di Paolo Maninchedda
Anche ieri una ricostruzione lunare e unilaterale della vicenda del Lago Omodeo sulle pagine di un quotidiano sardo. Si vuole negare l’evidenza e cioè che la Regione è impegnata in un duro contenzioso, mai aperto prima con queste dimensioni e con questa intensità, con l’Enel per lo sfruttamento dell’idroelettrico in Sardegna. Ma l’evidenza non si può negare, è lì, negli atti. Questa Giunta, non solo nel maggio 2014, ha inserito tutte le dighe nel sistema multisettoriale della Sardegna e in questo modo le ha regionalizzate, ma nel Piano Energetico che a breve verrà presentato, ha fatto dell’idroelettrico l’asse portante delle proprie politiche energetiche. Non si sa, perché non si cercano le notizie, che nell’udienza presso il Tribunale delle Acque del novembre 2015, la Regione si è opposta al rinvio della decisione e ha preteso che si andasse a giudizio. Non si sa, perché non ci si informa, che l’ipotesi transattiva tra Ras e Enel, suggerita dai legali di Ras come ipotesi istruttoria cautelativa rispetto al rischio giudiziario, non si è evoluta per una rottura rispetto alla mancata correttezza nei rapporti istituzionali di Enel, ma era comunque subordinata all’accertamento attraverso reciproci advisors dell’equivalenza dei valori delle produzioni e degli impianti.
Non potendo proseguire nel negare questa evidenza, il quotidiano di cui sopra ha aggredito il tema dal lato dei Consorzi di Bonifica, prospettando una guerra tra questi e l’Enel, con la Regione che avrebbe guerreggiato debolmente e lasciato i poveri Consorzi nelle grinfie del colosso elettrico.
Ovviamente i Consorzi di Bonifica, in particolare quello di Oristano, vengono dipinti come virtuosissimi, e la Regione dipinta come matrigna e distratta.
In questo quadro di mistificazione permanente, che non cambia di un millimetro la realtà e non la racconta, non riuscendo neanche nell’obiettivo patetico del gettare discredito, ieri avete trovato scritto che la Regione non ha mai erogato un euro per il ristoro dei costi energetici dei Consorzi, al netto di un intervento di fine anno che ha ristorato il biennio 2014-2015. Niente di più falso:
nel 2009 i Consorzi hanno avuto 7.126.415 euro;
nel 2010 7.000.841 euro;
nel 2011 8.963.955 euro;
nel 2012 11.058.654 euro;
nel 2013 9.277.890 euro;
nel 2014 11.860.117 euro;
nel 2015 10.177.170 euro.
Sono risorse importanti, ristorate fino a ieri a pie’ di lista, senza alcun controllo di uso efficiente dell’energia e dell’acqua, con alcuni Consorzi puntualissimi nel farsi rimborsare l’energia ma anche solerti nel non fare pagare i ruoli ai propri associati, per cui in Sardegna vi sono agricoltori che hanno pagato l’acqua come tutti gli altri e agricoltori che non l’hanno pagata e non per un anno, ma per cinque.
Mentre si sta cercando di mettere ordine in questo mondo e di portare il costo dell’acqua a valori competitivi con quelli della pianura Padana, piovono balle dal cielo, secondo la patetica ipotesi che vuole qualche giornalista, non tutti, capace di ‘fare’ la realtà piuttosto che rispettarla e raccontarla. Intanto, segnatevelo, i costi energetici dal 2016 si pagano a costi standard come è giusto che sia.
Comments on “De fabula quotidiana libera nos, Domine”
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Credo il settore energetico in Sardegna sia un settore affetto da malcostume.
Paghiamo il GPL in bombola al doppio di quanto non costi nella penisola, nelle località non fornite dal metano.
L’eolico in Sardegna è molto importante perchè produttivo, produciamo tanta energia, più del nostro fabbisogno eppure paghiamo l’energia più cara che nel resto dell’Itaia.
Non è giusto che l’energia debba essere gestito da enti privati e che alla fine della fiera dopo averla venduta non traiamo brnefici ma la paghiamo più cara.
Bisognerebbe non autorizzare più eolico e fotovoltaico ai privati e darlo tutto al pubblico per abbattere la bolletta elettrica del sollevamento delle acque per uso agricolo, industriale e civile.