È sempre la solita storia. La Destra non sa stare al mondo, ossia non riesce a giocare il proprio ruolo se non isolandosi nei confini nazionali, con la copertura pseudo-culturale del suo nazionalismo.
Questa tendenza autarchica è inevitabile, perché tutte le destre usano l’identità nazionale per rassicurare i cittadini incolti rispetto alle loro paure. Contro gli stranieri ci sono le frontiere; contro gli speculatori ci sono le frontiere; contro gli omosessuali ci sono le frontiere; contro il cibo spazzatura ci sono le frontiere ecc. ecc.
Il problema è che con questi primitivismi si possono vincere le elezioni, ma difficilmente si governa a vantaggio di quel popolo di cui si è vellicato il ventre.
Non a caso, il governo Meloni si è indebitato per ulteriori 21 miliardi, andando così ad aumentare il debito dell’Italia a oltre 2770 miliardi di euro, con l’intento di fronteggiare il caro bollette, ma le bollette, col primo dell’anno, sono comunque vertiginosamente aumentate.
Se a questo si aggiungono gli effetti della guerra e dell’inflazione (il pane viaggia nel 2023 intorno ai 5 euro al chilo) si capisce bene che la prima manovra finanziaria del Governo Meloni ha mancato l’appuntamento con i problemi reali del Paese, con misure propagandistiche come il massimale sul contante. La Destra non sfugge al suo problema storico: non ha una ricetta sul come produrre ricchezza sostenibile e ha ricette vecchie su come distribuirla. Sa molto, e altrettanto sbaglia, sul potere, ma non sa usarlo se non che per esibirsi.
Per risolvere i problemi di una nazione moderna serve una solida cultura dei rapporti internazionali, profonde conoscenze delle dinamiche dei mercati, capacità di disciplina delle tendenza dissipatorie del popolo. Tutti requisiti che né il premier né la squadra possiedono. Avere una politica estera, oggi, significa non limitarsi all’atlantismo, ma avere capacità di manovra (e capacità di conquistarsela) rispetto alla globalizzazione finanziaria, alla delocalizzazione produttiva, alle politiche di autonomia energetica, alla ricerca applicata. all’istruzione ecc. ecc.
Come colma il governo di Destra la sua insufficienza di sapere e di potere? Con le proprie bandiere ideologiche: il presidenzialismo, l’autonomia differenziata, la lotta per annegamento all’immigrazione clandestina. Tutte armi di distrazione di massa, la più pericolosa delle quali è proprio il presidenzialismo, cioè il tentativo di eliminare una funzione di garanzia, un arbitro, in uno Stato che ha una lunga tradizione di ostilità agli arbitraggi.
È in questo contesto che si colloca il video della premier Meloni del 2019, cioè di una Meloni ancora all’opposizione, che si lamenta indignata dell’incidenza delle accise sul prezzo della benzina. Il contrasto tra la sicumera della Meloni di opposizione e l’incapacità, sullo stesso tema, della Meloni al governo è il paradigma della Destra, bravissima ad agitare le piazze, incapace nel governo delle situazioni complesse.
La responsabilità, per noi che osserviamo e commentiamo, è ripeterlo, per vellicare l’intelligenza e non la pancia.
Già. La complessità non ama le semplificazioni.
Grazie per tutte le vellicazioni che offre questo blog.