Scuole elementari e governo Gent.mo Professore,
approfitto ancora della sua ospitalità per sottoporre ai lettori un dubbio che mi ronza in capo e per il quale non trovo soluzione.
Un mio professore di tanti anni fa, gallurese quasi di Baronia, quando all’esame sentiva pronunciare qualche sproposito, tuonava contro il malcapitato studente, accusandolo del delitto di “ignoranza abecedarica”.
Al di là dei toni rudi e sbrigativi, egli non a torto riteneva che giunti all’Università non fossero tollerabili errori grammaticali o aritmetici, riconducibili ai rudimenti dei primi anni delle scuole elementari e quindi ai contenuti dell’abecedario.
Da lì questa espressione che marchiava a fuoco lo strafalcione del malcapitato.
Il dubbio che mi assale, nel caso che vado ad illustrare, è se la manifesta incapacità di tener di conto si possa bollare, appunto, come una eclatante “ignoranza abecedarica” o se invece, a suo autorevole parere, non possa essere attribuita ad una incoercibile tendenza a impipparsene allegramente delle regole. Dall’abecedario al “me ne frego” il passo è lungo ma tutt’altro che impossibile. Infine vi è anche la possibilità del connubio: “meno ne so, più me ne frego” e ho la sensazione che noi si stia di fronte a questo capolavoro etico-grammaticale.
Concupiti “non studiati” Come le è ben noto, l’attuale Presidente della Regione e la sua Giunta hanno dimostrato sin dai primi giorni di governo, una fortissima propensione ad attribuire incarichi di vertice a signore e signori provenienti dalle più disparate carriere ma non da quella naturale interna all’Amministrazione regionale.
Una vera e propria passione.
Tanto che, come spesso accade e come De André meravigliosamente cantava, “la passione spesso conduce a soddisfare le proprie voglie, senza indagare se il concupito ha il cuore libero oppure ha moglie”.
Nel caso di Christian Solinas e dei suoi, non hanno indagato se i concupiti/e, più banalmente, avessero i requisiti che le leggi (Ahi loro!) richiedono.
Tant’è che, di quelle indagini, si è dovuta far carico la Procura della Repubblica.
Che spreco.
Per non scadere nella pochade, tralascio l’ulteriore similitudine che verrebbe spontanea, sempre con la splendida canzone di Fabrizio, dove alla fine, per spegnere gli ardori dei protagonisti: “ed arrivarono quattro gendarmi, con i pennacchi con i pennacchi e con le armi”.
Orbene, nonostante tutti i guai che questa sfrenata passione ha portato al Nostro, ad alcuni assessori e ai beneamati concupiti, niente è cambiato, anzi, la situazione è ancora, se possibile, più scabrosa.
Cerco di spiegare il nocciolo della questione.
Percentuali di concupiscenza L’art. 29, comma 1 della legge regionale n.31/1998, seppur modificato e arzigogolato dallo stesso Solinas per legittimazione postuma delle nomine fatte sei mesi prima (un colpo da prestigiatore non proprio riuscitissimo) prevede che possano essere nominati dei Direttori generali esterni all’Amministrazione regionale (purché in possesso dei necessari requisiti), ma pone un limite al numero dei soggetti nominabili, esprimendolo quale percentuale: dice la legge “nel limite del 20% del totale delle Direzioni generali”.
Da quasi un anno, il totale delle Direzioni generali esistenti è pari a 21 (erano 22 sino a quando, cedendo all’altra passione di Solinas verso le toghe avvocatizie, non è stata soppressa la Dg dell’Area Legale per costituire una Avvocatura, formata da avvocati ex lege e senza concorso per accedervi).
Vita da DG Poi si potrebbe aggiungere, ma su questo sarebbe importante che l’Assessorato del Personale si mettesse d’accordo con sé stesso, l’ufficio dell’ENI CBC (la struttura preposta ai progetti di cooperazione euro mediterranea) nel quale il titolare sembrerebbe pagato come un DG, ma DG non è ai fini della struttura regionale (che mal di testa!)
Operazioni matematiche e casini burocratici Comunque, caro Professore, mi perdoni se le chiedo di seguirmi in questo semplice calcolo aritmetico.
Numero DG 21 x 0,20 (percentuale prevista in legge) = 4,2 possibili DG esterni.
Se volessimo ricomprendere anche l’ufficio ENI CBC, il calcolo diventerebbe:
Numero Dg 22 x 0,20 (percentuale prevista in legge) = 4,4 possibili DG esterni.
Sono certo che, seppur siano passati tanti anni, ricorderà anche Lei la regola che si insegnava nella scuola elementare, dell’arrotondamento, per difetto o per eccesso, di un numero. Limitiamoci ad enunciare la prima regola: “Se la cifra successiva alla virgola è pari a 1, 2, 3, 4, si procede con l’arrotondamento per difetto, cioè si eliminano tutte le cifre dopo la virgola”. Quindi, mettendo insieme queste due semplicissime regole dell’aritmetica abecedarica, le Direzioni generali della Regione Sardegna che possono essere attribuite ad esterni è, ineludibilmente, 4 (battoro, quattro, four, quatre, vier, etc).
