Un cittadino sardo, coraggioso e indipendente, ha presentato la seguente denuncia alla Procura della Repubblica di Cagliari e alla Procura della Corte dei Conti.
Non sappiamo se essa avrà seguito oppure no, ma è il segno che la misura è giustamente colma. Forse è ciò che avremmo dovuto fare tutti per questo specifico comportamento aberrante del Consiglio regionale.
Io sottoscritto XXXXXX, nato a Nuoro il XXXXX e residente a Nuoro in XXXXX, elettivamente domiciliato presso lo studio dell’Avv. XXXXX del foro di Nuoro, che nomino mio difensore di fiducia, propongo, con il presente atto,
DENUNCIA – QUERELA
con formale istanza di punizione
nei confronti di On.li: Agus Francesco, Ciusa Michele, Deriu Roberto, Cocco Sebastiano, Orrù Maria Laura, Pizzutto Luca, Porcu Sandro componenti il Consiglio Regionale della Sardegna responsabili del danno finanziario arrecatomi, per i fatti avvenuti in Consiglio in data 7 settembre u.s., che ritengo costituiscano reato.
PREMESSO CHE:
nel corso del corrente anno il sottoscritto ha versato, in qualità di contribuente, nelle casse dello Stato, l’importo di € 23.755,55 di Imposte sui redditi delle persone fisiche (IRPEF) di cui, ai sensi dell’art. 8 dello Statuto della le Regione Autonoma della Sardegna, i 7/10 di tale somma, corrispondenti a €. 16.628,88, in quelle della Regione Autonoma della Sardegna, per contribuire a finanziare la spesa pubblica contribuendo a partecipare, garantire, soddisfare e risolvere i “bisogni” dei cittadini sardi, nel limite delle risorse finanziarie previste nel bilancio, quali l’istruzione, la sanità, la sicurezza, le infrastrutture, i servizi sociali ecc.
Il sottoscritto, avvalendosi di quanto previsto dall’art. 24 della Costituzione, ricorre a codeste Procure, per quanto di loro competenza, per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi come contribuente, per tentare di bloccare, nei limiti posti dalle norme vigenti, l’ennesima truffa, o tentativo di truffa, perpetrato da parte del Consiglio regionale della Sardegna nei miei confronti e soprattutto di tutti i sardi.
In data 7 novembre u.s. i componenti il Consiglio Regionale della Sardegna, al contrario del proprio compito istituzionale che è quello produrre norme di carattere generale e astratte di cui all’art. 11 del proprio Statuto, nonché quelle relative “all’approvazione dei bilanci, rendiconti, gli atti generali di programmazione e quelli di pianificazione non delegati alla Giunta dalla legge, e le loro variazioni”, in fase di discussione e approvazione dell’assestamento finale di bilancio, (disegno di legge n. 53/A), profittando del proprio ruolo legislativo, hanno utilizzato la procedura eccezionale della c.d. “legge provvedimento”, per finanziare illegittimamente centinaia di comuni, enti, semplici cittadini, associazioni di varia natura, di loro gradimento senza alcun avviso pubblico, o bando, in cui chi avesse avuto interesse potesse partecipare. Tutto ciò, quantunque la Corte Costituzionale, con diversi pronunciamenti, avesse più volte chiarito che le tali funzioni prettamente “amministrative” appartenessero all’organo esecutivo, la Giunta, e solo eccezionalmente potevano essere assegnate anche al Consiglio regionale, se direttamente incidenti nella “autorganizzazione” del Consiglio o della Giunta stessa”, perché attinenti alla loro organizzazione interna.
I capigruppo dell’attuale maggioranza del governo regionale, i consiglieri On.li Deriu, Agus, Ciusa e Cocco, Orru’, Pizzuto e Porcu, in tale data hanno proposto al Consiglio, sottoscritto, votato e approvato e fatto approvare dal Consiglio, alcuni emendamenti, per distribuire la somma complessiva di € 101.06.433,6 assegnando tale importo a Comuni, enti, privati, associazioni di vario genere ecc, senza alcun bando pubblico, senza alcun alcuna gara, consentendo l’ingiusto profitto di questi, con l’altrui danno, compresa la quota parte delle imposte versate dal sottoscritto nel 2024, in violazione soprattutto dell’art. 12 della legge 7 agosto 1990, n. 241 (provvedimenti attributivi di vantaggi economici, sia dell’art. 26 e 27 del Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33).
