Si è conclusa la settimana che passerà alla storia per la telefonata Solinas-Draghi, la più umiliante della storia autonomistica – e all’Autonomia sta proprio bene celebrare in questo modo il suo declino. La commentiamo con dovizia di immagini.
Prima di tutto il pudore. I giornali sardi, investiti dall’iniziativa di don Ignacio Artizzu, l’uomo del Presidente che ha come punto di riferimento ufficiale un santo e come modello reale mr. Wolf di Pulp Fiction (“risolvo problemi”), hanno reagito con diverso grado di pudore.
L’Unione ha mostrato più prudenza della Nuova, ha capito che non si poteva vendere come successo la concessione di una telefonata di dieci minuti. La Nuova invece ha enfatizzato i dieci minuti di cui i Sardi dovrebbero essere grati a Solinas e a Draghi. Dieci minuti…
Noi siamo entrati in possesso del resoconto fotografico e stenografico del colloquio:
Non esiste alcun dirigente regionale, alcun consigliere regionale né alcun assessore regionale che non sappia che mai e poi mai si devono discutere i dossier al telefono. Al telefono si fissano gli appuntamenti, non si affrontano i problemi. Questo dovrebbe valere sempre, anche in periodi, come l’attuale, di bassissima autostima delle istituzioni sarde e di masochistica subordinazione. Vantarsi di una telefonata di dieci minuti? Ma dove siamo? Ma da quale abisso psicologico di educazione all’inchino e alla mancanza di senso istituzionale può venir fuori anche solo la tentazione di enfatizzare una telefonata di dieci minuti? Pigliaru ne ha avuto di innumerevoli con Renzi, con Ministri e anche con capi di Stato stranieri e non ha mai avuto neanche la tentazione di spacciare banali contatti come successi istituzionali. Mai! Solo chi pensa che parlare con Draghi al telefono da Presidente della Regione sia come aver ricevuto la grazia di un cenno di sopracciglio dal re può vantarsene senza accorgersi di quanto ciò sia amaramente vergognoso per tutti noi.
Tuttavia, asetticamente, abbiamo la trascrizione della parte iniziale della telefonata, fornitaci dal nostro uomo all’Avana.
TRASCRIZIONE:
– Onorevole Salvini, attenda in linea, le passiamo il Presidente…
– Solinas: No, sono il presidente della Sardegna Solinas…
– Ah! Soli….chi? Può ripetere, mi scusi?
– Solinas: So-li-nas, faccio lo spelling?
– No, no, non c’è bisogno caro, attenda…
Draghi: Pronto
Solinas: Presidente buongiorno! La ringrazio per….
Draghi: Scusi, non ne abbia a male, ho poco tempo. Che c’è?
Solinas: Il primo punto è la flotta sarda…
Draghi: Cosa ha detto?
Solinas: La flo….. continuità territoriale aerea..
Draghi: Ah! Sì, ne parli con i trasporti e poi vediamo. C’è altro?
Solinas: Sì, cioè, la calamità degli incendi è…..
Draghi: Sì?
Solinas: Cioè…..
Draghi: Cioè, cosa? Forza…
Solinas: Gli indennizzi…
Draghi: Cosa?
Solinas: I vaccini sono importanti, perché…
Draghi: sì sì, vero, bravo bravo…
Ecco, ci fermiamo qui. Umiliati.
Non è mia intenzione avviare una disputa inutile su una piccola parte di un articolo che fatico a condividere. Chiarisco che questo non scalfisce per niente la stima e il rispetto che nutro nei confronti del Professore e per il suo quotidiano impegno per quest’isola, abitata da molti figli che la amano ma da troppi figli ingrati che la sfruttano e la feriscono solo per il proprio tornaconto.
Potremo
Sembra tutto vero.
È comunque credibile.
Il finale?
Potremmo metterlo noi
Accostamento improbabile a Travaglio.
Piuttosto uno scritto raffinato e erudito giustappunto adatto al nobile Laureato.
A noi il Professore piace così!
Egregio, capisco. Ne terrò conto, ma non è lo stile travaglio dell’argumentum ad personam, è il dolore di vederci regredire al rango di questuanti. Comunque, ci penserò sopra. grazie.
Sarà stata l’ebbrezza del volo. Si sa, a volte si vomita più che parlare
Goi, po nàrrere, deo no bia a sèzzere in s’elicottere si su pilota est’isse…
Ho sempre apprezzato la serietà dei contenuti e il modo con cui vengono raccontati i fatti in questo blog. Mi scuso se non arrivo a capire la finezza con cui è stata scelta la chiusura dell’articolo, ma questa volta ho difficoltà a condividerne il metodo, non il contenuto. Personalmente mi ricorda lo stile “Travaglio” che non apprezzo.
L’uomo all’Avana ha riportato fedelmente i fatti. Un resoconto imbarazzante privato però di una nota di colore esilarante. Mi è stato fatto notare che l’intransigente capo dell’Autonomia sarda quando parla con qualunque interlocutore Continentale, rende privo il suo parlare di ogni inflessione isolana. Sibila, modula e converte la voce nascondendo e sterilizzando la pronuncia (che si vergogni?), arrivando a troncare le parole in una apocope vocalica al quale si deve essere esercitato recitando la famosa canzoncina:.
“Siam tre piccoli porcellin, siamo tre fratellin,
mai nessun ci dividerà, trallalla-lallà.
In un tiepido mattin se ne vanno i porcellin
dimenando al sole i loro codin, spensierati e birichin”. Quindi il suo parlare è tutto un “Matteo, abbiam risolto il problema del prezzo del latte”, “Siam riusciti a dare i ristori al Montiferru in tempo reale”, etc.
Ma, è uno scherzo?
15 anni fa ci fu un Governo regionale che conquistò competenze anche sui trasporti extraregionali, primi e unici in Italia
Oggi c’è un Governo regionale che nemmeno lo sa
Roba del genere soltanto a “Scherzi a parte”.
Mah …un messaggio in segreteria sarebbe stato più dignitoso
Ma che si vuole commentare? Forte con i deboli, azzerato dai forti.
La sua forza? La totale mancanza di dignità e vergogna. Umiliato? Si, ma tanto….. Torno alla mia corte di nani e marionette
Solinas chi?