Ieri Augusto Cherchi e i consiglieri del Partito dei Sardi hanno depositato questa interrogazione per indurre l’Assessore alla Sanità a garantire ai diabetici sardi di potersi curare alle stesse condizioni garantite nelle altre regioni d’Italia alle persone afflitte da questa patologia.
Qualcuno può avere avuto la sensazione che il Partito dei Sardi si sia occupato di un diritto dei sardi così importante e delicato occasionalmente, quasi per scherzo.
Credo che se si è avuta questa sensazione, si sia commesso un grande errore.
Noi su questa battaglia andremo fino in fondo.
Stiamo assistendo a una campagna elettorale tanto vuota quanto gridata, dove gli interessi legittimi sono meno rilevanti delle accuse gratuite usate e costruite , in un agone sempre più feroce, per distruggere l’avversario.
Stiamo concorrendo ad animarla tenendo in alto gli interessi nazionali dei sardi, negati.
La Giunta regionale sul diabete, che è un’emergenza nazionale sarda, tace.
Nel profluvio di comunicati stampa che quotidianamente invade i media e che vorrebbe rassicurare i sardi sul fatto che va tutto bene, noi diciamo che sul diabete non solo le cose non vanno bene ma che vanno scandalosamente male e che meriterebbero un immediato intervento di chi ha la responsabilità del governo dei processi ordinari e acuti della Sardegna.
Noi pensiamo che sia assurdo che la Commissione per il Prontuario Terapeutico Regionale (PTR) della Regione Sardegna (della quale, tra l’altro, attualmente non fa parte nessun endocrinologo o diabetologo) abbia previsto limitazioni prescrittive che hanno discriminato 100.000 sardi.
Se si pensa di risparmiare in sanità in questo modo e nel mentre si spera di ottenere facili consensi politici promettendo ogni giorno nuove assunzioni, allora si troverà il Partito dei Sardi sulla propria strada come mai prima è accaduto.