Tutti sappiamo che vi è una corrente politica e culturale che sostiene l’inutilità delle elezioni: basterebbero i sondaggi. Basterebbe cioè su ogni cosa consultare il parere dell’elettorato. È la famosa democrazia diretta dell’epoca digitale. Ma questa convinzione nasconde un obiettivo autoritario, una minaccia per la libertà. È di oggi l’ennesima rivelazione di come nell’epoca digitale la manipolazione delle persone sia aumentata anziché diminuita: le elezioni brasiliane che hanno visto vincente al primo turno Bolsonaro, una persona che non nasconde i suoi intenti autoritari e razzisti, sono state intossicate da milioni di messaggi su WhatsApp.
In Sardegna, invece, abbiamo ancora le decisioni prese per via feudale, con subordinazione e inchino al signore di turno, in questo caso la Lega, o accordi tra capibastone che designano il candidato che risulti essere punto di equilibrio tra i loro poteri.
Noi continuiamo a dire: decide la Sardegna, decidono i sardi. Il 16 dicembre decide la Sardegna e si va a votare e a resistere.