Sulla dichiarata decadenza della Presidente Todde si è scritto moltissimo e inutilmente, posto che saranno i giudici a decidere.
Tuttavia, il punto di contrasto tra i sostenitori della sua intangibilità e i fautori della sua decadenza non è poi emerso nella dovuta chiarezza.
In fin dei conti, anche i toddiani ammettono che la presidente ha violato le norme della rendicontazione, ma contestano che ciò possa comportare la fine della legislatura connessa alla sua decadenza, la considerano una misura abnorme.
Ho ripensato a questa pretesa enormità, leggendo qualche giorno fa l’intervista di Repubblica a Dario Franceschini, nella quale l’ex ministro auspicava un ritorno al proporzionale come strategia migliore per battere la Destra di Giorgia Meloni. Che c’azzecca con la vicenda sarda? C’azzecca, c’azzecca.
Se si guarda bene la vicenda della Todde, si scopre facilmente che la legge 515/1993 determina la decadenza della Presidente come quella di qualsiasi eletto che non rispetti le norme sul finanziamento della campagna elettorale.
Non è però la 515 a produrre la fine anticipata della legislatura e lo scioglimento del Consiglio della Sardegna.
È invece la legge elettorale sarda, voluta dal Consiglio regionale della Sardegna, la quale ha legato il presidente eletto e il Consiglio regionale nella terribile regola dello simul stabunt simul cadent.
Quando la legge venne votata, mi trovai in compagnia di pochissime persone ad argomentare che era una follia prevedere che, per esempio, in caso di malattia o morte del presidente, si interrompesse la legislatura. Come pure evocai, evocammo, sempre in pochissimi, che era follia disporre che se il presidente fosse stato colpito da una misura interdittiva (arresti cautelari o condanna definitiva, o, come in questo caso, decadenza) il Consiglio venisse sciolto.
Non venimmo ascoltati, anzi, venimmo perseguitati come se fossimo dei nostalgici, degli anacronisti, dei nemici della volontà popolare: tutto, ma proprio tutto il fronte progressista era, allora, presidenzialista, compresi gli equivoci – politicamente paralndo – cattolici democratici.
Oggi, i defensores Alexandrae Minimae obiettano che la sanzione incombente sulla Todde è un’enormità per l’istituzione regionale; no, è la conseguenza di una legge elettorale voluta da quei sardi che fanno le leggi pensando di essere sempre vincitori e mai soccombenti.
I veri responsabili della possibile decadenza del Consiglio non sono né le leggi italiane né i deliberati del Collegio di Garanzia, ma unicamente una legge elettorale priva di equilibrio, di contrappesi, di garanzie, strutturata e cucita addosso a chi vince per renderlo capace di tenere in scacco l’assemblea legislativa con lo spauracchio delle dimissioni e delle conseguenti elezioni. Quando in pochissimi dicemmo che un presidente eletto dal Consiglio, con forti garanzie di stabilità, avrebbe garantito le istituzioni, l’efficienza e la libertà meglio di un presidente eletto direttamente dal popolo, venimmo scherniti dallo stesso schieramento che oggi si straccia le vesti per la presunta incostituzionalità della decadenza del Consiglio come conseguenza della decadenza della Todde.
Non si fanno le leggi elettorali a seconda della propria convenienza. Questo è ciò che mi ha irritato del ragionamento di Franceschini e che ho ritrovato, anni fa, in tanti sardi (specie in quelli che si sono sempre schierati a seconda di dove ha spirato il vento, anche quando il vento puzzava).
Oggi l’ex ministro è proporzionalista perché intravede in questo sistema un modo per mandare sempre la Destra all’opposizione.
Ma le leggi, tutte le leggi, comprese quelle elettorali, non vanno pensate da vincitori, ma da perdenti, perché fare il contrario è non capire l’esistenza, non conoscere la dialettica della storia, ignorare la radice di tante violenze e di tante guerre. Fare leggi per la convenienza è come fraintendere il comando con il governo, come accade a tutti i falsi progressisti ad antropologia prepotente latente (non parlo dei fascisti, perché loro sono ad antropologia prepotente esplicita).