Fatto:
In data 7 novembre 2024, il Consiglio regionale con gli “emendamento all’emendamento n. 464 (allegato n. 1) e n. 298 (allegato n. 2) del 7 novembre 2024 ha assegnato, ex lege, rispettivamente le somme di € 78.564.021,24 e di € 22.532.412,32, come già detto in premessa, senza nessun bando, senza alcun progetto, senza nessuna regola, pur esistendo nell’ambito della amministrazione regionale le c.d. “leggi di settore”, per l’attribuzione dei finanziamenti pubblici, per interventi senza alcuna “controprestazione” tutelata dalla legge.
Lo ha fatto a dispetto e in violazione sia delle norme statali e regionali, sia in dispregio dei pronunciamenti della Corte Costituzionale che, più volte, ha chiarito che qualora la “natura diversa di atti amministrativi estranei, e comunque non strettamente coessenziali all’organizzazione dell’attività legislativa del legittimo esercizio di un potere”, … “resta assoggettata all’ordinaria giurisdizione di responsabilità civile, penale e contabile” (sentenze n, 235 del 2015 e n. 292 del 2001; inoltre, Corte di cassazione, sezioni unite civili, sentenza 7 settembre 2018, n. 21927).
Tutto ciò, evidentemente è dovuto, ad una errata opinione da parte della maggioranza dei componenti del consiglio regionale della Sardegna della c.d “insindacabilità” e la conseguente “irresponsabilità” giuridica dei consiglieri regionali nell’ambito delle proprie funzioni legislative.
In merito a ciò la stessa Corte Costituzionale, in particolare, con la sentenza n. 22 del 2020 aveva disciplinato e contemporaneamente precisato nell’ambito delle guarentigie costituzionali del potere consiliare legato all’autorganizzazione, al controllo e all’indirizzo politico del Consigli regionale che qualora “si manifesti attraverso atti di esercizio di funzioni amministrative non strettamente coessenziali alla loto potestà normativa (sentenze n. 43 del 2019, n, 337 del 2009, n. 69 del 10985 e n. 81 del 1975), tali atti si collocano all’esterno della sfera di autonomia costituzionalmente garantita e potrebbero soggiacere a sindacato giurisdizionale, particolarmente se devono essere adottati sulla base di parametri legali.”
Quantunque ciò, Il Consiglio regionale della Sardegna, nel silenzio e nella complicità totale dei componenti, continua imperterrito, da alcuni anni, con questa attività, a parere del sottoscritto, “illegale”, che non solo non rispetta le leggi in materia di finanziamenti pubblici in dispregio degli interessi e dei bisogni generali dei cittadini sardi, limitandosi, di fatto, ad esaudire solo le pretese di alcuni, amici, conoscenti e soprattutto sostenitori politici in campagna elettorale.
Un sistema è ormai diventato “legge”, specialmente a fine dell’anno, quando sotto la voce, appunto di “assestamento di bilancio”, senza regole, o meglio senza rispetto di quelle vigenti, vengono introdotti “emendamenti agli emendamenti”, in termini di distribuzione di “vantaggi economici senza alcuna prestazione”.
