Di chi sarà la responsabilità? Ci sono importanti novità in Sardegna sul versante del rapporto tra diritto, responsabilità e colpa.
Sono morte molte persone in Sardegna, nella Sardegna che deliberatamente non ha fatto i tamponi (a proposito, e i 2000 a settimana del clamorosamente sbilanciato accordo Brotzu-Inpeco, che fine hanno fatto?), che ha scelto di chiudere le case di riposo come camere a gas, che ha visto partire un’epidemia a Sassari dai suoi ospedali.
Ci sono molte domande, ma alcune su tutte: chi ha dato gli ordini? Chi non ha risposto alle richieste delle strutture? Chi ha fatto convenzioni inutili con alcuni privatio e non con altri? Chi ha spostato il personale senza alcun criterio?
Queste domande nei prossimi mesi diverranno stringenti, per tanti motivi.
Tuttavia, la comunicazione della Regione Sardegna che s’avanza proditoria per le strade come una camionetta di potenti occupanti, tanto forti quanto culturalmente abusivi, ha anticipato, con il severo filtraggio asinino delle domande (asinino in questo senso, per chiarire: l’asino è l’unico animale che beve a denti stretti filtrando l’acqua; absit iniuria verbis) il nuovo corso anche dell’Amministrazione regionale.
Non ci sono pareri Il consigliere regionale Francesco Agus ha fatto un accesso agli atti per conoscere i pareri espressi dal Comitato tecnico-scientifico, costituito dal Presidente della Regione il 1 aprile scorso, espressamente citati nelle ordinanze n. 20 e n. 21.
Qui trovate la risposta del Direttore generale della Presidenza. Un capolavoro del nulla, una superfetazione burocratica che nasconde una risposta chiara così sintetizzabile: “Boh!”.
C’è però un’abilità retorica che va apprezzata, e che diamine!
Leggendola mi ha ricordato un mio compagno di scuola che, quando all’interrogazione, che so, gli facevano la domanda: «Chi ha progettato la Fontana dei fiumi a Roma e dove si trova?», di cui lui non sapeva assolutamente nulla, rispondeva: «Quindi, Lei mi sta facendo una domanda sulla Fontana dei fiumi, la celebre Fontana dei fiumi più volte citata in classe, descritta e anche analizzata e commentata, un monumento di rara plasticità e monumentalità, perfettamente inserita nel contesto urbano e che non può che trovarsi a Roma, la città eterna, la città dei Papi, l’unica vera città internazionale dell’Italia, meta di artisti del calibro di Michelangelo, di Raffaello, di…»
Tecniche di dissuasione a domandare Allo stesso modo, la Direttrice generale della Presidenza, per rispondere alla semplice domanda di Agus, prima di tutto gliela ripete (e qui c’è cortesia istituzionale, perché non si sa mai che il richiedente se la sia dimenticata), poi, visto che Agus chiede i pareri forniti per le ordinanze 20 e 21, gli ricorda e gli elenca una per una le ordinanze dalla 14 alla 18 (e siamo alla fine della pagina 2), e questa è arte, è seminamento concettuale puro, sinfonia sillabica dilatoria raffinatissima, elegia del fumo in esametri eroici.
Poi però, dopo tanto cinguettare, occorre baciarsi!
Alla pagina 3 si entra nel vivo e la Direttrice ricorda che il Comitato svolge i suoi lavori improntandoli «alla massima semplificazione delle procedure e alla maggiore speditezza possibile». Molto piacere!
E dunque? E dunque i pareri sono stati resi in forma orale.
Attenzione, stiamo esaminando le volute concettuali di un’artista del fuoco di copertura del Presidente, non lo dimentichiamo. E qui la Direttrice cerca di sottrarre alle nostre deboli intelligenze il salto logico: un parere orale non è un parere segreto.
Dunque la Direttrice cerca di dare qualche notizia sul contenuto: la riapertura dei negozi per bambini e degli studi professionali.
E qui cominciano le distorsioni.
Esperti di negozi per bambini Gli studi professionali non erano mai stati chiusi. Si è fatto pronunciare il Comitato su una chiusura inesistente e su una riapertura inutile? Serve capire chi ha fatto l’istruttoria per il Comitato. Ma la cosa più incredibile è che il contenuto del parere sia limitato a queste sole due misure, di cui una campata per aria, e non su tutte le materie di cui si occupano le ordinanze del Presidente Solinas.
Peraltro, la Direttrice richiama Agus a rileggersi la delibera di nomina del Comitato, anche nelle parti narrative e in premessa. Bene, proprio nella delibera della costituzione del Comitato tecnico-scientifico si scrive che non lo si intende come un circolo accademico di suggeritori, ma che esso è costituito «con funzioni di consulenza e validazione tecnico-scientifica da svolgersi a titolo gratuito».
