Ieri è andata in onda una tragicommedia. L’ennesima riunione congiunta della 2a e della 6a Commissione del Consiglio regionale è stata ancora una volta rinviata a giovedì della prossima settimana. All’ordine del giorno vi era il parere delle due commissioni sulla delibera di Giunta sui bonus sanitari di cui parlammo il mese scorso, dicendo al Pd che aveva smesso di fare politica, visto che consentiva bardane dissipatorie quale questa dei bonus.
Le due Commissioni non si sono riunite, nonostante la presenza in Consiglio dell’Assessore.
Quando saltano le riunioni già convocate, significa che la maggioranza le vuole fare saltare.
Gli organi di stampa, a mio modestissimo avviso ‘inzullate’ da inagguantabili figure di vertice, hanno scritto per tutta la giornata che il motivo del mancato parere sarebbe dovuto all’istruttoria che i tecnici del Consiglio hanno elaborato rispetto al provvedimento della Giunta.
Questo il testo dell’esame degli uffici del Consiglio.
Si tratta di un testo assolutamente coerente con la qualità (alta) della competenza dei funzionari del Consiglio e normalissimo nei contenuti, nel senso che, almeno ai miei tempi, l’istruttoria normativa sui disegni di legge, e su tutti i provvedimenti sottoposti all’esame delle Commissioni, era severa e molto utile per eliminare dai testi le parti in contrasto con leggi nazionali e regionali vigenti.
In questo caso, l’obiezione più ficcante è che lo stanziamento previsto dalla Giunta è a valere sul Fondo Sociale Europeo e viene indirizzato a acquistare prestazioni sanitarie. La legge 328/2000 art. 1, comma 2 specifica quali misure debbano intendersi come ‘prestazioni sociali’ e esclude esplicitamente che esse possano essere volte a sostenere le situazioni già assicurate dal sistema sanitario e dal sistema previdenziale.
Non solo, il Consiglio fa notare che la delibera della Giunta viola in forma diretta e esplicita i tre principi cardine del sistema sanitario italiano, e cioè l’universalità dei servizi, l’uguaglianza dei cittadini dinanzi a tali servizi (che vengono riconosciuti a tutti a prescindere dal reddito o da qualsiasi altra condizione sociale) e l’equità (parità di accesso a parità di condizioni di salute).
I tecnici del Consiglio hanno bocciato il testo della Giunta per ragioni politiche? Ecco, questa è l’unica cosa che si può escludere con certezza. Lo hanno bocciato perché il loro mestiere è difendere l’operato del Consiglio, quindi non esporlo a censure e bocciature.
Viceversa è certo che nascondere la crisi della maggioranza dietro il parere dei tecnici del Consiglio, questo sì è stato calcolo politico. È la maggioranza che ha divulgato il parere degli uffici, perché era ed è una perfetta cortina fumogena per celare la crisi politica in atto.
Chiarito tutto questo, veniamo alla nostra Desirè (che continua ad ispirarmi più simpatia di altri, anche perché combatte con la sua faccia e non con pattuglie di sodali e di legali). Desirè sa perfettamente che la Giunta se ne può altamente catafottere del parere del Consiglio, il quale o si esprime in venti giorni o può allegramente andare a farsi benedire; qualora poi si esprimesse con parere negativo, otterrebbe un effetto morale, ma non procedimentale (la legge, infatti, dice che la Giunta deve acquisire il parere, non che ne dipende: Legge regionale 13/2010, art. 16 bis, comma 2). Penso che ieri Desirè fosse pronta a affrontare tutto e tutti per poi procedere dritta per la sua strada, perché per lei la sua volontà vale più del diritto e il parere del Consiglio le interessa quanto a me il ciclo riproduttivo degli acari.
La sua maggioranza l’ha bocciata, ma non per il parere espresso dagli Uffici, piuttosto per contrarietà politica ai suoi contenuti, ai suoi metodi, al suo stile.
Il problema è che il contrasto non è più solo con Desirè (in fin dei conti questa delibera è soprattutto scritta male e non calibrata nel pensiero, come tante se ne possono leggere; avrebbe avuto bisogno di una decantazione in termini di diritto e di procedura, mais toi, Eugène, où étais-tu, où étais-tu quand cette terrible résolution a été écrite?); il problema è della maggioranza con la Giunta.