Il Consiglio Regionale si comporta di fatto alla stregua di un consiglio di amministrazione di una banca privata o di una fondazione utilizzando con totale discrezionalità, le imposte e le tasse dei cittadini, comprese quelle del sottoscritto, senza rispondere di niente. L’organo elettivo, invece di avvalersi delle proprie funzioni legislative previste dall’art. 11 del proprio Statuto, ha utilizzato l’eccezione per approvare, a fine anno una “legge provvedimento” per distribuire risorse pubbliche ad amici e conoscenti senza alcun riferimento legale; un atto, squisitamente amministrativo, con un atto formalmente legislativo, come la legge citata, che assegna distintamente le somme di denaro, ad enti locali, a persone singole, a gruppi folk, ad associazioni sportive dilettantistiche, culturali, no profit, gruppi teatrali, ecc. senza alcun criterio, senza nessuna norma, nessun regolamento a cui possono partecipare le altre centinaia di gruppi, associazioni di vario genere, tra l’altro, obbligatoriamente iscritte nei vari albi regionali di settore. Lo fa in violazione sia dell’art. 12 della legge 7 agosto 1990, n. 241 (provvedimenti attributivi di vantaggi economici, sia dell’art. 26 e 27 del Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33. In cui, fra gli obblighi di pubblicazioni di tali “dazioni”, è previsto che la “discrezionalità che connota tale attività sia incanalata nella preventiva predisposizione di criteri e modalità di scelta del progetto e delle attività da beneficiare”. Perché la ratio dell’art. 12 della L.241/90 nella sua formulazione è quella di garantire, con la loro pubblicazione, non solo la “trasparenza” dell’azione amministrativa ma, soprattutto di rispettare, nell’assegnazione delle singole erogazioni, i principi di imparzialità dell’Amministrazione e di eguaglianza formale e sostanziale di cui all’art. 3 della Costituzione.
Il Consiglio lo ha fatto privo di una logica, aggirando i principi di buona amministrazione, senza valutare l’opportunità e la convenienza,” concetti che sono alla base della nostra civiltà giuridica di cui la stessa Corte Costituzionale ha più volte rimarcato che il legislatore qualora emette leggi a contenuto “provvedimentale”, “deve applicare con particolare rigore il canone della ragionevolezza, affinché la legge non si risolva in una modalità per aggirare i principi di eguaglianza ed imparzialità”.
Nondimeno lo stesso Consiglio di Stato ha chiarito che tale possibilità della “concessione di vantaggi economici di qualunque genere a persone e enti pubblici e privati”, è vincolata dalla predeterminazione di criteri e modalità a cui attenersi, poiché la stessa è espressione di un principio generale per il quale l’erogazione di somme di denaro da parte dell’amministrazione pubblica, in qualsiasi forma avvenga, sia essa amministrativa e/o legislativa, non può considerarsi completamente libera, essendo invece necessario che la discrezionalità che connota tale attività sia incanalata mediante preventiva predisposizione di criteri e modalità di scelta del progetto o dell’attività da beneficiare” (Cons. di Stato. Ag. Gen: 28 settembre 1995, e fra le più recenti sez. VI, 29 luglio 2019, n. 5319; V, 8 novembre 2017, n. 5149; V, 14 giugno 2017, n. 2914; V. 23 marzo 2015, n.1552).
Pertanto, la predeterminazioni di tali criteri richiesti per sovvenzionare tali Comuni, Società, Associazioni o i singoli privati, deve essere resa pubblica, in quanto le sovvenzioni possono essere concesse solo per la realizzazione di scopi di interesse generale “non astrattamente tipizzabili” come invece ha fatto il Consiglio regionale, eludendo un procedimento neutrale e a trasparente richiesto dalle norme in vigore, solo per favorire diversi comuni, società, associazioni o semplici cittadini rispetto a tutti gli altri o le altre società iscritte negli appositi albi regionali di categoria.
Tale modo di fare fraudolento, a parere del sottoscritto, può essere ulteriormente verificato da codeste Procure, presso gli Assessorati interessati alla “distribuzione” delle ingentissime somme assegnate illegittimamente, per verificare, tra l’altro, se esistono tutte le formali domande e progetti da parte di ciascun beneficiario, e se la consegna delle stesse sia stata fatta, e magari consegnate a mano, da parte di alcuni consiglieri regionali, esattamente nel periodo a cavallo della approvazione di tali finanziamenti.