@felice corda:
La tua considerazione è corretta e ben fondata, soprattutto in merito al valore probatorio di un video sia in ambito civile che penale. Come disposto dall’art. 2712 del Codice Civile, le riproduzioni fotografiche, informatiche, cinematografiche e ogni altra rappresentazione meccanica di fatti e cose costituiscono piena prova, a condizione che la parte contro la quale sono prodotte non ne disconosca la conformità ai fatti rappresentati. Questo principio giuridico è particolarmente rilevante in un caso come quello della Todde, dove le dichiarazioni registrate possono assumere un peso decisivo.
La giurisprudenza è ormai consolidata nel riconoscere che file video, audio, messaggi WhatsApp, screenshot e simili possano essere utilizzati come prove, sempre rispettando i criteri di autenticità e opponibilità. In un procedimento penale, ad esempio, l’autenticità e la provenienza del video potrebbero essere soggette a verifiche più rigorose, mentre in ambito civile, la mancata contestazione da parte dell’altra parte ne conferisce valore probatorio pieno.
Sottovalutare la portata di queste prove, come giustamente sottolinei, sarebbe un errore grave per la difesa, soprattutto considerando il contenuto specifico delle dichiarazioni della Todde nella trasmissione. La rilevanza delle sue affermazioni, unite alla possibilità di corroborarle con altre evidenze documentali o giurisprudenziali, rende il video una prova potenzialmente difficile da confutare.
Cari saluti
Se mi è permesso, direi che questo è uno dei (tanti) motivi per cui la gente che ha smesso di votare ormai supera numericamente quella che ancora ci va ai seggi. Non esiste neppure una possibilità remota che quanti hanno la possibilità di indirizzare i giochi avendo il controllo di una maggioranza, rinuncino al benefit per creare condizioni che potrebbero favorire chi sta all’opposizione.
L’ex ministro può darsi pace, non avrà dal governo in carica una legge elettorale nuova per dare una sponda alla sua parte. Esattamente come ha fatto la sua parte politica a suo tempo. E come funziona in ambito nazionale, funziona in ambito regionale.
Lo stesso ragionamento lo rivolgo a chi parla – spesso si tratta di autorevolissimi oratori – dell’esigenza di riformare lo Statuto Autonomo per definirne uno più aderente agli interessi della Sardegna. Ce li immaginate voi i parlamentari italiani che votano una cosa del genere, perché a loro toccherebbe il compito finale di approvarlo?
Fra giunte traballanti, non preparate, che sbagliano pure le procedure, con assessori smemorati, mentre questa povera terra scivola sempre più in basso, trovate una ragione valida per dare torto a quella maggioranza che volta le spalle a questa politica. Tutta, senza eccezioni.
Franceschini …Battere le Destre … Proporzionale … Legge Elettorale … Decadenza del Presidente della Regione ! Sentiamo queste cose da anni … i Progressisti di Zhedda le hanno pure ”coraggiosamente” cantate in campagna elettorale per grattare qualche voto agli alleati del Campo Largo ( solo li possono grattare qualche voto ) per poi dimenticarsene appena eletti ( vale sempre la barzelletta de sa Martininca che guida lo Shuttle – ndR ).
Poi però Toti viene ”decaduto” dalla magistratura ligure , si va a elezioni anticipate e il Campo Larghetto Ligure perde di nuovo inesorabilmente. Per dire che quando si cambiano o si applicano le regole per vincere le Elezioni le regole cambiano anche per gli Avversari …che nel loro piccolo si adattano comunque. Nel caso Sardegna la legge è fatta per uccidere le minoranze capaci di fare opposizione . Non ce le vogliono neanche in maggioranza le minoranze che sanno fare opposizione .(…Giusto Paolo ? ). Piuttosto sarebbe da chiedersi : ma una nuova legge elettorale fatta bene per il bene della Nazione Sarda …la dovrebbe fare il Consiglio Regionale ?
