Ieri, il Tribunale di Cagliari ha fissato l’udienza nella quale discutere il ricorso presentato dai legali della presidente Todde, contro l’ordinanza di decadenza emessa dal Collegio di Garanzia. La data è fissata per il 20 marzo.
Oggi i due quotidiani raccontano l’evento con molta accortezza, quasi camminando sulle uova, ma ieri Cagliari è stata scossa da un duello rusticano tra le due fazioni, pro e contro la decadenza, impegnate a decodificare il significato della fissazione di questa data, né vicina né lontana.
Come i miei lettori sanno, ho un rapporto difficile con le divise (a parte i Carabinieri, che hanno ancora un loro codice morale) e con il sistema giudiziario complessivamente inteso, cioè con i magistrati e con gli avvocati.
Dei primi non mi piace la militanza, variamente dissimulata, e dei secondi l’acquiescenza alle toghe, la tentazione mercenaria e lo scetticismo cinico.
In questa mia luminosa e buia condizione di isolamento, ho riflettuto sull’accaduto, sentendo qua le là i rari indipendenti che ancora ragionano di diritto a Cagliari non a tariffa.
Primo punto: che cosa hanno chiesto i legali della Todde al Tribunale?
Due cose: la sospensiva degli effetti dell’ordinanza; l’annullamento della dichiarata decadenza.
Forse io ho capito male le argomentazioni dei legali della Todde esibite coram populo nei giorni scorsi, ma credo di non ricordare male se dico che essi proclamavano che l’ordinanza non era efficace rispetto alla decadenza e che la Todde era nel pieno dei suoi poteri ecc. ecc.
Or dunque, come direbbe il dottor Pettola, deve pur essere successo qualcosa se i legali hanno chiesto la sospensiva degli effetti di un provvedimento al quale fino al giorno prima negavano efficacia. Chiedendone la sospensiva, lo hanno riconosciuto capace di determinare effetti, diversamente perché chiedere di sospenderli? La cosa non è indifferente rispetto a ciò che dovrà poi fare il Consiglio regionale. Staremo a vedere.
In secondo luogo, quando si chiede la sospensiva di un’ordinanza, lo si fa segnalando al giudice due rischi: il cosiddetto fumus boni iuris e il periculum in mora. Detto in parole semplici, si dice al giudice di valutare il proprio buon diritto a opporsi a un provvedimento e si segnala che può essere irrimediabile il danno derivante dall’attuazione dell’ordinanza nelle more del tempo necessario a giudicare il ricorso presentato. Il giudice si pronuncia entro cinque giorni sulla sospensiva.
Il fatto che il giudice abbia fissato l’udienza per il 20 marzo ha comunque un significato: le carte sono legittime e c’è il tempo per analizzarle.
Se, infatti, l’ordinanza fosse stata giudicata campata per aria, allora la sospensiva sarebbe stata immediatamente concessa. Dove è finita l’accusa mossa alla presidente del Collegio di Garanzia elettorale di aver “alterato la realtà”?
Adesso sappiamo almeno una cosa: si va a un vero processo in punta di diritto, senza tifoserie e senza tempi di battuta da teatro dell’arte. La temperatura è stata abbassata: occorre dare spazio al cervello.
Sul versante dell’inchiesta penale, quella giustamente circondata dal massimo riserbo, ieri le tifoserie si sono scannate su questa questione: come mai è bastato che Li Gotti depositasse una denuncia contro la Presidente del Consiglio dei Ministri per vedere quest’ultima iscritta al registro degli indagati e, invece, la stessa cosa non è accaduta a Cagliari, a più di un mese dalla trasmissione in Procura del fascicolo del Collegio di Garanzia elettorale?
I toddiani rispondono che l’analogia non è fondata, perché nel caso di Li Gotti si è trattato di una denuncia esplicita contro determinate persone, nel secondo di una trasmissione di atti per la loro valutazione.
A me pare che questa risposta sia giusta.
