Nei giorni scorsi, Antonio Bassolino, leader della sinistra campana, ex governatore della Campania, ha ottenuto la sua diciannovesima assoluzione in vent’anni. Questa volta perché il fatto non sussiste. Era accusato di aver gonfiato da Presidente della Regione i pagamenti all’avvocato Enrico Soprano.
Dal 2010, quando aveva 63 anni, Bassolino si è dovuto dedicare solo a difendersi. Non conosco quanto tutto questo gli sia costato in termini di denaro, ma è certo che per difendersi bene occorre un buon reddito e un mutuo bancario.
A fronte di questa vicenda tragica e vergognosa, il segretario e il vicesegretario del Pd, Zingaretti e Orlando, si sono precipitati a congratularsi con Bassolino. Non conosco la reazione di don Antonio, ma se mi fossi trovato nei suoi panni avrei respinto le congratulazioni, perché il Pd ha responsabilità enormi nella degenerazione e, direi, tracimazione, del potere giudiziario in Italia.
In molti ricordano (e ricordiamo) la distanza profonda tra le posizioni di Pannella e quelle del Pci; in molti ricordiamo le posizioni coincidenti di Pci e delle reti berlusconiane durante le dirette dal palazzo di Giustizia di Milano di Paolo Brosio; in molti ricordiamo la vergogna dell’invenzione della loggia San Marino, dell’incriminazione di Romano Prodi, nell’inchiesta Why not, poi risoltasi in un grande bluff (protagonista l’attuale sindaco ribelleggiante di Napoli); in molti, per venire alle cose di Sardegna, sappiamo e abbiamo di fronte agli occhi la rapidità dell’azione giudiziaria verso i consiglieri regionali dei diversi partiti e la lentezza verso il sistema Pd-Margherita nel caso dei fondi ai gruppi consiliari (cinque anni di differenza per l’inizio indagini, una decina per la fine, con ormai lambente la prescrizione).
Ma soprattutto in molti conosciamo le indagini farlocche, con prove evidenti di innocenza degli imputati ignorate dall’accusa e recuperate solo in sede di giudizio dai giudici coscienziosi che denunciano, in sentenza e senza che alcuno paghi, che l’accusa disponeva sin dall’inizio delle carte che dimostravano l’innocenza degli imputati (potrei pubblicarne una emessa dal tribunale di Nuoro).
In fin dei conti è la stessa situazione che oggi viene denunciata in pagina di ‘punta di casino’ dai due quotidiani sardi, cioè l’assoluzione, dopo cinque anni, dell’amminstratore dell’aeroporto di Olbia Pippobello da un’accusa inesistente la cui inconsistenza era palese sin dal principio, e che ieri è stata riconosciuta anche dall’accusa, che ha chiesto l’assoluzione. Ma chi ha costruito questo processo, la Polizia Giudiziaria che ha ipotizzato il reato, il PM che ha iscritto l’imputato al registro degli indagati e ha chiesto il rinvio a giudizio, il Gup che, come al solito, ha letto un terzo delle carte e ha rinviato a giudizio, tutta questa filiera di erranti non ha pagato nulla, è sempre al proprio posto.
O vogliamo parlare della vergogna della sentenza della Corte di Cassazione sulle misure varate dal Gip e dai tribunali del riesame sardi sulla questione degli interinali di Oristano (a proposito, il Pd che cosa ha da dire sulle mancate indagini su come gli interinali venivano reclutati nelle altre Asl della Sardegna e a Sassari col sistema molto meno garantito dalla legge, anzi, censurato dalla legge e da molte sentenze, attraverso le cooperative di tipo B)? Chi ha inventato l’enormità giuridica secondo la quale gli interinali reclutati dalla PA dovessero essere reclutati secondo le modalità previste dalle norme dei dipendenti pubblici, dove è adesso? Dove sono gli addetti di PG, il PM, il Gip, il tribunale del riesame che hanno sbagliato clamorosamente e sono stati severamente smentiti dalla Cassazione? La risposta è semplice: al proprio posto, a continuare a sbagliare.
Il Pd ha responsabilità enormi anche nel fiancheggiamento recente del giustizialismo dei Cinquestelle, nell’abolizione della prescrizione, nell’abuso intercettativo, nello strapotere della Polizia Giudiziaria, vero problema dell’azione penale condotta in carenza di personale, nell’insabbiamento della vicenda Palamara.
Altro che facili complimenti, il Pd sulla Giustizia deve aprire una sua verifica interna, deve uscire dai cascami della politica del primo Violante (non di quello attuale, ma del primo, che era un teorico-pratico della via giudiziaria alla conquista dell’egemonia), deve porre la questione del potere giudiziario e delle garanzie dei cittadini verso questo potere.
In Sardegna la Giustizia è amministrata non male, malissimo, e non se ne ha la percezione perché manca il coraggio di dirlo – si ha paura, in Sardegna, tanta paura, e si preferisce lusingar ei magistrati piuttosto che richiamarli ad un’intepretazione più alta e più colta del loro ruolo – e manca anche la cosa più elementare, un data-base delle indagini, delle sentenze e delle archiviazioni, cioè manca l’elemento minimo per confrontare se a problemi analoghi si diano e siano state date analoghe soluzioni, per verificare l’incidenza degli errori, la frequenza con la quale essi accadono lasciando le indagini alle stesse persone, non sempre con formazione adeguata alla complessità delle cose.
In Sardegna siamo troppo pochi e le relazioni sono strette, non separate, e chi non ha relazioni perché non vuole averne, è esposto. Chi sta invece nel sistema delle relazioni giuste, vive meglio, ma non è Giustizia, è fecondazione assistita massonica.
Poi ci sono gli intellettuali di mercato, quelli che fanno della loro visibilità e riconoscibilità una questione di posizionamento e di soldi. Questi sono i megafoni dell’indignazione facile, della diffamazione sistematica e dolosa, della deformazione dell’avversario ripetuta epr essere stabilizzata. Sono il team pavloviano dell’aggressione degli imputati.
Di queste iene di mercato ci occupiamo un altro giorno. Oggi occorreva dire ai vertici del Pd gratulanti di andare cordialmente al diavolo.
I dotti dell’università di Coimbra decisero che il modo migliore per fermare i terremoti a Lisbona era quello di arrostire qualche ebreo… tempo fa i sapienti del PD e i loro compari pm decisero che il modo migliore per trasformare la politica campana era quello di mandare in galera qualche politico…
I terremoti a Lisbona continuarono, il disastro amministrativo in Campania e Napoli pure.
Io Bassolino non lo conosco di persona… ma ho sempre avuto l’impressione che con questioni criminali nulla avesse a che fare…
Era solo un capro espiatorio, uno da esporre li come colonna infame; reo di essere un inetto… ma siccome il reato di inettitudine non esiste allora bisognava inventare qualcuno.
Bassolino ha avuto la forza per sopravvivere a tutto ciò.. altri no.
Chi chiese scusa ad Enzo Tortora ?… Pochi quasi nessuno…. figuriamoci poi a Bassolino.