Abbiamo sottotitolato questa intervistina di my not dear perché ha due funzioni documentarie: da una parte è un esempio della sintassi spezzata del Presidente, fondata sulla riorganizzazione continua della struttura della frase, che confonde a parole l’interlocutore, gli toglie il tempo della replica perché lo induce a chiedersi sempre “Che sta dicendo?”.
Lo sottolineo per avvertire i giornalisti, che non riescono manco un po’ ad essere almeno attenti, se non critici, che l’effetto di questa retorica segmentata a sintassi rewind è ben studiato e consiste nell’indurre l’esprit de l’escalier, cioè quello di far capire sempre in ritardo all’interlocutore come ribattere. Cari giornalisti, voi, mentre ascoltate le spire verbali di my not dear, dovete sempre stare attenti alla struttura semplice Soggetto + Verbo + Oggetto, tagliando il superfluo, e vedrete che riuscirete a fare le domande che vi rimangono in gola,; per esempio, nel caso in esame, avreste potuto chiedere: “Quindi i manifestanti di Saccargia sarebbero stati scorretti? E perché?”.
Dall’altra parte, sul piano del contenuto, il video è la dimostrazione plastica di una cultura intollerante, che taccia di scorrettezza chi dissente dalla propria linea, anche quando la linea non c’è. La Todde, infatti, taccia di scorrettezza i manifestanti per mancanza, a suo dire, di una visione d’insieme, che coniughi paesaggio e politiche energetiche. A parte che mentre il Governo regionale ha l’obbligo della visione d’insieme, i cittadini legittimamente possono difendere aspetti, diritti e patrimoni culturali particolari, se c’è qualcuno qui che non ha esplicitato in nulla la sua visione d’insieme, questo è il Presidente della Regione. Che scopo ha, ora, per esempio, questa boutade sulla dorsale del gas? Non è dato conoscere la posizione strategica della Giunta sul Piano energetico regionale. Vuole il gas? E come lo vuole, con la dorsale connessa alla rete nazionale o con le reti incardinate sui depositi costieri? Come si colloca la dorsale con le altre fonti energetiche? Che pensa la Giunta dell’off shore e come lo lega con la dorsale? Sulla dorsale, poi, l’unico che ci ha ragionato sopra con intelligenza è stato Pigliaru, ma Pigliaru, ne sono buon testimone, diceva gas e pensava idrogeno, ma nessuno, compreso me, lo aveva capito. My not dear ha di questi alti pensieri? Il Presidente parla con le persone che hanno un po’ di sale in testa o lo fa solo dopo la riverenza? Nel secondo caso, si sta privando di ciò che le serve: visione. Ma se le manca la visione, secondo il suo schema ridotto a Soggetto+ Verbo + Oggetto, è lei la scorretta. S’ingannu torrat sempre a s’ingannadore. (Qualcuno traduca in italiano corrente questo testo per Raspucaschili, quello che pensa di conoscere il potere regionale e per questo tratta la dinamite come il cioccolato).
L’arroganza presidenziale si mostra nella sfacettatura più delicata,ma contemporaneamente più brutale : alla maniera del marchese del grillo . Il popolo è bue , viene condizionato dai perdenti ( riferito alle elezioni regionali ,) ,ma io so ed io conosco le modalità per gestire l’intero processo green !!!! Speriamo di svegli dal delirio e mettendo i piedi per terra provi ad ascoltare i rumors del popolo che improvvidamente l’ha eletta !!!!! Mi sbaglierò,non sono un fine analista politologo,ma avverto qualche strana scintilla ( anche in seno alla maggioranza) che alimentata a dovere possa convertirsi in fiamma !!!!! Occhio !!!!!!!
@ Grazia Gentilissima, non accetto la furbata seguente: “Siccome Zuncheddu è contro l’eolico, io sono per l’eolico”. Bisogna stare al merito dei problemi e non giocare ad additare nemici alle masse. Poi, io sono d’accordo sul fatto che la privatizzazione del giornale alla retorica della vendetta politica di Pili nuoccia a qualsiasi battaglia anche alla più giusta. purtroppo, la Mongiu e Pili hanno trasformato un giornale indipedente in un foglio di due menti opposte ma uguali in competizione per l’egemonia culturale. La Sardegna (e il giornale) ne fa le spese.
Professore, non le sembra che la Todde stia dicendo che certe mobilitazioni popolari sono (o sembrano) strumentalizzate? il riferimento al gas mi sembra un richiamo alla campagna di Mauro Pili sull’Unione Sarda contro l'”Assalto di Signori del Vento al Paesaggio e Identità Del Popolo Sardo” che (non) nasconde la volontà di un ritorno alla dorsale del metano. Contro la quale, ricordiamolo, gli stessi professionisti della protesta e del no si sono già espressi.
Una cosa che dovrebbe, lei, restituire è il voto ricevuto,
L’unico commento, educato e democratico resta ” Da pozzu toccai?”
Restituirci a tutti
… e sa leze chi cherent aprovare in Cossizu regionale at a èssere un’improdhu atzorodhu gai etotu? A “ispirazione” o “interpretazione” presidenziale?
Probabilmente l’intervista le è stata fatta dall’espertissimo addetto stampa (con stipendio da € 130.000 anno) iscritto da circa un mese all’albo dei pubblicisti, cosa puoi pretendere?
A parte la sparata sulla Cina…ora ci dice la stessa cosa che ha detto quello lì che doveva aiutare l’amico, poveretto, morso dal serpente, a Morrere…dobbiamo morire.
Quante similitudini tra Roma e Cagliari! Arroganza, prepotenza, intolleranza, propaganda continua, fastidio per ogni forma di opposizione e di contestazione, incompetenza, familismo…
È ormai il segno dei tempi che stiamo vivendo e che preannunciano sconvolgimenti epocali. L’assenteismo dalla partecipazione alle varie tornate elettorali è la manifestazione più evidente della netta ed insanabile frattura tra popolo ed una classe politica sempre più autoreferenziale e pervasa persino da sentimenti di infallibilità ( abbandonati anche dal Papa).
Tutto questo coperto da un sistema di comunicazione servile ( quindi non libero) che, nel migliore dei casi, conduce campagne di ‘informazione’ al servizio ( quindi strumentali) di altri interessi particolari .
La situazione è veramemte sconfortante e solo dal ritorno alle mobilitazioni popolari – pur con tutti i limiti e strumentalizzazioni – si può pensare di (ri)costruire un senso di comunità, di popolo, di senso istituzionale, di vera rappresentanza, di tutela reale degli interessi collettivi ed individuali ( all’interno dei primi però).
Mala tempora..