Immagino che la Procura abbia delegato le indagini alla Polizia Giudiziaria e qui, però, la mia fiducia nello Stato (che è notoriamente bassa, perché, per esempio, questo Stato tollera che, in un ospedale non lontano da Cagliari, si nomini un ginecologo Direttore pro tempore della Chirurgia toracica, dopo che il facente funzioni della chirurgia toracica, precedentemente in carica, si è dimesso a seguito di un incontro collegiale con l’assessore finito male. A un bisticcio si è reagito con un pasticcio a torace aperto, questo è lo Stato in cui viviamo!), perché non riesco a vedere né tra i finanzieri, né tra i poliziotti, né tra i Carabinieri chi abbia competenze adeguate a capire di campagne elettorali, di finanziamenti ai partiti e alle campagne elettorali e dei relativi e complessi meccanismi di tracciabilità previsti dalla legge. Lasciamo lavorare le divise, conoscendone l’alto ingegno!
Tuttavia, per chiudere con un caffè discettante, il problema dei rendiconti elettorali della Todde non è dato dai flussi in entrata nel conto corrente del Comitato presieduto dal senatore Licheri (in molti sono interessati a mettere il naso nei movimenti bancari dell’Associazione Movimento Cinque Stelle), ma da quelli in uscita. In sostanza, il problema è dato dalla non ricostruibilità delle spese svolte per la campagna della Todde, cioè dai flussi verso la Todde, non verso Licheri, e la cosa è complicata dalle dichiarazioni pubbliche, televisive e no, della Todde, che non hanno avuto alcuna incidenza nell’istruttoria del Collegio di Garanzia, ma possono averla, presupponendo l’alto ingegno di cui sopra, nell’indagine penale. Staremo a vedere.
Nell’interesse dei Sardi la Magistratura farà il suo dovere, presto e bene. Non ho dubbi, A tutti è chiesto di ricoprire il proprio ruolo con disciplina e onore. Anche ai giudici. Non si potrà ciurlare nel manico. La posta è alta e riguarda il governo legittimo della Regione, che va onorato. Costi quel che costi. Solo l’applicazione tempestiva di sentenze ispirate dal rispetto della Costituzione e delle sue Leggi garantirà la nostra democrazia rappresentativa. Qualunque risultato scaturirà dal giudizio finale, che non potrà e non dovrà arrivare a tempo scaduto. Meglio presto…che guai!
Egregio, sto lavorando alla costituzione, ma è meno semplice di quel che si possa pensare.
La prudenza ufficiale dei legali,dovrebbe consigliare prudenza negli atteggiamenti pubblici della giunta e della presidente ; le argomentazioni della Corte d’appello non sono campate in aria !!!! Speriamo solo che i tempi non si dilatino a dismisura nell’interesse dei sardi e della Sardegna intera !!! Le strategie utilizzate fin’,ora stanno creando vuoti di potere in cui gli assalitori internazionali si stanno incuneando l’amministrazione confusa di ogni branchia della convivenza comune ( sanità,trasporti,energia,industria,lavoro ,agricoltura,ecc.) ci vede politicamente allo sbando !!!
. La testardaggine incosciente adottata dalla presidente per contrastare gli speculatori , sta dando i suoi frutti nefasti ;; se la giunta ed il consiglio non fanno un bagno di umiltà rivitalizzante e non ricorrono al suggerimento di 210.000 sardi saremo invasi in ogni angolo di terra e di mare ;
La difesa del paesaggio e della storia rappresentata dai numerosi monumenti ereditati dai nostri antichi , saranno deturpati da distese di specchi e da selve d’acciaio che prodrranno lucro ai soliti profittatori .
… Ma non si era detto in questo blog che non li avremmo lasciati soli? L’Avvocatura dello Stato non si costituirà nel giudizio e gradirei essere smentito e senza la costituzione in giudizio di un gruppo di elettori non pare possa esserci contraddittorio e non si potranno far valere le prove video e altro che inchiodano la Todde. La difesa della Todde non ha alcun interesse a produrre prove che possano portare copiosa acqua al mulino della decadenza. Anzi.