Si rifletta un attimo: l’attuale Giunta ha ereditato dalla Giunta Solinas la pessima abitudine di non rispettare il ciclo virtuoso delle date dell’adozione dei bilanci che ha poi determinato la montagna di denaro non speso su cui è seduta la Todde.
Sempre dalla Giunta Solinas, l’attuale Giunta ha ereditato il meccanismo delle mance erogate dal Consiglio a amici e conoscenti , come rimedio al blocco sostanziale della spesa.
La Todde, prendendo una cantonata pari a quella elettorale e alla bufala del risanamento di Abbanoa (che ha un presidente di notevole spessore comico, colui che ha promesso di ridurre le perdite del 20% in un anno….), ha fatto fare all’assessore Meloni l’errore esiziale di posticipare il bilancio alla legge (non pronta) sulla Sanità.
Di fatto, la Giunta ha condannato il Consiglio a un gravissimo rallentamento nella spesa che oggi già raggiunge, nei fatti, metà della legislatura (anche la spesa di quest’anno è bella che andata, dopo due mesi di esercizio provvisorio senza che la finanziaria sia entrata ancora in Aula). È chiaro che i consiglieri regionali hanno tutto il diritto di essere imbufaliti. Ma Desirè, non lo ha capito.
Anziché fare un’alzata di spalle e andarsene dal Consiglio, lasciando che la guerra venisse gestita da chi l’ha scatenata per eccessiva volontà di controllo, cioè dalla Todde, Desiré ha dato battaglia, da sola, (non si registrano comunicati di Gasparetti, nessun annuncio di primato nella storia dell’universo) accendendo un fuoco che però rischia di colpire non tanto il Consiglio, quanto la Todde, con la quale non è igienico scontrarsi se non si è autonomi e distinti dal suo potere.
Desirè sfasciatutto è esattamente ciò che i consiglieri regionali avevano previsto.
Quando si vota il governo populista e lo si porta nel deserto, entro 5 anni ci sarà una carenza di sabbia.
La più votata in Sardegna la dice lunga sulla qualità dell’elettorato.
Chi è vittima dei propri mali pianga se stesso.
Professore mi spieghi una cosa
Come ha fatto la Giunta ad approvare il piano regionale di sviluppo se il suo Presidente è decaduto?
Peraltro non ha ancora depositato alcun ricorso
Grazie per la cortese risposta se vorrà
“Dilettanti al Podere”
Buongiorno. Secondo me “inzullare” vuole la T prima della zeta.
Il problema rimane sempre lo stesso, la delibera (a mio avviso, sarebbe anche potuta passare qualora tra maggioranza e opposizione non ci fosse il famoso clima) ma non rispettava i tre principi cardine. La maggioranza che si vanta di essere in prima linea, rispettosi delle legge, contro poteri forti, competenti, ne sta uscendo distrutta da un opposizione che si notti bene, non fa le barricate sui principi e i diritti dei sardi ma bensì và a cercare i cavilli burocratici per far apparire in mala luce gli assessori di turno, il tutto frutto di comportamenti presuntuosi e onnipotenti della Presidente e il suo staff. Abbiamo bisogno di persone competenti, obbiettive che devono valutare di volta in volta i decreti, le leggi, a prescindere dal colore politico ma bensì basandosi sui diritti dei sardi. E’ frutto di una politica balorda (senza colori politici) basata sul clientelismo dove vengono distribuiti incarichi per volere del partito di turno e non di merito., creando gli enti pubblici dei veri poltronifici molto spesso per persone senza esperienza. basti pensare tutti i commissari degli enti che si nominano a seconda delle elezioni. Abbiamo bisogno solo ed esclusivamente di una classe politica differente, attenta ai problemi e non a coltivare elettorato sulle spalle dei cittadini bisognosi o poco attenti.
Non ci sono commenti da fare. Dopo la vergogna umiliante di Lega-Solinas, il disastro Todde-centro sinistra proni ai partiti colonialisti italici.
Desire’ “the mask” Carrey lo rifarebbe 100 milioni di volte (come ha scritto). Tanto il culo e’ il nostro!