A leggere con attenzione l’ordinanza con cui il Collegio di Garanzia Elettorale ha inflitto la decadenza alla Todde, si colgono cose che lasciano a dir poco perplessi e si capisce, forse meglio, perché il Collegio ha trasferito gli atti in Procura.
Il tetto massimo di spesa Nel primo paragrafo dell’ordinanza, il Collegio dice di aver stabilito a maggioranza di non contestare al presidente il superamento del limite massimo di spesa di 52.000 euro e rotti, perché non esisterebbe un tetto per il candidato presidente. Questione discutibile, ma che va presa per buona.
Tuttavia a me, ieri, mentre tornavo da un evento triste, è rimasto in testa di rifare il conto di quanto ha speso il Comitato pro Todde il cui rendiconto è stato esibito in prima battuta come proprio, e poi rinnegato, dalla presidente Todde.
Così, tornato a casa, ho cominciato a fare addizioni, esattamente mentre specialisti della calunnia insinuavano cose assurde contro i giudici (non contro il loro operato, che è sempre cosa coraggiosa e nobile, se fondata sui fatti, ma sulle persone, che è una cosa da miserabili) e i gechi del Consiglio regionale inventavano la gabola ridicola (sperano la mettano in atto, perché allora i miei legali avranno vita facilissima) che prevede che pur essendo il presidente Todde un consigliere regionale a tutti gli effetti, eletta nell’elezione contestuale degli altri, concorrendo al novero e al numero dei consiglieri di maggioranza, votando in aula come loro, non sia un consigliere regionale cui si possano applicare le norme sulla rendicontazione delle spese e sulla decadenza in caso di violazione.
I 38.000 euro inizialmente anonimi Il Collegio censura la mancata presentazione dell’estratto conto del conto corrente di Banca Intesa usato dal Comitato pro Todde, al posto del quale è stato invece presentata una lista movimenti (punto 5 dell’ordinanza). Il Collegio ha comunque esaminato la lista movimenti e ha rilevato che “non compaiono i nominativi dei soggetti persone fisiche o società che hanno erogato in data 23.01.2024 il finanziamento pari a € 30.000 ed in data 21.02.2024 € 8.000″.
Nel rendiconto presentato dal Comitato Pro Todde le date di questi 38.000 euro coincidono con un versamento di 8.000 attribuito al Pd e di 30.000 attributo al Movimento Cinquestelle. Perché il Collegio dichiara di registrarne l’esistenza non dalla rendicontazione presentata (dove pure si indicano i due versamenti e i soggetti che avrebbero versato), ma dalla lista movimenti e addirittura afferma che non è possibile individuare i soggetti (strano che non risulti evidente il soggetto che realizza un bonifico) quando il rendiconto li attribuisce ai due partiti?
Se ne può dedurre che il rendiconto non rispecchia fedelmente i movimenti bancari del conto corrente?
Se così fosse, non mi parrebbe una cosa da poco e capirei la trasmissione degli atti in Procura, non tanto dunque per la contraddittorietà delle dichiarazioni della Presidente, quanto per la difformità nel rendiconto tra dichiarato e movimentato. Queste cose non sono banalità.
Nei chiarimenti forniti al Collegio, la Todde avrebbe chiarito la provenienza dei soldi, ma noi non possiamo sapere in cosa consistano questi chiarimenti.
Il diritto a sapere Sono andato a rileggermi tutte le dichiarazioni della Todde e dei suoi entourage. Nessuno ha chiarito da dove provengano i 38.000 euro rendicontati in modo così farraginoso.
Perché?
Mi pare una domanda legittima alla presidente ancora in carica, la quale dovrebbe chiarire in un secondo due questioni:
a) perché ha presentato come proprio un rendiconto che sapeva (giacché poi ha dato chiarimenti) in qualche modo difforme dalla realtà dei movimenti bancari?
b) perché non dice ai suoi concittadini cosa è realmente successo.
Lo chiedo con una curiosità in più: qualche giorno fa l’Ufficio Stampa della Todde si è impadronito di una ‘vittoria’ nel contenzioso che contrappone l’Enel alla Regione sulla centrale sul Taloro (lascio da parte la rivendicazione di merito dell’ex assessore Salaris per carità di patria).
