In questi giorni è andata in onda la disperazione Cinquestelle.
Ha iniziato il senatore Licheri, con toni zoofili dedicati a leonesse e sciacalli tali da trasportare i lettori sul set di Mufasa. La Todde, leonessa, e noi tutti, che dissentiamo da lei, sciacalli, già ‘cretini’.
E Licheri, dove si metterebbe nello zoo?
O non penserà di essere leone?
O forse sì, finisce in -one, e dunque sarà della specie dell’ -one (noto suffisso accrescitivo attestante il possesso di una peculiarità in forma massima, quasi sublime): intelligentissima specie.
Non avevo alcun piacere a replicare a Licheri, finché non è intervenuto lui, l’ex presidente Conte, con una dichiarazione che può avere un solo scopo, per quanto è sguaiata: alzare un’enorme caciara perché non si vada a fondo nella comprensione del rendiconto elettorale della presidente Todde. Affermare che il Collegio di Garanzia ha assunto una decisione che «non ha riscontro in nessuna previsione di legge», vuol dire affermare che il Collegio ha commesso un reato, e anche grave.
Tanto baccano è, per me, il segnale di un grandissimo imbarazzo, per cui sono andato a leggermi carte e normativa.
Mentre lo facevo, a conferma del desiderio incontenibile di sollevare un polverone di polemiche piuttosto che un giudizio nelle sedi deputate, è arrivata una contestazione pubblica della presidente del Collegio di Garanzia da parte dei legali della presidente. Quando i legali difendono un proprio cliente, impegnato in una procedura amministrativa, fuori dai luoghi che la norma individua come deputati all’impugnazione degli atti, qualcosa non torna ed è sempre più probabile che il possibile digiuno di potere, riservato dal futuro, stia giocando un ruolo più forte del timore di una grande violazione di legge.
Quindi, togliamoci la polvere dagli occhi e ragioniamo.
Vorrei cominciare col dire che la Todde non ha commesso errori; ha commesso qualcosa che è di più di un errore, che riesco a descrivere, ma non a definire.
Cerchiamo di capire bene le leggi che regolano la trasparenza dei finanziamenti elettorali verso un candidato.
Dobbiamo tornare indietro nel tempo. Teniamo a mente l’art.7 della legge 195/1974 che vieta ai partiti di ricevere soldi da società pubbliche o da società private che non abbiano deliberato i contributi nei loro organi sociali; adesso andiamo alla legge 659 del 1981, all’art. 4 che estende i divieti anche ai candidati e disciplina le forme di trasparenza per i contributi di privati versi i candidati.
Veniamo infine alla ormai notissima legge 515 del 1993, che disciplina le campagne elettorali, quella, per intenderci, che prescrive, per ciascun candidato, la nomina del mandatario, l’apertura del conto corrente dedicato, la predisposizione di un rendiconto e l’esibizione degli estratti conto.
Queste leggi esigono di essere lette in forma coordinata e il loro spirito è chiarissimo: chi dona e chi riceve devono essere soggetti chiaramente individuabili; se chi dona è una società o un’associazione, deve aver deliberato la sua donazione nei suoi organi, e se la sua donazione supera i 3000 euro annui, deve fare una dichiarazione congiunta col candidato che li riceve.
Avvocato Conte, lei dove pisello legge che le norme consentano che tra un candidato e i suoi finanziatori si ponga un Comitato, il quale si prenda la libertà di non essere amministrato da un mandatario legato a un candidato, di non aprire un conto dedicato legato a un candidato, di ricevere da un’associazione 50mila euro in forme su cui bisognerebbe, quanto meno, aprire una verifica, posto che non sembrano perfettamente congruenti con quelle previste dalle leggi ecc. ecc.? Quando poi il Comitato così posto risulti aver speso per più candidati, aver ricevuto finanziamenti anche eccedenti i 3000 euro da soggetti privati, e poi risulti ancora che tra le sue fatture ve ne siano intestate anche a un solo candidato e nel cassetto fiscale di quest’ultimo si trovi almeno una fattura saldata per servizi acquistati per il Comitato, lei, avvocato, cosa pisello penserebbe dell’aderenza alla legge di queste gestioni finanziarie? Manderebbe o non manderebbe gli atti in Procura? Cosa avrebbe fatto lei al posto del Collegio di Garanzia dinanzi a un candidato che, per le sue spese, riconosce un Comitato che ha avuto dei finanziatori (come si pongono questi finanziatori rispetto al candidato, come finanziatori indiretti? E quali norme li annoverano?), che non nomina mandatario né apre un conto corrente proprio e poi, una volta richiesto di chiarimenti, afferma di non aver speso nulla? In tutto questo lei trova qualcosa di aderente alle norme vigenti?