Il sottoscritto, poiché ritiene che tali “emendamenti” non riguardino esclusivamente aspetti di carattere “amministrativo” o “costituzionale”, per i motivi sopracitati, ritenendosi danneggiato e truffato, presenta formale denuncia nei confronti dei consiglieri regionali che hanno presentato, votato e approvato la legge regionale n. 53/a del mese di novembre u.s. in cui sono stati illegittimamente concessi ben 101.096.643,36 euro senza il rispetto alcuno delle norme citate, in danno alle casse dell’amministrazione e del sottoscritto in quanto contribuente che, con la sua quota parte di imposte, ha concorso alla formazione del bilancio regionale.
Inoltre, chiede a codeste Procura di porre in essere quanto previsto dal Codice Penale per accertare le se accuse sopraindicate sono compatibili con la violazione dell’art. 640/bis del c.p. e/o dell’art. 539 del c.p.p. o altre diverse ipotesi di reato, compreso quello relativo “al voto di scambio”, che nei fatti su esposti le SS.VV. ritengano ravvisabili.
Mi riservo di costituirmi parte civile nel procedimento penale.
Chiedo di essere avvisato in caso di eventuale richiesta di archiviazione.
Allego:
copia del modulo per la presentazione degli emendamenti (486) – Emendamento all’emendamento n. 464, per un totale di 17 pagine per un totale di euro 22.532.412, 32 nel 2024;
copia del modulo per la presentazione degli emendamenti (485) – Emendamento all’emendamento n. 298, per un totale di 23 pagine per un totale di euro 78.564.021,24 nel 2024;
fotocopia del documento di identità del sottoscritto
Con osservanza.
Nuoro, li 05.12.2025
Il Governo non ha impugnato alla Corte Costituzionale le leggi provvedimento che prevedono direttamente i beneficiari dei contributi (leggi 18 e 19), lo riporta il sito del Dipartimento Affari Regionali. Si tratta di leggi palesemente contrarie all’articolo 3 della Costituzione ma non si pone una questione di conflitto di competenze tra Stato e Regione per cui lo Stato si tira indietro e lascia fare la Regione. Una possibilità per un intervento della Corte Costituzionale è che una associazione non beneficiata faccia richiesta di contributo alla Regione, riceva diniego e faccia ricorso al TAR avverso quel diniego. A quel punto il Tar può sollevare la questione davanti alla Corte Costituzionale. Ma giustamente nessuno si imbarca in una strada così lunga e costosa. Insomma non c’è via d’uscita, probabilmente si pensa già alla nuova finanziaria e chissà i motori si staranno già scaldando per il grande baratto nel Consiglio (votiamo la legge solo se c’è il fondo per i “bisogni dei territori”). Si continua così, senza remore.
Maria Grazia Corrias, la data è sempre fondamentale, vero è che personalmente, al posto di questo cittadino nuorese e da nuorese autentico mi faccio promotore di una Commissione di Inchiesta Speciale che si faccia promotrice di tutti gli atti delle Pubbliche Amministrazioni dal 1985 al 2025!
Giusto per verificare tutti i facili arricchimenti perpetrati alle spalle del già povero popolo Sardo.
Al Dipartimento degli Affari Regionali
affariregionali@pec.governo.it
segreteriacapodipartimento.affariregionali@governo.it
oggetto – Legge regionale Sardegna n. 18 del 1924 – Legge regionale Sardegna n. 19 del 1924. Profili di illegittimità costituzionale.
Illustrissimi,
si chiede per quanto di competenza dei Vostri uffici di valutare con la massima possibile attenzione l’opportunità di proporre l’impugnazione di fronte alla Corte Costituzionale della legge regionale Sardegna n. 18/24 e s.m.i. – articolo 15, comma 1 e 2, art. 20, lett- d) ed e) pubblicata nel Buras n. 61 del 22/11/2024 e della legge regionale Sardegna n. 19 del 28/11/2024 – art. 1 comma 5 e art. 3, pubblicata nel Buras n. 63 del 28/11/2024.
Più specificamente, con le leggi citate la Regione Sardegna ha approvato con tabella degli elenchi di finanziamenti a favore di enti pubblici e privati individuati direttamente in legge, riportando per ciascun punto dell’elenco meramente le seguenti voci: denominazione del beneficiario, denominazione dell’intervento ed importo.