Domani parlerò di questa vicenda, perché se c’è una cosa che ha distinto la Giunta Pigliaru dalla Giunta Todde è stato l’atteggiamento dialettico della prima verso l’Enel, in ragione di una politica dell’energia che aveva solide basi politiche e culturali. Noi e nessun altro abbiamo incardinato il contenzioso sulle dighe, e in particolare su quella del Taloro, contro l’Enel.
Viceversa, la Giunta Todde è nata su una campagna elettorale che ha visto da una parte Renato Soru collocato contro il Decreto Draghi, e la Todde che ne negava l’esistenza, con una posizione, dunque, certamente più favorevole alle major dell’energia. Oggi, tripudiare su Enel mi pare far festa per un incidente di un alleato che per la sconfitta di un avversario.
non sono addentro alle norme che hanno determinato il provvedimento del Collegio di Garanzia, ma avendo assistito dal di dentro e per anni alle attività di un organismo di controllo sui procedimenti elettorali credo di conoscerne il modo di procedere;
questo consiste nel pronunciarsi, col conforto anche di valanghe di chiarimenti e di interpretazioni dettate dagli organi superiori, tribunali, cassazione e via dicendo, attenendosi letteralmente e rigidamente alle disposizioni di legge.
non potrebbe essere altrimenti e si intuisce facilmente il perchè: proviamo a pensare allo sconvolgimento al quale, nel futuro prossimo, sarebbe sottoposto l’intero procedimento elettorale, alla luce del precedente creato.
non penso che qualunque tribunale possa concepire una deroga ad una applicazione delle leggi che sia meno che rigorosa
Si appalesano azzeccagarbugliate inverosimili! Cribbio, la legge parla chiaro e non può essere addomesticata a proprio piacimento e/o a come gira il vento! Per il bene della Sardegna, si dimetta prima di fare altri danni!
Egr. Prof.,
oggi una serie di contrattempi mi impongono un brevissimo commento, copiato spudoratamente dai nostri padri latini:
DURA LEX, SED LEX!
Poi arrivò quel tal Machiavelli col deleterio:
IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI !
che diede avvio al degrado etico del popolo italico e ai sofismi dei legulei per dimostrare che qualunque mezzo si usi, ad es. confondere le acque, trova motivo d’essere per raggiungere il fine (mantenere la poltronissima)
Alla prossima!
Cosi titola l’unita on-line
Il caso della governatrice
Chi ha fatto fuori Todde, nel collegio di garanzia il padre di un non eletto di FI e la sorella di un ex senatore di IV: i nomi
Nel Collegio di garanzia elettorale che ha decretato la decadenza della governatrice Gemma Cucca, sorella dell’ex senatore omonimo di Iv e Tullio Conti, padre del candidato non eletto di FI alle ultime regionali
POLITICA – di Paolo Comi
ecco a chi danno la colpa
Egregio Professore
Non mi sembra che i media regionali e nazionali siano assolutamente schierati a favore della Todde, credo fermamente inoltre che la Todde abbia il diritto a presentare un ricorso nelle sedi preposte e solo dopo si debbano tirare le conclusioni visto anche l’eseguità del contendere.
Non c e’ solo il conflitto politico, il gioco delle parti ma sopra ogni cosa c e’ il DIRITTO , la norma giuridica che TUTTI dobbiamo rispettare.
Non si capisce bene cosa nuoce maggiormente alla Todde
La dichiarazione di decadenza oppure I suoi sostenitori?
@ Sergio Leone Egregio, Le rispondo per il brivido che mi dà fingere di rispondere al regista che ha inventato e reso drammatico questo scambio di battute:
Fat Moe: «Cosa hai fatto in tutti questi anni?».
Noodles: «Sono andato a letto presto».
Io non sono un giustizialista e ho pagato un prezzo altissimo per non esserlo mai stato. Credo nello Stato di diritto e quindi nell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Per me la domanda è: perché la Todde non dovrebbe decadere se una norma prevede che decada?
Per il resto, sono un oppositore politico della Todde e del sistema politico regionale sardo, perché lo trovo degradato, parassitario, arrogante, civilmente feroce e ostentatamente orientato a vivere sopra la legge. In un contesto nel quale i media principali si sono schierati con la Todde e col suo sistema, questo è un luogo di dura resistenza.
