Sulla bocciatura del dott. Ganassi alla carica di Procuratore della Repubblica di Cagliari, vorrei offrire alle toghe un’analisi quale quella che i cronisti fanno sempre sui politici. È un esercizio letterario: è come trasferire i toni e gli stilemi dell’epica nel registro dell’ambizione lirica, posto che i magistrati pretendono che non si scriva su di loro, ma per loro, in lode perenne e sempre con altissimo registro aulico.
Sono passati diversi giorni dalla votazione che ha bocciato un sardo non cozzaro, cioè uno di quei sardi che ha esercitato il proprio lavoro non solo attaccato allo scoglio isolano, ma anche altrove e ovunque facendosi apprezzare, e dunque a me, che sostengo che la questione sarda è una questione di poteri, brucia che la magistratura si comporti come il Vaticano, che puntualmente, se non con rare eccezioni, nomina arcivescovi di Cagliari sacerdoti che vengono da varie latitudini, ma mai, dico mai (a parte Alberti, che era un Nuorese lavato in Vaticano), per esempio, un sardo, o un sardo già vescovo, magari di quelli missionari, che sono i migliori, sono uomini di frontiera, non hanno paura delle donne e sanno riconoscere i prepotenti azzimati.
E giacché mi stanno sulla punta del naso, e non solo del naso, i comportamenti del Vaticano, che nomina vescovi a membro di segugio, così mi stanno sul naso i comportamenti del Csm che nomina procuratori secondo logiche che non vengono mai giustificate perché sono logiche politiche, non di merito.
Diciamo subito una cosa: Sabelli e Ganassi sono entrambi persone rispettabilissime, con curricula di alto profilo. Si sono confrontati dunque due magistrati di rango. Giustizia avrebbe voluto un pareggio, con permanenza di entrambi nei luoghi in cui già essi si trovano incardinati. E invece no. La magistratura è abituata a logiche tutte politiche.
Un esempio?
Chiediamoci: perché un giudice capacissimo come il giudice Amato ad un certo punto, mosso da sdegno e da nausea, ha deciso di chiedere di andare a lavorare a Nuoro? Perché a Cagliari era stato asfaltato dalla logica delle correnti che aveva soffocato il merito.
Il Nuorese ne ha guadagnato, perché finalmente si sono lette sentenze scritte in italiano standard con atti minuziosamente letti e analizzati, a Cagliari evasori, massoni d’affari, ladri, spacciatori e quant’altro hanno tirato un sospiro di sollievo.
E dunque veniamo alla votazione che ha bocciato Ganassi. Sulla carta, cioè in base alle appartenenze dei magistrati alle correnti della magistratura, sarebbe dovuto finire al contrario, 11 a 9 per Ganassi, perché i consiglieri Pepe e Marra, eletti con la componente Davigo, avrebbero dovuto votare con l’indipendente Di Matteo. E invece no, hanno votato con Magistratura indipendente e con Unicost, le componenti cosiddette moderate del Csm. È come se due deputati di Sinistra Italiana avessero votato con Forza Italia. Tutto normale? E certo! Sono magistrati per definizione al di sopra di ogni valutazione. Ma la cosa non è così semplice, perché il voto avviene poco prima del cambio della guardia tra il CSM in carica e quello entrante (dove siederà un sardo non togato, molto protetto da tanti settori dello Stato e per questo bandito dai miei contatti da ormai due anni, cioè dopo aver scoperto di aver parlato per anni con l’orecchio di chi voleva ascoltarmi di sfroso). La differenza tra i due CSM, almeno la più vistosa, è che nel frattempo si è dissolta la componente Davigo, alla quale erano iscritti alcuni della vicenda Ganassi. Allora la domanda è: ma vuoi vedere che la vicenda sarda sta dentro un generale riassetto del potere politico in magistratura nel passaggio di consegne tra vecchio e nuovo CSM? E il merito dove starebbe in questo manuale Cencelli occulto che consente gli atterraggi degli aerei ancora in volo secondo una mappa concordata delle piste disponibili? Il merito è andato a farsi benedire, esattamente come spesso accade (si veda la protetissima giunta Solinas) in politica.
Buona domenica.
Eh eh , che cosa è successo al palazzo di giustizia? Per capirci qual cosa, ci vorrebbe la consulenza di Palamara !