Ricordiamoci sempre il detto che tutte le leggi si prestano a spaccare il capello in quattro e soprattutto che si interpretano per gli amici e si applicano ai nemici ….
Ho la preoccupante impressione che si stia andando eccessivamente a rimorchio della “materia giuridica” nel suo aspetto di “mero” governo e che invece la “cosa” la Quidditas direbbero gli Scolastici è posta sempre e sempre più ai margini (scomparirà dalla cartografia del caso?)
Ora, come tutti ho letto anche io le carte e inseguendo le traiettorie giuridiche in esse contenute NON è che vi sia alcunché di confortante.
Chiarisco:
Una CANDIDATA ha ricevuto la maggioranza dei voti validi ed è stata eletta on il preoccupante SOSPETTO di avere speso risorse in misura eccedente il consentito.
Questa è la COSA!
Platone non avrebbe avuto dubbi al cospetto di questa cosa. Per molto meno tra uomini veramente liberi si era cacciati dalla Città.
Egregio, la Influencer Capo della regione Sardegna DECADRA’ senza se è senza ma (è solo questione di tempo necessario).
Per quanto concerne l’aspetto penale c’è una iscrizione nel registro indagati senza la quale non si può procedere in nessun modo (ricordo che gli atti sono stati trasmessi da un organismo della Corte d’appello non una anonima segnalazione, quindi).
Saluti
Vedremo con quanto ardore l’Avvocatura della Stato difenderà il provvedimento.
Ribadisco con fermezza quanto già osservato: il valore probatorio di un video, di dichiarazioni e di altre riproduzioni documentali è un elemento chiave sia in ambito civile che penale. L’art. 2712 del Codice Civile è chiaro: queste rappresentazioni costituiscono piena prova, a meno che la parte contro cui sono prodotte non ne disconosca espressamente la conformità ai fatti.
Nel caso della Todde, la questione appare ancora più lampante. Le sue dichiarazioni pubbliche, registrate e facilmente verificabili, non lasciano margini di interpretazione: ammettere di aver sostenuto personalmente gran parte delle spese elettorali è un’affermazione inequivocabile che, in un contesto giudiziario, assume un peso specifico enorme.
La giurisprudenza è ormai chiara nel riconoscere valore probatorio a video, messaggi, registrazioni audio e altri mezzi digitali, purché ne sia garantita l’autenticità. In ambito civile, la mancata contestazione della parte interessata ne sancisce il valore di prova piena, mentre in sede penale potrebbero essere necessarie verifiche più approfondite. Ma il punto resta: queste prove esistono, sono accessibili e difficilmente confutabili.
Ignorare o sottovalutare tutto questo sarebbe un errore madornale per la difesa. Qui non si parla di semplici opinioni, ma di dichiarazioni documentate che, se correttamente inquadrate e supportate da altre evidenze giurisprudenziali, possono risultare decisive. E su questo non ci sono molte scappatoie.
Cari saluti.
Egr. professore, come detto da Lei ieri son state depositate le carte del ricorso, ma dobbiamo anche precisare che le carte son state sollecitate all’ apertura dell’ anno giudiziario a Cagliari il 27-01-2025, altrimenti sarebbero state depositate come confermavano fonti di maggioranza il 3 Febbraio e il giorno dopo la Presidente avrebbe riferito al consiglio. Ora la Presidente si presenterà in consiglio a parlare di ciò Lunedì anticipando di un giorno, facendo vedere che la maggioranza è tranquilla e cercando di mascherare le vere preoccupazioni che effettivamente ci sono.
La prima udienza è stata confermata per il 20 Marzo, ma sappiamo bene che esistono cavilli per poter allungare i processi con rinvii e altro. Il problema resta sempre la poca chiarezza da parte di tutti e le tempistiche.