Assessore, assessore, assessore dei Trasporti della Regione Autonoma della Sardegna, per favore, non vada in tv a dire che prende l’aereo delle 7 e spera di essere ricevuto dal ministro della Repubblica italiana. Per favore. Si faccia spiegare che non si fa così, che non si elemosinano gli incontri. Si fissano. È possibile, si può fare, mi creda. E vada in tv solo quando l’incontro è fissato, meglio se dopo che si è svolto, così, forse, ha qualcosa da dire, perché può accadere di farne tanti prima di poter dire qualcosa.
Ma l’assessore fa errori veniali, il Presidente, invece, vuole imitare Napoleone (grande personaggio storico, reso grande anche, in italiano, dalla finale in -one, altisonante nel bene e nel male).
Cosa passa per la testa del callidissimo Presidente? Chiamare alla rivolta i sardi contro l’Unione Europea.
Perché?
Perché ha osato far filtrare che gli incontri e le interlocuzioni con la Regione Sardegna sono stati informali. Invece non c’è niente di falso. Tutto vero. Mi assumo la responsabilità di dirlo. Ha ragione l’Unione europea.
Come risponde Solinas?
Così: «Ma io ho messo il numero di protocollo nelle carte che ho trasmesso, ho messo il francobollo, ho fissato gli appuntamenti». Vero. Ma viviamo in un mondo regolato da leggi e procedure e quando si deve varare un nuovo regime di continuità, si devono fare le proposte in un certo modo, non alla viva il Parroco: «Sai caro, mi è venuta un’idea? Facciamo tariffa unica. Che ne dici? No, allora dici che devo fare tariffa spezzata? Ma dai, caro, facciamo un compromesso. Ci rivediamo? Sì, ti mando una mail». Questo non è fare proposte, questo è salottismo cagliaritano.
Le cose non stanno come dico io? Benissimo, Solinas pubblichi i testi che dimostrano come e quando la sua proposta è stata avanzata. Vogliamo riparlare della strategia degli annunci? Prima il decisivo 28; poi il decisivo 3 febbraio. Prima, nel 2019, la ripetuta certezza di aver presentato una nuova proposta dopo aver liquidato quella Careddu, poi l’annuncio di averla presentata solo il 17 gennaio 2020. Solo giornali imbarazzati dalla propria omertosa pigrizia possono non ricordare questo breve calendario del fallimento.
La verità è che Solinas, come dicevo, vuol fare Napoleone: chiamare a raccolta i sardi contro il nemico esterno: l’Ue. Ma Napoleone era un uomo molto coraggioso, con validissimi generali che lo aiutavano, ottimo stratega militare, con alle spalle una nazione in crescita, con una classe dirigente selvaggia, forgiata e incattivita nel sangue, ma con un’ideologia robusta (per quanto tragicamente ipocrita). Solinas? Generali? Nazione (con la Lega, nazione con la Lega?)? Ideologia (quella rappresentata dall’assessore all’agricoltura? o dall’assessore ai trasporti?)?
A cosa servirebbe la crociata anti Ue?
A un obiettivo implicito del Presidente della Regione Sardegna: sanare, con mobilitazioni popolari, errori personali.
Solinas, da solo, il 26 marzo 2019 ha distrutto il percorso precedente sulla continuità territoriale senza averne alcun altro pronto. Ora vorrebbe cancellare le sue impronte digitali con un grande esercito in marcia.
Un Presidente che vuole il privilegio personale dell’errore e la gloria del rimedio popolare.
Cose vecchie. Cose già viste, ma non è detto che non risultino vincenti in tempi di informazione pigra e sdraiata sui comunicati stampa, di ignoranza diffusa, di viltà sociale e culturale praticata.
… Bella cantone “La verità mi fa male” (ant a èssere barant’annos chi donzi tantu l’intendho, e piaghet a chie tràvigat o matanat cun su “amore”… E nois, mancari, la leamus a ríere (de sos “governanti”), trancuillones, candho b’at fintzas de prànghere, solu detzisos a iscúdere sa conca a su muru (de gomma o de tzimentu?) una borta de “sinistra” e una a su de “destra”. O fossis nudha, faghimus, si lu faghimus, mancu cussu, che in cudhu zogu a puntare a su chi essit: si essit cosa (caramelledha) semus nois puru “vittoriosi”, amus “bínchidu”, e sono torramus a, puntare.
Sos Sardos semus zente DIS-TRATTA, abbaidendhe e pessendhe in àteru, no atentos e interessados a sos fatos nostros.
Chi est sa cosa prus grave, ca custa magioràntzia e totu sas àteras chi bi sunt istadas ant guvernadu (?!?!?!) in sa dipendhéntzia pro sa dipendhéntzia cuntentos de totu sos “successi” de sos afariedhos (de cambarada o de cresiedha) e, mancari prus pagu, fossis, de afariedhos personales, ma sempre “vittoriosi”. In numen de sa Sardigna. A scopo di bene, mih!
No amus bidu ancora cantu est “rinascita” sa Sardigna?!
O nois puru semus nàschidos deris manzanu? Semus totu professionalizados a pistare abba cun e chentza làgrimas?
Niente di più vero del contenuto di questo post. Ho vissuto in diretta i precedenti di questa tragicommedia e Paolo ha ragione su tutta la linea
Non passa giorno senza che io riceva notizie sul grave e progressivo degrado dell’amministrazione regionale e questo è un problema per la Sardegna stante il ruolo attribuito dall’autonomia speciale. Ci dimentichiamo di aver ottenuto quasi 15 anni fa ampie competenze in materia di trasporti continuità compresa e NON SAPPIAMO GESTIRLE
È urgente fermare questa deriva, ne va di tutti noi
Siamo in periodo di San Remo, dalle otto del mattino fino alla notte tarda. Ci adeguiamo anche noi. L’assessore Todde, finalmente, indica il nemico del popolo sardo. La commissione europea. Non gli credono neanche i consiglieri di maggioranza, che cominciano ad avere dubbi sulla capacità intellettiva del loro rappresentante in giunta.
Il comportamento è: non accettare consigli e ribadire che la verità è la loro, quella che affermano con i comunicati stampa, che viene poi urlata dalla stampa sarda. Si sta evidenziando sempre di più l’incapacità di governo.
Attento Maninchedda, Solinas nuovo Napoleone vi (boh) vive alla giornata raccontando la sua verità piena di panzane e bugie.
allora… passiamo alle canzonetta che Solinas dedica a Maninchedda:
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La verità mi fa male, lo so
La verità mi fa male, lo sai
Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu
Lo so che ho sbagliato una volta e non sbaglio più
So pensare a me
E stare più attento a me
C’è già tanta gente che ce l’ha su con me, chi lo sa perché?
Ognuno ha il diritto di vivere come può
Per questo una cosa mi piace e quell’altra no
Se ho sbagliato un giorno ora capisco che
L’ho pagata cara la verità
Io ti chiedo scusa, e sai perché?
Sta di casa qui la felicità a villa Devoto.
Molto, molto più di prima io resterò
In confronto all’altro Pigliaru sono meglio io.
E d’ora in avanti prometto che
Quel che ho fatto un dì non farò mai più
Ognuno ha il diritto di vivere come può
Per questo una cosa mi piace e quell’altra no
Se sono tornato Ti basta sapere che
Ho visto la differenza fra Pigliaru e me
Ed ho scelto me.
Se ho sbagliato un giorno ora capisco che
L’ho pagata cara la verità
Io ti chiedo scusa, e sai perché?
Sta di casa qui la felicità a villa Devoto
Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu
caro Maninchedda.