Tale modalità sembrerebbe essere già stata cassata in passato dalla Corte Costituzionale, si veda in particolare la sentenza n. 137 del 2009, per violazione dell’articolo 3 della Costituzione.
L’opportunità di una valutazione approfondita da parte dei Vostri uffici deriva inoltre dalle notevoli polemiche che l’approvazione delle sopracitate leggi ha determinato nel contesto regionale.
Al riguardo si citano:
– presentazione di una denuncia in sede penale ed alla procura della Corte dei Conti nei confronti dei Consiglieri regionali che hanno presentato gli emendamenti ( www,Sardegnaeliberta.it/consiglieri-vi-hanno-denunciato )
– avvio di una petizione popolare ( https://www.change.org/p/fondi-pubblici-in-sardegna-basta-favoritismi-ora-bandi-trasparenti-e-oggettivi )
– pubblicazione di articoli su organi di stampa di rilevanza nazionale ( si veda Il Fatto Quotidiano del 13.12.2024 ) e locale ( si veda il sito http://www.indip.it e il sito https://www.sardegnaeliberta.it )
A fronte di una situazione di questo tipo sembrerebbe auspicabile un intervento della Corte Costituzionale, che probabilmente potrebbe dirimere oltre che le questioni tecniche e giuridiche anche le questioni etiche e sociali sollevate dal ricorso a questo tipo di normazione, consentendo di concentrare l’attenzione sulla legittimità della legge piuttosto che su profili sociali, penalistici ed erariali, evitando un corto circuito tra giustizia amministrativa, penale ed erariale, e stabilendo una volta per tutte le regole da seguire.
cordialità
Prof., come esercizio di democrazia da parte di chi possa ritenere illegittima la normativa in questione, e per provare a mantenere il focus sulla legittimità della normativa piuttosto che su profili penalistici, una azione che si potrebbe fare è una PEC o una email, nel caso allegando le firme raccolte (mi pare ci sia stata anche una raccolta di firme), al Dipartimento Affari Regionali e Autonomie, l’ufficio ministeriale che si occupa di istruire e valutare l’impugnazione delle leggi regionali da parte del Governo, chiedendo di valutare l’opportunità di impugnare la legge regionale Sardegna n. 18/24 e s.m.i. – articolo 15 e tabelle B e C, con riferimento al rispetto dell’articolo 3 della Costituzione.
Così se si pronuncia la Corte Costituzionale si risolve definitivamente la querelle in un senso o nell’altro e per il futuro o non ci saranno più tabelle o se ci saranno potranno essere considerate conformi a Costituzione.
In passato qualcosa di simile era accaduto per una legge regionale sugli usi civici (sclassificazione) e forse la sollecitazione di associazioni e singoli aveva contribuito a catturare l’attenzione degli uffici ministeriali che proposero l’impugnativa.
Gli indirizzi a cui scrivere sono :
affariregionali@pec.governo.it
segreteriacapodipartimento.affariregionali@governo.it
Bisogna rendere pubblica la lista dei beneficiari e le somme relative. Accedere agli atti e divulgare
Chapeau ! Un cittadino pulito, preparato, integerrimo, inattaccabile, semplicemente disgustato da modi consueti ai quali tutti ci siamo abituati, e assecondiamo nel silenzio. Denuncia per il bene di tutti. Un sasso in una palude maleodorante. Trasformiamolo in una roccia. Non lasciamolo solo. Pronto a partecipare
Buongiorno,
ciò che maggiormente preoccupa sono i consiglieri, i giornali regionali (a parte questo),
e tutte le istituzioni che avrebbero dovuto esprimersi in merito. Una situazione sfuggita di mano dove tutte le correnti politiche fanno finta di non sapere e vedere. In una Regione, dove i grillini si son proposti di aprirla e fare un non so cosa, si adeguano a vecchie politiche senza nessuno scrupolo. Alla faccia degli onesti cittadini, o politici onesti, coloro che molto spesso non sono restati ai giochi di potere e sono stati fatti fuori. Rimane solo tristezza e grande sfiducia nelle istituzioni.
