Ci sono tre modelli per formare una Giunta:
1 – si scelgono assessori che abbiano due caratteristiche: essere uomini politici autentici (cioè capaci di unire visione e consenso) ma che siano anche uomini di governo, cioè che abbiano una lucida e praticata consapevolezza della complessa architettura di poteri e di procedure che oggi caratterizza qualsiasi attività di amministrazione di qualsiasi potere e che sappiano condurla. L’obiettivo in questo caso è cambiare la realtà con un’efficace azione riformista;
– si scelgono direttori generali degli assessorati coerenti con l’alto profilo degli assessori, uomini di Stato più che di partito, ottenendo così che la dialettica e la collaborazione di persone di alta competenza e capacità determini naturalmente un’alta qualità di governo;
2 – si scelgono assessori di consenso e di cemento della maggioranza parlamentare, a prescindere dalla loro capacità di governo;
– si scelgono direttori generali di fedeltà politica piuttosto che istituzionale. L’obiettivo in questo caso è non fare niente di sostanziale ma di governare il proprio consenso e la piazza.
3 – si scelgono assessori di propaganda, come nel caso precedente;
– si scelgono direttori generali di alto profilo. In questo caso la figura decisiva è il Presidente e la sua capacità di far chiacchierare gli assessori e di governare con i direttori generali.
In Sardegna si è già capito il modello scelto per gli assessori, adesso si tratta di capire il rapporto con l’amministrazione regionale. Ma si sente molto il profumo della vecchia Giunta Masala.