Un comitato tecnico-scientifico che deve validare, sebbene consultivamente, la politica del Presidente della Regione, è compulsato in forme non verbalizzate solo sull’apertura dei negozi per bambini e dei mai chiusi studi professionali? Non è credibile.
Il Presidente “So tutto io” Tuttavia, nelle altre ordinanze citate nella risposta della Direttrice della Presidenza, si ha una sorpresa incredibile: il Presidente, pur avendo a disposizione il Comitato tecnico-scientifico che utilizza nelle ordinanze 20 e 21, nelle ordinanze dalla 14 alla 19, ne prescinde, facendo sintesi lui del sapere scientifico disponibile, almeno così si scrive nell’Ordinanza n. 17 , dove si dichiara assunto «che le unanimi indicazioni del mondo scientifico e delle autorità politico-amministrative sono nel senso che l’unico strumento di prevenzione del contagio del virus, assolutamente necessaria a fronte della persistente assenza di mezzi di cura vaccinale, rimane l’eliminazione dei contatti tra persone fisiche non presidiati da idonee misure…». Lo stesso concetto è ribadito nell’Ordinanza n. 18 : «che le unanimi indicazioni del mondo scientifico e delle autorità politico-amministrative sono nel senso che l’unico strumento di prevenzione del contagio del virus, assolutamente necessaria a fronte della persistente assenza di mezzi di cura vaccinale, rimane la rarefazione dei contatti tra persone fisiche mediante idonee misure…».
Invece, un Presidente così capace di fare sintesi degli apporti della scienza, nelle ordinanze 20 e 21 chiede il parere del Comitato… per i negozi per bambini!
Il Presidente “Non è colpa mia” Richiediamoci ora ciò che ci siamo domandati in principio: alla fine di questa disgrazia pasticciata e contrappuntata da fesserie colossali quali le riaperture basate sui coefficienti comunali o i test lampo per i turisti in arrivo con passaporto di immunità, di chi sarà la responsabilità di quanto di sbagliato è accaduto?
Una risposta è chiara: non del Comitato tecnico-scientifico, anche perché lo stesso Presidente dichiara di essere il dominus di questa emergenza. Ordinanza n. 20: «ATTESO che rientri nelle competenze primarie della Regione Autonoma della Sardegna riferite alle materie rimesse alla propria potestà legislativa e, per essa, spetti al Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, anche in qualità di Autorità Sanitaria Regionale nonché soggetto attuatore degli interventi di cui all’OCDPC 630/2020, valutare e ponderare gli interventi necessari per la tutela della salute pubblica».
Semplice? No, sbagliato. Perché quando si comincia a parlare di pareri orali, quando non si verbalizzano le riunioni, quando ci si dichiara responsabili ma fino a un certo punto, si stanno preparando le carte e la politica per dire che ciò che è accaduto nel tale ospedale è responsabilità del Direttore di quell’ospedale, che il mancato contrasto dell’epidemia è colpa dei Dg sanitari, che l’utilizzo errato del personale è colpa dei Dg sanitari, che la politica delle case di cura è colpa dei sindaci, che le infezioni nei reparti sono state colpa dei primari, e così di seguito: perché in Italia la responsabilità è sempre scaricata e il potere opaco, la responsabilità è sempre scritta, il potere è sempre orale.
Il potere e le sue manipolazioni…
Intanto salviamo il bambino della fotografia. Non è possibile salvare il Presidente ” Ryasolanas” con il suo plotone di difesa personale dalle sciocchezze da questi raccontate. Pareri “orali”? ma quando mai! Intanto un comitato scientifico non è la concessionaria della Lowara ( grande industria di “pompe” idrauliche) e per la salvaguardia della propria onorabilità di scienziati deve lasciare traccia di quello che produce. In poche parole deve scrivere. La nostra salute dipende anche da quello che questo comitato consiglia al soldato “Ryasolanas”. Cosa costa scrivere? cosa costa in euro scrivere un parere? Costa assumersi la responsabilità! A meno che “oralmente” non si vuole lasciare “arrastu”. Le pompe sono tutte identificate e identificabili. Da quanto “aspirano” in litri, a quanta “prevalenza” riescono a superare anche per i corpi acquatici voluminosi. Insomma la DG della presidenza la smetta di prendere per il (OMISSIS). Accabbala! est ora dell’accabbare.
Testuale dalla nota della dott.ssa Silvia Curto “Del resto, nel quadro emergenziale in atto, per l’acquisizione degli atti endo-procedimentali, quale è il parere del comitato tecnico-scientifico, si ricorre al principio della libertà delle forme …”.
Quindi si potrà sempre dire che si sono verificate una serie di incomprensioni?
Mi piacerebbe rivolgermi alla superdirettice con la celebre frase di Totò: ma mi faccia il piacere!