Quando il Consiglio regionale venne sciolto dopo le dimissioni di Renato Soru non ricordo considerazioni del tipo di quelle prodotte in articoli che si riferiscono all’ estraneita’ dell’attuale Consiglio regionale, privo di responsabilita’ dirette. Allora andarono tutti a casa in forza della legge. Non fu necessario l’intervento del Presidente della Repubblica. Quando per le dimissioni di un sindaco si scioglie un consiglio comunale nessuno si chiede quale responsabilita’ abbiano i consiglieri che vengono automaticamente “dimissionati”. È semplicemente una legge dello Stato, dura, dura quanto si vuole, che lo comanda. Dal momento in cui siamo voluti passare al ” presidenzialismo” ci siamo obbligati a queste conseguenze nefaste. E ora piangiamo lacrime di coccodrillo?
(Aldo Lobina)
Una legge elettorale voluta da quelli che pensano di essere “sempre vincitori e mai soccombenti”.
Immenso.
E voluta anche da quelli che vogliono togliere la voce agli elettori.
Viva il proporzionale (anche con una soglia accettabile), non per togliere la possibilità di fare governare la destra, ma per rappresentare e garantire la pluralità , assicurare la partecipazione e l’ espressione delle minoranze.
Non sempre chi ha la maggioranza sta’ anche dalla parte della ragione.
Valore probatorio di un Video in un processo civile e/o penale.
Entro qualche giorno il pool di avvocati della Presidente della Giunta regionale presenterà, presso la Corte di appello di Cagliari, il ricorso per il provvedimento di “decadenza” della Todde. Che cosa possa accadere in merito è molto difficile da prevedere, considerata l’unicità del caso. Però, a mio modestissimo parere, uno dei maggiori ostacoli da superare dal pool difensivo potrebbe essere rappresentato dalla “prova video” delle sue dichiarazioni nella trasmissione di Formigli in cui la stessa ha dichiarato, testualmente, che gran parte delle spese della campagna elettorale sono state effettuate a proprio carico con le sue risorse finanziarie. In merito al “valore probatorio” dell’uso di Messaggi di WhatsApp, file video e audio, pagine web e screenshot, c’è già molta giurisprudenza che potrebbe essere usata contro la Presidente. Sottovalutare questi precedenti sarebbe un gravissimo errore. Basta cliccare in internet “valore probatorio processo civile video, audio ecc” per farsi un idea.
…..la prudente rilettura e levigatura del/ dei ricorsi ,in una lunga fase di studio , da parte dei legali ,ha un evidente significato : stanno cercando qualche minimo buco nella legge elettorale sarda su cui basare il proprio ricorso ;; un appiglio , cioè ,che possa giustificare la loro opera e che dia qualche possibilità di successo ; il continuo procrastinare di giorno in giorno edi settimana in settimana , a me pare una tattica per cercare di coinvolgere l’,opinione pubblica sperando che , dal popolo nasca un’istanza di piazza , che convinca chi dovrà occuparsene a vagliare ,non già la irregolarità degli atti già ben evidenziata in prima istanza ,ma l’opportunità politica (?) di un’eventuale superamento della decadenza . Riuscirà la Todde a dismettere il vello leonino per indossare quello più mite e mansueto dell’agnello?
Una legge pensata per fare fuori le minoranze. Dal 2013 assistiamo alle continue espulsioni di minoranze che non si sposano con l’ uno o con l’ altro e perciò costrette all’ assenza dal dibattito costruttivo. Via quanto prima il presidenzialismo ( mi chiedo: ma come fa la sinistra ad opporsi al premierato se questo è l’ovvia conclusione del percorso presidenziale, ovvero delle curve sud o nord dello stadio?)