Ricordo qualche mese fa i 5 stelle urlare all’onesta’ davanti al consiglio regionale della Liguria chiedendo le dimissioni di Toti, perché un Presidente di regione non ancora condannato non poteva certo governare da casa sua, essendo agli arresti domiciliari.
Bene!
Neanche la Todde può governare se dichiarata decaduta.
L’appello può essere fatto soltanto al Collegio Nazionale di garanzia.
Dunque fino al.provvedimento definitivo nulla può essere fatto dalla Giunta e dal Consiglio che abbia valore giuridico.
Si mettano l’anima in pace tutti i consiglieri regionali che ora si sono riscoperti stacanovisti.
Leggo giornalmente i suoi commenti contro la Governatrice Todde, quasi fosse accusata di chissà quali delitti, truffe o quant’altro, il contendere ancora da accertare nelle sedi opportune sembrerebbe sia di poche migliaia di euro non rendicontati.
Nel mondo politico che si occupando di puntare il dito contro la Todde invitandola a dimettersi ci sono fior di inquisiti e condannati e parliamo di cifre e di accuse ben più importanti di quelle che sono rivolte alla Governatrice Todde, non le sembra che Lei stia esagerando nel suo giustizialismo facendo anche da SPALLA a certi loschi individui regionali e nazionali
…..e se non fosse sciatteria ,ma furbizia levantina per confondere le acque , nascondere finanziamenti e spese non giustificabili e di cui nessun mandatario se ne avrebbe accollato la responsabilità!!!! Se poi si è confidato nella presunzione di controlli superficiali e proforma …… è facile arrivare alla conclusione di onnipotenza per superare l’osservanza della legge .Sono solo supposizioni senza fondamento ? Forse ,………solo il giudice ha il potere ed i mezzi per verificarlo ; attendiamo gli sviluppi .
Marco Casu Sì, è possibile che le cose stiano come dice Lei, ma mi rimane il dubbio del perché alcuni versamenti risultino parlanti già dalla lista movimenti e altri lo divengano solo con l’estratto conto. Non capisco e mantengo l’idea di un rendiconto che tenti di mettere ordine in una situazione di movimenti opachi.
Gentilissimo Professore la ringrazio per la sua preziosa domanda perche’ mi offre il destro:
A pagina tre (rilievo n.6) il collegio sostiene espressamente che i due finanziamenti , quello di gennaio per euro 30 mila e quello di febbraio per euro 8 mila risultano sprovvisti dei nominativi dei finanziatori.
E ‘ a pagina sei che il collegio fa menzione di estratto conto in cui vengono alla luce, PD e Sinistra futura; questo, estratto conto della Intesa Montecitorio ritengo sia stato prodotto come Chiarimento a una richiesta del collegio.
E’ bene sottolineare che questo conto NON e’ quello previsto e obbligatorio della 515. NO.
E comunque saltano quei finanziatori e NON c e ‘ Comitato che tenga
I Contributi e le spese devono essere riferite al CANDIDATO e non a schermi X e Y
Ed e’ qui che casca l’asino perche’ non e’ pensabile che i predetti due finanziamenti siano destinati al movimento cinque stelle ma a una candidata precisa, quella alla Presidenza della Regione.
Torno a dire , a ipotizzare a presumere a domandarmi e domandare
Ma chi e’ il pazzo che accetterebbe di fare il mandatario, in queste date condizioni?
Nel frattempo gli ex pasdaran della prima ora, quelli che irridevano sprezzanti i consiglieri giuridici (!) della presidente sull’ineluttabilità della decadenza, con una giravolta di 180 gradi propongono uno sfacciato “lodo-Todde” volto a salvare la legislatura, e fondato non su ragioni giuridiche ma sull’interpretato <>
@ Paolo Chi non ha nominato mandatario lo ha fatto perché ha speso meno di 2500 euro e la legge prevede che in questi casi non sia necessario farlo.
@ Marco Casu La sua osservazione è correttissima, ma allora perché gli altri bonifici Pd e Cinquestelle sono risultati espliciti e parlanti?