Ovviamente l’avvocato Conte non sta pensando a me e non mi risponderà, però su una cosa sono sicuro che converrà: non si tratta di errori, si tratta di un modello. Ovviamente, è sempre possibile che tutto sia opera di uno della specie degli -one, e allora qualcosa troverebbe una sua spiegazione, ma non il fatto che la legge è stata violata in modo che a me pare evidente e che ora si vorrebbe far passare chi ha inteso farla rispettare come chi ha voluto violarla.
Ordunque, torniamo a Licheri e Conte.
Vogliamo credere che due cui non manca il paté di volpe a colazione, pranzo e cena, non sappiano che la situazione è gravissima?
Suvvia…, direbbe D’Alema!
Non siamo alle comiche.
Siamo alle coliche.
Finali.
Egr. professore, ciò che maggiormente infastidisce sono le dichiarazioni di un leader che và quasi a minacciare La Presidente di garanzia di un collegio elettorale a loro avviso per aver denunciato il fatto. Ancora più umiliante gli avvocati della Todde che nella nuova Sardegna accusano sempre La Dottoressa Cucca di “aver alterato la realtà”.
Mi viene da pensare, dove stanno tutte quelle persone che parlano di legalità, di smascherare poteri forti se poi sono loro stessi che cercano di mascherare la verità. Io potrei anche capire la buona fede della Presidente della Regione, che magari si potrebbe essere affidata a una persona che ha sbagliato, ma molto spesso basterebbe anche un pò di umiltà e semplicemente ammettere uno sbaglio. Siamo alla deriva..
Buon giorno!
Quando ho letto le risposte di CONTE ho pensato: ma è pure docente di diritto?!
Perché ‘va bene’ in politica dire di tutto e il contrario di tutto per la maggior parte di chi ha ruoli, ma se sei un Giurista come lo è Conte, è persino docente,
come fai a fare simili affermazioni?
Mi immagino già che avrebbe detto il mitico prof. Concas.
Giunti a questo punto…o sono OMISSIS …..ini o sono in malafede.
Sostenere che le leggi sulla trasparenza elettorale non si debbano applicare in Sardegna è un ragionamento OMISSIS come il Comitato pro Sicilia del 1902.
Ricordo una sentenza del Tar di Lecce che sarebbe da rintracciare, in cui quando il Sindaco di Novoli era stato arrestato prima di giurare si era giudicata legittima la coesistenza di Commissario e Consiglio, quindi per il momento sospendiamo la sola Todde e poi si vedrà
OMISSIS.
Sono d’accordo con Lei Professore. Conclusione non fu più pertinente e appropriata della sua “siamo alle coliche finali”. Pur troppo non siamo di fronte a comicità ma a sofferenza che genera mostri.
Uno di quegli individui che ha citato è un INCAUTO (sto seriamente riflettendo sulla posizione della Todde circa un presunto gioco di cui ella potrebbe essere una “”””vittima””” ) perché attribuire patenti di sciacallaggio implica, e nel modo più evidente, ammettere la presenza di qualcosa che è già morto.
Ammettere un decesso che costituisce il pasto per i nominati sciacalli.
Professore, c è una teatralità d’accatto destinata esclusivamente a ciò che residua di quello che FU il popolo a cinque stelle; non la chiamo narrazione perché sarebbe un oltraggio al linguaggio.
P.S. invece, l’aspetto che ho trovato preoccupante è la condotta degli uomini del diritto intorno i dispositivi di legge che Lei ha citato e che fa OMISSIS del Diritto
Conte e Licheri mi fanno tornare indietro nel tempo a quando ero alle elementari, combinavo qualche marachella e la maestra mi rimproverava,,, io non sapendo come difendermi perché ero indifendibile, dicevo : “non è colpa mia, non sono stato io, è colpa degli altri”. Conte, Licheri, siete nella OMISSIS