Aggiungo la sinistra fa le leggi per sconfiggere la Destra mai che si senta un Sinistro parlare di Programmi per il bene del Popolo
Prof Oggi sull’Unione Sarda pagina quattro c’è un articolo dove la Corte costituzione critica la legge elettorale Sarda considerandola CONFUSA se ne sono accorti anche a Roma
Sino ad oggi mi pare di ricordare che non ci siano stati scioglimenti anticipati del consiglio regionale. Quindi vuol dire che solo in casi veramente eccezionali l’attuale sistema crea questo pericolo. Ma poi quale è il problema? In tutti gli stati con sistema Presidenzialista questo accade. Si può tornare a votare negli USA, ad es in ipotesi di morte del presidente,e non lo si puo fare in Sardegna? Molto meglio questo rischio che essere ostaggi di compagini politiche che con percentuali esigue fanno e disfano la politica della Regione.
Posso aggiungere e fargli coro Professore: fu perversione pensare e condurre alla distruzione della organizzazione di partito , unico ambito possibile di nascita e sviluppo di autentica cultura politica.
È l’altra faccia nascosta del suo discorso . Dinamiche Istituzionali sì , ma dove attingere ?
Nel frattempo il Fatto Quotidiano racconta che la Corte dei Conti sta indagando riguardo il megastaff di consulenti “esperti” e in opportunamente strapagati tipo quello “sardistoide ex rivoluzionario” di cui non si ha notizia abbia neppure scritto un sms di indignazione. Pro caridade….
Il problema, qualora dovesse esserci, perché a mio avviso sta il fatto che molte leggi vengono fatte proprio volutamente al fine di essere interpretate al momento opportuno contro la parte avversaria di turno, si parla di destra e sinistra. Lo nomina proprio Lei professore nell’ articolo “Quando la legge venne votata, mi trovai in compagnia di pochissime persone ad argomentare che era una follia prevedere che, per esempio, in caso di malattia o morte del presidente, si interrompesse la legislatura. Come pure evocai, evocammo, sempre in pochissimi, che era follia disporre che se il presidente fosse stato colpito da una misura interdittiva (arresti cautelari o condanna definitiva, o, come in questo caso, decadenza) il Consiglio venisse sciolto.”,
Dimostrazione che oltre a sapere che la legge non era adeguata, ma anche dopo consiglio di persone illustri come lei, si continua ad operare al fine di creare cavilli per le proprie opportunità. Lascio ai lettori la facoltà di dedurre ciò che una classe politica inadeguata e ossessiva del potere cerca di fare. Abbiamo bisogno di muoverci se vogliamo veramente cambiare qualcosa, creare liste di persone autorevoli, oneste e soprattutto competenti.
… e difatis Soru a ùrtimos de su 2008 si fut dimìtiu e at fatu acabbare innantis cussa legisladura.
Giustos is arrexonamentos e cunsideros de Maninchedda!
E benit de fàere una pregonta: Is candhidaos essios Cossigeris funt collidores e rastrelladores de votos, e apustis birillos o pedinas, o funt personas cumpetentes, sérias e responsàbbiles cun e po unu programma (a parte su muntone de is cosas ordinàrias) dìnniu de si nàrrere PROGRAMMA e no pistamentu de abba po guvernare sa Sardigna, e no unu “malloppo di tutto e di più” chi istontonat fintzes is passientzosos solu po dhu lìgere, tanti apustis una borta fatos cossigeris “quando ci siamo si vedrà il da farsi” e totu su chi contat est prus a dhu’èssere a poltrona redditizia de “on.” e de àteru?
Chentza su Presidente bénniu mancu po unu calesiògiat motivu o càusa, is Cussigeris funt solu una cambarada de innangaraos managos a barca pérdia chi no ischint it’e fàere ca dhue furint solu po fàere nùmeru e is afariedhos prus a torracontu personale chi no colletivu? Coment’e Cossigeri iat a intrare su primu de is abbarraos fora e de Presidente si ndhe faet un’àteru!