di Paolo Maninchedda
Quello che trovate in calce a questo post è il verbale della Conferenza Stato-Regioni di ieri, dedicata ad esprimere un parere su una bozza di Dpcm predisposta dal Governo sul rischio idrogeologico. Potete leggere che la Sardegna, da sola, ha espresso parere negativo. Il motivo è presto detto: quando venne in Sardegna il sottosegretario alla Presidenza Del Rio, il Presidente Pigliaru gli disse che il fabbisogno della Sardegna per mitigare il rischio idrogeologico era di 1,2 miliardi di euro. Successivamente la Regione Sardegna si era confrontata con la Struttura di missione Italia Sicura e aveva capito che il Governo piuttosto che finanziare le Regioni dotate degli strumenti di pianificazione e dei piani di fattibilità per intere aree soggette al pericolo e alla mitigazione, avrebbe invece finanziato i progetti esecutivi comunque disponibili. Di conseguenza Regione aveva convocato tutti i Comuni delle aree a rischio per correre verso una progettazione cantierabile. Non solo, durante il confronto romano, i rappresentanti del Ministero dell’Ambiente avevano assicurato che nel redigere il DPCM per la mitigazione, avrebbero comunque trovato un mix tra i parametri decisivi per il riparto delle risorse tra le regioni, tra il coefficiente di rischio e la pianificazione-progettazione disponibile.
Poi è accaduta questa sequenza temporale di eventi ricostruibile agevolmente in rete. Il 17 u.s. viene convocata la Conferenza Stato-Regioni con un solo punto all’ordine del giorno. Il 18, l’ordine del giorno viene integrato con 29 altri punti all’ordine del giorno. La mattina del 19 viene integrato ancora con il 31 punto all’ordine del giorno: la bozza di decreto ministeriale sul rischio idrogeologico. La bozza del decreto giunge in Sardegna nella tarda serata del 17. Lo analizzano i dirigenti delle diverse strutture regionali e rilevano ciò che si aspettava: oltre che uno sconfinamento (per essere cortesi) nelle competenze regionali garantite dallo Statuto, una serie di incongruenze non da poco, una classificazione dei progetti talvolta contraddittoria e infine lo stesso valore decisivo per il riparto delle risorse abbastanza equivoco, giacché cantierabilità può voler dire gara d’appalto o aggiudicazione. La Regione Piemonte comincia a raccogliere i pareri delle strutture tecniche delle regioni, che risultano essere particolarmente critici, ma ciò nonostante la pressione è tale che Chiamparino porta la bozza di DPCM alla discussione della riunione della mattina di ieri della Conferenza delle Regioni. Io stesso riesco a parlare con Chiamparino solo nella mattinata di ieri, poco prima della riunione e Chiamparino non può fare altro che dirmi di garantire l’espressione della nostra posizione in Conferenza. Puntualmente, l’assessore Demuro che ci rappresentava nelle riunioni romane mette a verbale la posizione della Sardegna e dà parere negativo sia in Conferenza delle Regioni che in Conferenza Stato-Regioni, pur inserendo nelle osservazioni che corredano il verbale di approvazione del parere, tutti i suggerimenti correttivi che si riteneva di proporre. Adesso dovremo correre nella progettazione, aspettare il Dpcm e impugnarlo in tutte le sedi.
Ciò che lascia l’amaro in bocca è la percezione di due aspetti: 1) le guerre romane sono guerre lampo procedurali che si possono combattere solo se si marcano a uomo i grandi apparati ministeriali o se si coltivano relazioni personali di alto livello amministrativo; 2) la verticalizzazione e concentrazione delle funzioni politiche nel governo italiano è tale da lasciare al solo contenzioso giurisdizionale il tavolo vero di confronto tra la Regione Sardegna e il Governo. Mi dicano i parlamentari, se sono interessati a queste vicende, se le cose non stanno così.
LA CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO, LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO
nell’odierna seduta del 19 febbraio 2015
VISTO l’art. 10, comma 11, del decreto-legge del 24 giugno 2014, n. 91, convertito in legge con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116, il quale stabilisce che i criteri, le modalità e l’entità delle risorse destinate al finanziamento degli interventi in materia di mitigazione del rischio idrogeologico siano definiti con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto, per quanto di competenza, con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti;
VISTO il decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, che, all’art. 2, comma 4, prevede che il Presidente del Consiglio dei Ministri possa sottoporre a questa Conferenza qualsiasi oggetto di interesse regionale anche su richiesta della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome;
VISTO lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante criteri e modalità di assegnazione delle risorse destinate agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, predisposto ai sensi del richiamato art. 10, comma 11, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, trasmesso dal Dipartimento per il coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri con nota prot. n. 5724 del 18 febbraio 2015, e diramato in pari data dalla Segreteria di questa Conferenza con nota prot. n. 840;
VISTA la successiva stesura del predetto schema di decreto, diramata dalla Segreteria di questa Conferenza con nota prot. n. 857 del 19 febbraio 2015;
CONSIDERATI gli esiti dell’odierna seduta di questa Conferenza, nel corso della quale le Regioni e le Province autonome, ad eccezione della Sardegna che ha espresso parere negativo, hanno espresso parere favorevole, con l’impegno da parte del Governo di aprire un tavolo Stato-Regioni che definisca entro il prossimo mese di marzo 2015 le modifiche da apportare al testo;
ESPRIME PARERE FAVOREVOLE
nei termini di cui in premessa, sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante criteri e modalità di assegnazione delle risorse destinate agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, predisposto ai sensi del richiamato art. 10, comma 11, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, nel testo diramato dalla Segreteria di questa Conferenza con nota prot. n. 857 del 19 febbraio 2015