Sarebbe ora di creare un vero e proprio movimento per stanare tutti.
La prossima volta che Lei si firmerà AK-m47 la confinerò nello spam.
Il coraggioso cittadino sardo si chiama Felice Corda: https://www.facebook.com/share/p/1BuR36FfR1/
Il Fatto Quotidiano ha pubblicato stamattina la notizia a firma di Mauro Lissia
Finalmente una azione in favore del popolo, la Pratobello ha dato il via a questo tipo di controllo e di azioni.
Pronti a firmare anche questa iniziativa e a sostenerla anche con contributi per stare dietro alle pratiche burocratiche.
Diamaoci un nome , un paio di avvocati, e andiamo avanti diritti all’obbiettivo :annullare la delibera e trasformare la somma in bandi pubblici…come dovrebbe essere.
Ajooooo
Grazie ho già parlato col querelante
Onore a chi si espone denunciando questo sistema … occorre appunto indagare sul sistema delle richieste e con quali modalità vengono inoltrate dagli interessati e a chi…ricordo che lo scorso anno un presidente di un’associazione sportiva dichiarò all’Unione Sarda di averlo chiesto direttamente ad un consigliere del proprio paese….ed ottenne così ben 130.000 euro …. questo modus operandi consente al consigliere di turno che ha fatto ottenere la mancetta di mantenere il proprio posto, privilegi e quant’altro….se così fosse, con tali modalità, 0sarebbe corretto parlare di voto di scambio, che in Italia sarebbe reato
Ore 13 e 09
Nessun organo di stampa riporta la notizia della denuncia del cittadino di Nuoro.
Sardegna e Libertà avanguardia nella informazione
persona molto colta e preparata e soprattutto coraggiosa mi associo a quanto scritto da Maria
Fate qualcosa per i trasporti, sto in Sardegna dal 1968 per servire lo stato è ne sono onorato purtroppo per colpa dei trasporti non ho potuto assistere alla morte di mia madre e ieri alla sepoltura di mio fratello 73 anni anche lui umile servitore dello stato questa è una terra bellissima e ospitale purtroppo devo scrivere quello che mi diceva sempre il povero papà (donne e vuoi dei paesi tuoi)Non voglio offendere nessuno sono sposato felicemente con una sarda dal 1970 gra6
Tra i vari contributi “sospetti” ci sono anche il finanziamento ad alcune determinate Pro Loco che sono già destinatarie del contributo regionale da parte dell’assessorato al turismo, motivo per il quale non si capisce perché devono percepire altri denari.
Inoltre appare sospetto il contributo a certe società sportive guarda caso di comuni dove sono residenti CERTI CONSIGLIERI REGIONALI 😉
Giustissima una CLASS ACTION, sperando che tantissimi sardi aderiscano CORAGGIOSAMENTE!!!
Buongiorno,
credo e spero che questo atto di coraggio non sia fine a se stesso e che non resti un caso isolato, se si creasse qualche gruppo civico/ sociale, a supporto di quanto letto, sarò onorato di farne parte e di dare un mio seppur minimo e modesto contributo di sostegno… un particolare ringraziamento va a Sardegna e Libertà che ci informa puntualmente e seriamente di quanto succede nella più alta istituzione politica Sarda…
Tocat a fàghere su chi proponet TheLondoner cun sa disponibbilidade chi narat Angelo: est una chistione de demogratzia.
Podimus irballare totugantos (e una minoràntzia pro ite bi est, solu ca no at bìnchidu sas votatziones?) ma sa denùntzia no di depet e ne podet leare contr’a sos nùmenes chi amus lézidu
ma contr’a unu fatu e fàghere chi no andhat bene pro neune!
Si semus ai custu custu de ispendientes pro coitare a costu de fàghere ingiustìtzias e piagheres discutìbbiles no si podet sighire goi ca si timet su chi narat Enrico: tocat a bìdere proite semus ai custu puntu e currèzere su chi est diventadu mala ‘normalidade’. (Lezide s’art. de deris!)
