Oggi abbiamo il bel faccione del Direttore del Banco di Sardegna a dire che l’Ecobonus, il tanto propagandato bonus fiscale del 110% sui lavori realizzati per migliorare l’efficienza energetica delle proprie abitazioni, è una straordinaria occasione per le famiglie italiane e anche sarde (non sempre ciò che è buono per le une lo è anche per le altre). Una dichiarazione iscritta tra le massime di saggezza, insieme a “Meglio essere sani che malati”, ma che comunque dà l’occasione per dire che l’Ecobonus a oggi è una solennissima presa per i fondelli.
Ripercorriamo la storia di questa grande operazione propagandistica di uno Stato, quello italiano, che oggi ha un deficit che viaggia intorno al 110% del Pil e che proprio stamattina si è visto notificare dall’Inps il proprio buco di bilancio, prodotto da Quota 100 e da tante altre misure propagandistiche, di 26 miliardi di euro. Una cosetta! Una cosetta che ha genitori ben identificabili: Salvini, Di Maio, Conte.
Dell’Ecobonus si comincia a parlare, subito con toni fanfaranti, ad aprile di quest’anno, in pieno lockdown. Servivano buone notizie e così nelle strade deserte planò questa idea: efficentiamo le case e sgraviamo per il 110% dei lavori svolti (ammessi dalla legge). La gente drizza le orecchie.
In un Paese normale, una manovra di questo tipo, che fa finanziare gli investimenti da una quota del gettito fiscale di fatto spostandone il costo sul bilancio dello Stato di circa due anni, prima di essere annunciato, sarebbe stato studiato in ogni dettaglio. In Italia no: prima la propaganda, poi la procedura.
È accaduto che i decreti attuativi siano stati approvati dal Mise ad agosto. La gente comincia a studiarli e a prepararsi.
Le banche drizzano molto le antenne, perché tirano fuori la solita misura un po’ fottipopolo, del tipo: io banca do a te privato un mutuo per la ristrutturazione della casa, più o meno di pari importo al valore ammissibile dei lavori, poi ti assisto nel maturare il tuo credito fiscale, infine, maturato il credito, tu me lo cedi e saldiamo il tutto, con a carico tuo gli interessi per il periodo di utilizzo del mutuo. Molto piacere al pisello!
Grandi compagnie petrolifere, per esempio, invece, fanno le cose più seriamente attraverso le loro finanziarie, sono pronte a anticipare tutto in cambio della cessione del credito, si studiano le carte, sono pronte. Ma, all’italiana, ecco che i decreti del Mise vengono opportunamente letti dalla Corte dei Conti, la quale rileva un numero così alto di errori e pasticci negli allegati dei decreti, da suggerire una puntuale correzione e rilettura.
Ecco, ad oggi, il Governo sta correggendo i suoi errori e tutti siamo in attesa di vedere confermata la regola che a correggere troppo una cosa fatta male, si aggiungono errori a errori, specie quando a gestire parte della procedura sarà quell’idra a ventimila teste che è l’Agenzia delle Entrate italiana.
Quindi ribadiamo una regola aurea: ogni legge italiana va letta con la posizione ortopedica consigliata dalla storia: una mano davanti, e una dietro; le pagine si sfogliano… soffiando.
NB: La foto pubblicata non è della redazione. È stata reperita in rete.