN AUMENTO PARI a 300 euro l’anno, di cui 3,5 euro dovuti all’aumento della contribuzione ordinaria al fondo interbancario e 296,50 per la permanenza dei tassi negativi.
Alternativa offerta dalla Banca? Chiudere il conto: “In caso di mancata accettazione delle modifiche unilaterali proposte [e qui si vede che al Banco non assumono più laureati in materie umanistiche, perché ritenere ‘proposte’ delle modifiche ‘unilaterali’ ha qualcosa di tragicomico] è possibile recedere entro la data di decorrenza sopra citata ecc. ecc.”
La prima domanda è: tutte le banche si stanno comportando così?
No. Io sono testimone di un comportamento completamente diverso delle Poste, dove quanto più si versa tanto meno costi di gestione del conto si pagano, fermo restando che gli interessi attivi sono inesistenti.
Ma la cosa desta ancor più indignazione se si considera che il Banco, in questa lettera Aut-Aut ai suoi clienti, dice di aver patito costi aggiuntivi più per i tassi negativi che per l’aumento del canone del fondo interbancario, cioè più per un difetto di propria politica bancaria nell’affontare la situazione data che per un aumento oggettivo di uno o più costi.
Se andiamo sulla pagina della Banca Centrale Europea, la cosa è spiegata bene. È vero che la BCE con tassi bassissimi rende il credito più vantaggioso del risparmio e lo fa per stimolare l’economia e riconosce che alcune banche potrebbero applicare selettivamente i tassi negativi ad alcuni propri clienti. Tuttavia, si legga l’ultima domanda e l’ultima risposta, la Bce inserisce le risposte delle banche a questa contingenza nella politica generale delle banche stesse: non tutte si sentiranno obbligate alla logica più risparmi, più paghi. E infatti, basta fare una verifica con altre banche e non tutte lo fanno.
Perché segnalare queste cose?
Per difendere le persone dalla forza e dalla protervia degli apparati.
Prendiamo in parola la lettera delle condizioni ‘unilaterali’ e chiudiamo i conti e vediamo se i termini unilaterali ritornano ad essere negoziali.
poche parole per Marco siete in accordo con i politici come può esser obbligato ad aver l’accredito., e i risparmi non rendano neanche per la gestione del conto. Dovete ringraziare i nostri politici che non ci permettono di aver il contante in casa . Mario
E questo è niente. aspettate quando elimineranno il contante…
Egregio Marco, e dunque non si ha più la facoltà di contestare espressioni ridicole quale quella di una ‘proposta’ unilaterale perché la si ritrova in una legge? E se io le dicessi che la norma mi è nota, anche per aver concorso a far mutare, in altri tempi, altre ignobili posizioni unilaterali, lei mi considererebbe meno ignorante e qualunquista? Non le viene il dubbio che la norma indichi col sintagma in oggetto la procedura con la quale uno dei contraenti intende proporre di modificare il contratto, piuttosto che una regola di modifica prevaricatoria unilaterale? E se così è, le pare che una banca interessata a modificare un contratto non debba in primo luogo, anche a partire da una proposta propria, aprire un negoziato? O no? Mi tengo gli insulti, perché ho capito chi è Lei e la perdono.
Gentile Dottor Maninchedda,
Le rubo due minuti giusto per comunicarle che la ‘modifica unilaterale del contratto’ che a Lei suona tanto cacofonica, non è un’invenzione lessicale del Banco di Sardegna, ma è prevista, – tra le tante disposizioni di legge- dal Testo Unico Bancario, e ha ad oggetto, nel caso di specie, un contratto già concluso tra le parti che una sola di esse ritiene di dover modificare.
Spiace dover spiegare queste cose a un uomo della sua cultura, ma prima di promuovere battaglie qualunquiste e populiste bisognerebbe, forse, informarsi meglio; e non solo sull’istituto della proposta di modifica unilaterale del contratto.
Quanto ai laureati in lettere volevo rassicurarla; al Banco ve ne sono diversi, e sono tutti degli ottimi Colleghi.
Cordialmente,
MARCO
Egregio Paolo, parlo di Banche e di servizi e come vede non nomino nessuna Banca, se non le Poste dove di servizi per le famiglie nemmeno l’ombra. Ogni Banca ha i suoi servizi e i suoi costi. Per esperienza le dico che in una banca ci possono essere spese di conto basse, ma tassi prestiti o mutui più alti, gestione depositi valori etc etc. Quindi alla fine tutte le Banche , quelle con la B maiuscola da qualcosa devono guadagnare. Come fanno tutte le persone che hanno in attività che non sia a scopo benevolo. O mi vuole
Dire che lei lavora gratis???
Egregio Lando (ma perché non si firma?), io hi comparato contratti per famiglie e aziende di queste quattro banche: Banco di Sardegna, Unicredit, Intesa e Poste. Il contratto più vantaggioso per le famiglie è quello delle Poste; quello per le imprese è quello di Intesa. In nessun caso lo è quello del Banco di Sardegna.
Poste è una banca? Da quando??basti pensare i buchi di miliardi fatti con i bonus minori… I rovinate da dove arrivano…. O provate a non avere un assegno coperto per vedere se vi protestano per 2 centesimi. Signori le banche non sono un ente benevolo. I servizi si pagano. Poste non è una banca. Rimanete alla posta ma non andate a chiedere servizi da banca altrove quando non vi fanno i mutui o altre cose che le Banche dovrebbero fare……
Grazie per la segnalazione. Non so se sarà destinata a tutti i possessori di conto corrente presso Banco di Sardegna o Bper, ma appena arriva andrò a trovarli in filiale. Esistono diverse valide alternative pagando 1/10 dei 300,00 euro chiesti dalla banca
“Perché segnalare queste cose? Per difendere le persone dalla forza e dalla protervia degli apparati”.
Quanti poveri cristi (io per primo) non ci avrebbero capito una mazza di quella lettera…
informazione più che preziosa…
stare in campana!
“Banco di Sardegna” PARET, Banca Popolare Emilia Romagna EST.
E in prus, is Sardos, chentza mancu unu Guvernu chi si potzat nàrrere Guvernu, de su dinare no ischeus mancu ite ndhe fàere si no po comporare, comporare, comporare, e a preferu de importatzione fintzes su chi si podet fàere inoghe, e in Sardigna… ite che at de fàere? Nudha! Pistare abba, ibertare o andhare peri su mundhu de fora.
No teneus agiummai prus mancu disocupaos, totu andhaos, a cricare trebballu inue… ndhe giaent e funt “al top” e foedhant inderetura s’inglesu fintzes po samunare in terra.
E deosi chie abbarrat e ndhe tenet, mancari pagu e dh’arrispàrmiat puru, prus ndhe chistit e… a su Banco di S. BPER prus dhi pesat! E méngius dhi càmbiat unu pagu sa propriedade.