Questa è la storia che Alberto Sordi preveggente aveva sognato prima di cantare Te c’hanno mai mannato, un inno dimenticato alla decenza.
Il 25 agosto 2022 la Giunta, sulla base di un elenco di idonei individuato, dopo avviso pubblico, dall’allora Segretario generale, ha nominato il nuovo Direttore generale dell’Ufficio Enpi della Regione Sardegna nella persona del dottor Roberto Raimondi. Questo il suo Cv, reperibile nella sezione Amministrazione trasparente della Regione Sardegna.
L’Ufficio Enpi della Regione Sarda ha gestito 209 milioni di euro nel settennato della programmazione europea 2014-2020; li ha gestiti con gli uffici di Cagliari e li ha gestiti bene, con una direzione generale incardinata sotto la Presidenza della Regione.
Lo stesso ufficio gestirà il programma Interreg NEXT MED 2021-2027, sempre con gli uffici di Cagliari.
Ma ad agosto, come ho detto, è arrivato il nuovo direttore.
Il quale, con questa lettera, argomenta che, giacché le funzioni dell’Ufficio richiedono contatti nazionali e internazionali (perché, invece, le altre autorità di gestione sarde non li richiedono? Le direzioni generali degli altri assessorati vivono isolate con soli rapporti isolani’?), richiede l’allestimento di cinque postazioni operative e di una sala riunioni nella sede romana della Regione in via Locullo (e qui le facili ironie sono fatte salve dalla durata consonantica) da destinare a lui, a due funzionari dello staff del Dg e a due funzionari del segretariato tecnico che, udite udite, essendo «composto in grande parte da personale proveniente da altri Paesi, necessita di una logistica snella e agevolata per la pianificazione delle missioni a supporto dei Paesi partecipanti» = «essendo composto da personale provenienti da altri paesi, non può essere costretto ad andare a Cagliari a lavorare, perché Cagliari è in culo al mondo e ha una logistica complicata rispetto alla comodità di Fiumicino».
Tutti gli uffici regionali hanno usato alla bisogna gli uffici della sede romana della Regione, ma a nessuno è mai venuto in mente di trasferirsi lì accampando ragioni di efficienza, che non esistono, e per di più trasferendo parte della struttura, ma sostanzialmente il gruppo della Direzione generale. Ma il Dg vive in Sardegna? N0? Viaggia? E per non viaggiare è necessario mettere su una teoria così dannosa per la Regione?
Mi rivolgo a te, Christian, sebbene io sappia più di altri quanta debolezza tu abbia verso le autorità accademiche di area balcanica. Tu dichiari di essere sardista. Devi prendere coscienza che hai un Direttore generale che teorizza che la Sardegna si governa meglio da Roma per ragioni di logistica e di contiguità ai poteri nazionali e internazionali. Ti è chiaro o ti devo fare un disegnino esplicativo? Tu hai un direttore generale, autorità di gestione, che, mentre i tuoi amici leghisti, quando hanno un potere, fanno viaggiare l’Europa intera verso le loro città sedi di quel potere, tu hai un direttore generale che vuole fermare l’Europa a Roma per le cose che riguardano la Sardegna. Perché non lo chiami e gli fai intonare da Artizzu, in quanto responsabile della comunicazione, Ti c’hanno mai mannato? Oppure, potresti chiedergli se a Roma vuole anche lo chauffeur, o un bonus per l’idromassaggio, le terme, la Spa o anche il bagno autoigienizzante con scrollatina e salvietta automatica? Perché no? Così, forse, la logistica sarebbe snellissima e i rapporti internazionali garantiti.
Tu hai revocato dall’incarico di Direttore generale il povero Umberto Oppus per uno spuntino risultato privo di qualsivoglia responsabilità o illegittimità. Lo hai mandato via per indignazione di comodo. E in questo caso cosa fai?
Ovviamente so già cosa farai, ti girerai dall’altra parte, e gira che ti rigira ti impanerai sempre di più negli esiti dei tuoi mille tatticismi.
Ma la puzza che sale, non la senti?
Dammi retta, tira l’acqua.
Ma custu prof. Raimondo a padel bi zògada?
Caro Christian, ormai lo so per certo, sei il peggior presidente che la Sardegna abbia mai avuto.
Io me lo terrei stretto, ha un cv invidiabile. Lo metterei a gestire la sanità, almeno raggiungerebbe il livello di quella d Tirana
Un pezzo stupendo.
Ho riso tanto che ho pianto.
Ho letto il curriculum e, parafrasando Lubrano, la domanda sorge spontanea: ma dove li vanno a prendere questi personaggi?
Bravo, questo quarantatreenne con carriera universitaria e riconoscimenti albanesi.
Certo dal fantastico curriculum si capisce di quante mirabilie sia esperto ma, a dire il vero, non che mestiere desideri praticare adesso che è grandetto.
Io almeno non lo capisco e non comprendo neppure in quante scarpe stia infilando le sue fette.
Però già che c’è farà il Direttore Generale di questo Ufficio speciale dell autorità di gestione con extrasede Luculliana
Di certo parrebbe non disdegnare le comodità, luculliane, appunto.
A me viene da accostarlo a Waldemar Victorino, indimenticabile nonché sopravvalutato bomber uruguagio del Cagliari di 40 anni fa: mirabolante curriculum, “colpo di mercato straordinario” nel 1982. Risultato pratico: zero Goal in casa e zero in trasferta.
Ho letto il curriculum e ho deciso di inviare a Christian anche il mio:
“Il sottoscritto, essendo stato privato da incombenze legate ad attività lavorative sottoposte a qualsivoglia contratto per via della raggiunta quiescenza, previamente sollevate le proprie membra dal giaciglio quotidiano ove solitamente trascorre le ore dedicate al riposo notturno, procede ad analisi delle prospettive “ad operandum” successivamente, ponendosi mentalmente l’obiettivo giornaliero di rendere perseguibile ed attuare la cura di essenze arboricole di particolare pregio in quanto anticamente originarie dell’Asia Minore (Olea Europaea) situate in “location” di atavica proprietà famigliare; il sottoscritto esplica tale attività principalmente, in questo periodo, operando al fine della raccolta di drupe di vario ed eventuale grado di maturazione, perseguendo tale scopo sia con mezzi meccanici di evoluta tecnologia che col variegato impiego di ausilii di bassa o media concezione tecnologica, ma soprattutto col dispiegamento della energia muscolare dovuta alle residua forza fisica derivante dal metabolismo alimentare consueto giornaliero. Il prodotto materiale di tali sofisticate operazioni viene poi avviato verso processi di lavorazione meccanica che, sfruttando le proprietà tipiche dell’essenza in argomento, produce liquido di alto valore alimentare dalla notissime proprietà salutistiche e dalle qualità nutrizionali/gastronomiche riconosciute, anch’esse, a livello internazionale e addirittura planetario (il cui comune sostantivo non viene per brevità testè nominato).”
Christian, vado a raccogliere olive. Devo ricordarmi di portare i rastrellini.
VIA, VIA, RITORNA IN ALBANIA!
De fóssile bi est solu su fóssile, ma su cristianu, chi podet èssere fintzas tostorrudu e tènnere carchi àteru límite che a totu sos umanos, no est unu fóssile e donzi momentu est bonu pro torrare a pessare a su chi e comente faghimus e cambiare a menzus fàgheres.