Vengo sollecitato oggi a insistere nel chiedere conto ai consiglieri regionali dei regali da loro disposti a privati selezionati con la legge finanziaria 2023, dalle dichiarazioni dell.on. Franco Mula (Psd’az) sulla vicenda della Fondazione S. Pietro di Nuoro.
Ricordo ai lettori che a Nuoro, e solo a Nuoro, dopo che la vicenda è stata sollevata da questo sito, dalla stampa e da altri siti, si è aperto un utile dibattito che i due giornali, l’Unione e La Nuova, stanno alimentando (e grazie al quale stanno anche vendendo qualche copia in più, segno che un giornalismo che sta sulle cose vere, e non solo su quelle dichiarate da chi ha potere, è ancora in grado di suscitare interesse).
Dice oggi Franco Mula: «C’è qualche mano che ha agito fuori dai partiti politici: questo è sicuro. Non posso dire di più». La dichiarazione ha un che di grave, perché in Consiglio regionale ciò che dice Mula può accadere solo in due modi: o un funzionario del Consiglio ha alterato i testi degli emendamenti presentati o la stessa cosa ha fatto un consigliere regionale. A me paiono entrambe strade faticose da ipotizzare e soprattutto da realizzare conoscendo i funzionari del Consiglio che sono persone rette e capaci anche quando, e può capitare, i vertici del Consiglio non sembrino fulmini di guerra.
Il problema è che tutta la tabella della finanziaria 2023 è caratterizzata dall’arbitrio del regalo a privati.
Non si tratta della sola voce che destina 480.000 euro alla Fondazione S. Pietro di Nuoro (e il nido di corvi, direbbe Satta, si sta interessando alla cosa perché vi intravede la possibilità di illuminare, per la prima volta, le azioni di una lobby che ha avuto peso nella storia recente della città senza mai esporsi pubblicamente), si tratta dello spirito della legge, che è tutto intriso di favoritismi e predilezioni praticate con soldi pubblici.
Per esempio, ben più grave sembra essere (mi esprimo in forma dubitativa perché vorrei veramente sbagliarmi) lo stanziamento di 1,5 milioni di euro in due anni (750.000 all’anno per il biennio 2023-2024) a favore della A.S.D Siamodanza di Olbia. Se si va sul Registro Nazionale delle Associazione e delle Società Sportive dilettantesche e si fa una ricerca, non si trova la ASD Siamodanza di Olbia. In rete, non c’è neanche un indirizzo corrispondente.
Se la mano misteriosa (ma il mistero si scioglierebbe come neve al sole se a fare la domanda fosse un omino in divisa, perché ho visto tanti sbruffoni della relazione politica, davanti a un ordine della magistratura, perdere ogni sicumera e cantare a distesa come canarini e, spesso e volentieri, non per dire cose vere, ma esattamente quelle che l’omino voleva sentirsi raccontare) che ha garantito lo stanziamento nuorese, ha certamente voluto favorire un’associazione esistente e registrata, nel caso di Olbia, invece, il denaro fluttua nell’aere e sembra una scorta finanziaria predisposta prima dell’esistenza di una pista di atterraggio. Spero di essere smentito.
Il problema dunque non è di una mano, ma di tante mani che hanno concorso a ciò che ogni giorno che passa sembra sempre più una bardana su fondi pubblici. Fossi nei consiglieri regionali, presenterei un disegno di legge che prevede l’abolizione e la riscrittura della tabella, con stanziamenti solo per le istituzioni. Meglio correggersi che rimanere legati a un’ubriacatura di potere.
In merito al finanziamento nuorese i registi usano sempre gli stessi stuntman.
Conosco il meccanismo di finanziamento regionale per le associazioni sportive dilettantistiche, ed ha delle regole ben codificate.
Viene assegnata ad circolo una manifestazione di livello nazionale o internazionale . L’ass. allo sport, verificata la reale ricaduta sociale e sportiva dell’evento e autorizza la società ad accedere alla richiesta del contributo per le spese correnti.
Le spese sostenute, da presentare con allegate fatture, devono essere tutte riferite a quella manifestazione come in esse descritte.
Fatto il rendiconto dettagliato, accompagnato da una relazione e una documentata rassegna stampa , il tutto viene trasmesso all’assessorato di competenza, il quale si concede mesi e mesi di tempo per per verificare il bilanci a consuntivo delle spese sostenute per la manifestazione. Spesso chiedono ragguagli su delle note spese se non sono ben specificate . E spesso non basta, poiché un club potrebbe essere, con estrazione a sorte, messo sotto la lente di ingrandimento dall’ufficio regionale per un approfondimento del bilancio consuntivo presentato.
L’associazione sportiva, fatte le detrazioni delle spese correnti della manifestazione, trae un modesto guadagno dal lavoro volontario dei soci del club, riconducibile ad un venti % del finanziamento.
Ci sono in mezzo una vita in un club senza fine di lucro o non profit e non conosco altro metodo per attingere fondi pubblici, necessari per la sopravvivenza dell’associazione. Però essendo le vie della politica infinite, tutte portano a …via Roma!
Far luce su questa sgradevole e inaccettabile consuetudine della cattiva gestione del denaro pubblico da parte dei nostri “rappresentanti” politici insegna a noi pesci a “distinguere la luce delle stelle da quelle delle lampare dei pescatori”.
Grazie Professore.