Professore buongiorno; siccome sono un contabile Le posso riferire che alcune banche(non tutte) nella lista dei movimenti non indicano colui che ha disposto il bonifico. È necessario l’estratto conto per potere individuare il nominativo e così potere registrare in contabilità l’accredito.
Ma , a parte questo, rileggendo come ella i singoli rilievi sorge anche per me una perplessità; un sospetto, non una certezza ..vada per una ipotesi, eccola:
E se invece NON siamo di fronte a un caso di “incapacità” nel comprendere ed ottemperare alle disposizioni della 515 ma bensì alla impossibilità per chiunque (di quell’ambito) di accettare la nomina di Mandatario?
È una ipotesi che faccio perché è oltremodo difficile PENSARE, fin anche per gli individui di debolissimo intelletto, non nominare un mandatario.
È una cosa nel mondo della politica che sanno veramente tutti e mi vergogno a scriverlo perché è di una banalità che getta sconcerto.
È impossibile!
Scusate la mia ignoranza, in un articolo della quotidiano Nuova Sardegna, ci sono le rendicontazioni degli onorevoli, di maggioranza e opposizione. In molti non hanno aperto il conto dedicato e neanche nominato il mandatario. In questo caso dovrebbero essere tutti quelli che non hanno operato secondo la legge decaduti o sbaglio.
La nostra sarebbe la patria del diritto – e del rovescio – naturalmente. L’argomento della decadenza del Presidente della regione è diventato quello del giorno. Anzi, accompagnerà nel tempo questa consigliatura regionale, delegittimandola di fatto, se non ancora di diritto, C’è da rimanere basiti quando si leggono ragionamenti secondo i quali la giunta delle elezioni potrebbe dichiararsi incompetente a decidere perché la presidente della Regione sarebbe consigliera di diritto e non consigliera eletta. Solo presidente eletta. Una distinzione di notevole spessore giuridico che deve essere sfuggita agli estensori dell’ordinanza – ingiunzione di decadenza. Todde rappresenterebbe una sorta di corpo estraneo perché consigliera regionale solo di diritto. mentre -dico io – lo è anche di fatto, visto che, come il mio sindaco, che è uno dei 21 consiglieri del mio comune, vota tutte le proposte di delibera della sua maggioranza. Non sono un esperto di diritto, ma sto diventando bravo nel rovescio. Ogni questione infatti ha il su rovescio, come le monete. Il cui valore attuale però non cambia. Il tema discusso richiama la discussione teologica sul sesso degli angeli, mentre i Turchi di Maometto II stavano per espugnare Costantinopoli. Chi sono i Turchi in questa vicenda? Ci sono davvero? Chi sono gli angeli e soprattutto sono sessuati? E quanta parte avranno certe fini dissertazioni “teologiche”, quando si pretende di utilizzare il diritto come la plastilina per avere ragione comunque? Che furbizie, vero?.
Egr. professore credo che a molti, e parlo da cittadino, imprenditore, da consigliere comunale manchi la giunta Pigliaru. E proprio per questo, a mio avviso, la scarsa classe politica continua a fare grandi strafalcioni e non se ne rendono conto, mettendo in cattiva luce tutta la politica seria in generale. Abbiamo bisogno di un ritorno al passato…
L’unica strada da percorrere e’ un ricorso autonomo promosso da un gruppo di elettori perche’ venga dichiarata l’ineleggibilita’ e, dunque, la decadenza. Nessuno dei consiglieri eletti vuole la decadenza e continueranno per mesi/anni con l’interpretazione di cosa puo’ e cosa non puo’ fare il consiglio. Un ricorso elettorale autonomo avrebbe invece la corsia preferenziale di tempi brevi. Se si farà portavoce di una iniziativa del genere avra’ il sostegno di molti.
P.S.: se si vuole fare die risate vada a leggere i rendiconti dei consiglieri pubblicati dalla Nuova.
Per Mauro se i soldi sono i suoi perché non lo dice chiaramente che difficoltà ci sono a dichiararlo
@ Mauro Non scherziamo, mi paiono cose molto serie se confermate.
Quella che ci governa è benestante e questa è una grande libertà. Probabilmente i soldi anonimi sono i suoi. Si è pagata gran parte della campagna (non so se si riferisse a quella elettorale o all’altra).