…..e se promuovessimo una raccolta di firme in appoggio alla denuncia ?????
Condivisibile il succo della denuncia, ossia il fatto che il Consiglio Regionale usi lo strumento legislativo per assegnare finanziamenti senza utilizzare procedure ad evidenza pubblica o, per quanto si sa, altre forme di procedimento valutativo.
Quello che temo, per il Signor XXXXX di Nuoro, è che la sollecitata attenzione degli Uffici Giudiziari possa rivolgersi contro di lui. Perché nella querela accusa i Consiglieri Regionali citati di aver elargito i contributi ad “amici e conoscenti”, e questo è altro reato rispetto alla truffa. Più grave, ma va provato.
Spero che la Magistratura guardi la luna e non il dito e che ci dica, una volta per tutte, se il Consiglio Regionale possa distribuire, con una tabella allegata a una legge, contributi a chi pare ad esso senza che venga citata quale procedura ci sia stata alla base della scelta.
Che i beneficiari siano “amici o conoscenti” sarebbe solo una ulteriore aggravante di un fatto che già di per sé è una bella porcheria.
Condivido questa denuncia e ritengo che potrebbe essere riproposta in altre Regioni italiane. Se fosse stata presentata anni fa, probabilmente non si sarebbe perpetuato nel tempo questo malcostume. Posso rilevare che, anche quando vengono proposti bandi di assegnazione fondi o concessioni beni, pur prevedendo criteri di valutazione per promuovere i bocciare le istanze, è possibile orientare il risultato. Ad ogni modo, meglio ora che mai
Seguendo il coraggio si potrebbe pensare ad una class action
mi pare che questo signore abbia dato contenuto formale ad un sentimento diffuso.
lo ringrazio e comunico di essere disponibile a contribuire ad eventuali spese legali
bisognerebbe sostenere queste iniziative in qualche modo ed intendo anche economicamente. se ci fosse uno capace e volenteroso di organizzare qualcosa di questo tipo, in tanti potremo dare un piccolo contributo che diventerebbe grande. siamo in una situazione difficile da definire…utilizziamo nuovamente “disastrosa” ed il chiodo fisso di questi personaggi è OMISSIS, perchè in alternativa sarebbero dei OMISSIS e mantenere il posto di OMISSIS non di lavoro… prendendo OMISSIS soldi dalla cassa comune e gettandoli al cesso.
Professore, una semplice curiosità…ma nella richiesta all’AI di generare l’immagine del post ha specificato che si trattava dei consiglieri regionali sardi?
Lo chiedo perché nell’immagine le mani hanno più dita, i pollici più lunghi come le scimmie ed in qualche caso pure ricoperte di folta peluria.
Non è che per caso l’AI ha voluto rendere conformi le mani dei ns esimi consiglieri all’OMISSIS più congeniale?.
Io rilevo un altro errore, madornale. E’ stato fatto in data 25 febbraio 2024, il giorno delle ultime elezioni regionali; lo hanno commesso in molti contribuendo ad eleggerli
Però!
Inizia bene la giornata.
Credo che l’unico effetto che otterrà, purtroppo, sarà quello di bloccare la spesa.
Abbiamo ancora buone speranze questo è un bellissimo inizio devono seguire altri esempi intanto altri Sardi possono aderire a questa denuncia.Non si lamentino i ns “onorevoli” perché e meglio che finalmente capiscano che la rappresentanza per chi prendono tanti (troppi quattrini) ha dei doveri in solo dei privilegi
pur se traspare in modo molto chiaro, io avrei fatto un riferimento esplicito anche all’Art. 97 della Costituzione: buon andamento e imparzialità dell’amministrazione
Dovrebbero fare la medesima cosa tutti i cittadini sardi onesti, che pagano le tasse per avere servizi e che non dipendono dai favori di di questi signori.
Esempio di Cittadinanza Attiva.
Buona giornata.
Sì, è un refuso, ma non posso certo correggerlo io.
5.12.2025
L’ unico dato errato, pare la data