Orbene, come avrà certamente già capito, per l’attuale Giunta, i conti, neanche quelli elementari, tornano.
Le Direzioni generali, attribuite ad esterni sono 5 (o 6 se si conta anche l’ufficio ENI CBC).
Conti alla mano Capisco, conoscendola attraverso i suoi scritti, che, a questo punto, per Lei il problema più rilevante sia quello dello sciupio del pubblico denaro: infatti, nel migliore dei casi, vengono spesi 150.000 € all’anno fuori dalla legge, altrimenti saliamo alla ragguardevole cifra di 300.000 €, tutta a carico delle casse della Regione Sardegna e di tutti i sardi. Un bel modo di fare i generosi con i soldi degli altri.
Peraltro, piccola notazione di colore, almeno la metà dei nominati è, direttamente o indirettamente, oggetto di indagine per il sospetto che non abbia i titoli minimi richiesti per svolgere le funzioni di direttore generale.
Il problema, immagino si chiederà, è come mai nessuno intervenga a fermare questo pubblico scandalo, dato che tutti gli atti sono leggibili da chiunque, mentre magari si dà grande enfasi alla solerzia con la quale vengono sanzionati i poveracci che cercano di mettere insieme un pranzo e una cena, raspando qualche euro di reddito sociale.
Tempi brutti, caro Professore.
Però mi consenta di tornare al mio fastidioso dubbio.
Dato che alcuni di queste signore/i, nominati Direttori generali esterni, controllano (o dovrebbero) tutti gli atti di nomina della Giunta, potrebbero essere meritevoli dell’epiteto del mio professore gallurese/baroniense?
Possibile che non sappiano neanche far di conto?
Li si và a pescare a piacere, magari senza neanche avere tutti i titoli a posto, li si paga fior di quattrini e poi il risultato è questo? Capisce che il dubbio è legittimo? Siamo di fronte ad un caso di ignoranza abecedarica?
Se così non fosse, Lei professore, cosa suggerirebbe? Saremmo invece in presenza dell’ennesimo atto di prepotenza? Siamo al solito refrain che le regole non si applicano agli amici? Siamo ancora ai rigurgiti del regime feudale, per cui le regole il Signorotto di turno se le scrive a suo comodo? Oppure siamo al connubio di cui sopra: meno ne so, più me ne fotto?
La ringrazio dell’attenzione e attendo il Suo, graditissimo, parere.
P.S. Comunque proporrei, dato che la Corte dei Conti non sembra interessata alla vicenda, che almeno qualcuno (la Direzione didattica regionale?) intervenisse e, senza arrivare ai ceci sotto le ginocchia, costringesse questi signore/i a ripetere l’esame di V elementare.
Sfiducia massima nelle istituzioni.
Is Sardus seus sempri dibbi dabba pistendi abba, assinuncas, connoscendi pagu pagu s’istória fintzes isceti de custa ‘autonomia’ RAS, iaus pentzau seriamenti e cun prus interessamentu a comenti si guvernai inveci de bolai avatu de totu is nuis e de totu is bentus e coloris.
Si bit ca is Sardus eus finalmenti cumpréndiu chi totu sa Sardigna a ingíriu tenit mari de abba, licuida (custu in italianu assinuncas no cumprendeus una cibudha, custu in sardu ca dha connosceus beni a conca) e no si seus ancora arróscius e no si arrosceus de pistai fintzes a candu no dha pistaus totu, candu iscudendi a destra, candu a manca, candu a centru e candu a vattelappesca po piscai calincunu macionedhu o mangiatutto.
Cunsideru a parti po sa cultura abecedarica, cosa normali po is Sardus ca su chi est trinta fait coranta, su chi est tipi est tapa, totu est su própriu e aici po si guvernai a tutto fa brodo, o a meno ne so e più me ne frego, e cun “on.” e cun “sen.” aspetaus prangi prangi, murrúngia murrúngia e pedi pedi chi s’agiudint is àterus de bonugoru chi benint in Sardigna po si narri fuedhus de agiudu.
Duncas cunsideru a parti po sa cultura abecedarica.
Ma a propósitu mi benit però unu dúbbiu: ma no est chi custu presidenti at pigau sa laurea in cultura abecedarica (po totu sa cambarada) e no dha boliat lassai connòsciri (si arregodais?) po no iscoviai su segretu de is virtudis chi tenit?
Mi timu meda però chi pruscatotu is Sardus si siaus laureaus e sighendi a laureai in pistamentu de abba licuida, chentza mancu connosci su segretu. O fortzis eus iscobertu ca s’àcua, licuida, est modhi e no dhu boleus iscoviai!
Ma a ita lampu seus pentzendi?
Gentile Parmenide, la l. 31/98 all’art. 28 comma 3 recita anche: …….le funzioni di D.G. del Corpo forestale e di vigilanza ambientale sono conferite ad un dirigente appartenente al Corpo medesimo, che assume la denominazione di comandante del Corpo forestale e di vigilanza ambientale.
Possibile che nessuno faccia presente al sergente che non è legale andare a “pescare ” dirigenti tra gli ufficiali della gidieffe quando all’interno di quel Corpo esistono dirigenti capaci e magari meno propensi a ricatti e magheggi.