di Paolo Maninchedda
Mediamente le entrate della Regione Sardegna sono 6,4 miliardi di euro.
Mediamente la sanità costa intorno ai 3 miliardi.
Il funzionamento della Regione costa intorno ai 2,5 miliardi.
I trasferimenti ai Comuni sono mediamente 1 miliardo di euro.
Ne consegue che non ci sono soldi per le infrastrutture, per le imprese e per il lavoro.
Forse l’idea di finanziare solo la sanità e i comuni non è poi così vincente.
E ancora: siamo così sicuri che nessuno in Sardegna debba pagare un ticket sanitario? In Italia siamo rimasti solo noi a fare queste ingiuste politiche universali.
Però siamo anche capaci, noi sardi, di fare bandi stupidi. Il Cacip di Cagliari ha pubblicato il bando per il nuovo direttore. Questo. Alla pagina 4 punto 4, quarto pallino scuro, si legge che se il candidato non è residente a Cagliari viene escluso. Sicuramente è un errore, ma è un errore tipicamente nostro, tipicamente orientato a proteggere i ruoli apicali dalla competizione e così, protezione dopo protezione, monopolio dopo monopolio, oligopolio dopo oligopolio, ci suicidiamo di fronte alla storia.
Forse oggi ho avuto una pessima giornata e dunque il mio pessimismo può non essere giustificato. Però forse è anche vero che la dobbiamo finire con le cattive abitudini. Su connotu è la nostra fine.
Comments on “Come si fa a fare sviluppo così?”
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Bando CACIP.
Detto – fatto: bando rettificato…
Noi sardi continuiamo a scannarci per poche briciole mentre Russi e Cinesi comprano, comprano, comprano.
E comandano.
Fra breve (in realtà già dall’inverno 2014/15) dovremo fare i conti con la partita strategica dell’approvvigionamento degli idrocarburi e in quel momento sarà manifesta la nostra incapacità e ormai impossibilità di contrasto nei confronti di un potere economico feroce qual’è quello che si sta affermando anche in Sardegna.
PROVIAMO A PARLARE DI SANITÀ… O LA CHIAMIAMO SUA SANTITÀ SANITÀ.
NOI ALLA SIGNORA SANITA’ ABBIAMO FATTO IL BACIAMANO, DA QUALCHE PARTE BISOGNA PURE INIZIARE… AVREBBE DETTO UN ISPIRATO LATIN LOVER.
NON FOSSE ALTRO PER CHI AVESSE LA MEMORIA CORTA: I SOVRANISTI HANNO INNESCATO LA PROPOSTA, DOVE SONO LE CONTROPROPOSTE? O EVENTUALMENTE LE ADESIONI?
La sanità è l’aspirasoldi più imponente non solo nella nostra regione, la scelta di tutelare la salute è la prima in ordine di priorità. Però..però è di attualità che il nostro patrimonio ovino ha subito un attentato terroristico chimicamente preparato in Sud Africa bollato da una non precisata struttura del centro Italico avvallato non so se per negligenza o ancora peggio con consapevolezza pur di monetizzare, nientemeno dal Dicastero Sanità (e qui è pane di Magistratura) e chissà quando e con quali effetti invece per via alimentare “per NOI” diffidenti.
Proviamo a fare due conticini: per esempio negli acquisti delle famose siringhe che sono guarda un po la coincidenza “la punta” dell’iceberg. Ma anche di tutte le altre voci -forniture- per la causa sanità.
1)Bisognerebbe metabolizzare la direttiva Europea sulla gestione dei rifiuti, ALè si va va a dire alle banche (gruppo Ecoridania)che 100 milioni di euro non ci sono più.
2) Far coincidere in eguale cifra il posto letto con il servizio dato, ed invece non c’è equità.
3) Tutte i costi delle nostre ASL, andiamo a vedere le tabelle di riferimento sono a macchia di leopardo.
4) Siamo procapite primi nella spesa dei farmaci.
E qui la mala informazione o se si vuole la voluta mala informazione. Non dimentichiamo che dietro ogni farmaco ci sono interessi enormi, la Roche e la Novartis, pizzicate a fare cartello, stiamo parlando di un farmaco ma con nomi diversi, si sa che il farmaco non prende valore per il nome in special modo quando i principi attivi scritti nel bugiardino sono uguali. Il primo medicinale costava circa 40 euro a fiala contro i 1700 euro iniziali dell’altro (poi scesi a 1200 in Italia), si è calcolato che il nostro Sistema Sanitario Nazionale abbia subito una rapina stimata in oltre 45 milioni di euro nel solo 2012, con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni di euro l’anno. Ma qui siamo su una truffa architettata da delinquenti. A giocare con i principi attivi di un farmaco ora più che mai “ a NOI” non ci è concesso. E qui torna a galla su connotu, la nostra diffidenza ci porta a non utilizzare i farmaci generici, convinti da lingue truffaldine che il beneficio non sia uguale, il risultato vero invece è che, ordinario o generico i benefici sono gli stessi. la differenza sta solo in meno soldini in tasca. O no?
Quando una licenza di un farmaco scade, non scadono i principi attivi, quelli se continui a produrli fanno sempre lo stesso lavoro.
I ticket sono le storture di politiche per incamerare voti, così come per anni è stato il costo acqua.
È miseramente fallito il comunismo con politiche che sapevano distribuire ma non sapeva produrre. Oggi possiamo dire che sappiamo produrre ma non sappiamo distribuire.
Su connotu applicato sul tema liquido della Sanità, è compatibile quanto la Legge Madre del Burundi in casa Germanica.
Ed allora fare sviluppo potrebbe voler dire aggiustare ciò che funziona male.
Sissignori dobbiamo svoltare…vale per chi governa e per chi è governato.
Le streghe avrebbe detto qualcuno sono finite quando abbiamo smesso di bruciarle.
La Sardegna si accolla, unica regione in Italia, la sanità ed i trasporti, senza che lo stato sborsi la contropartita pattuita: ottima furbata dell’allora presidente Soru e dell’allora assessore Pigliaru.
Mi piace pensare che l’attuale presidente avesse lasciato anche per divergenze su questo argomento
Un bilancio povero non potrà realizzare grandi economie, ma piccoli numeri possono comunque realizzare un quadro economico piccolo (ma non debole), stabile (ma non precario) e soprattutto, credibilmente in crescita. Le preoccupazioni sulla sostenibilità della spesa qui impattano e qui troverebbero molte soluzioni. Chiederei volentieri al Presidente se l’economia (da sola) può fare miracoli. Senz’altro molto dipende dagli obiettivi che la politica ‘vuole rendere disponibili’ (oppure no) alla gente, dai modi di decisione e anzi dalla combinazione dei modi di decidere, dal fatto che un determinato obiettivo spesso comporta di sacrificarne un altro, ma se i vantaggi superano gli svantaggi, e non sono solo da una parte, allora si può fare. In linea di massima il sistema pubblico (occhio ai disastri delle controllate nazionali), dovrebbe stare fuori dalle partecipate miste e favorire la libera impresa; dovrebbe rafforzare il project financing, dovrebbe controllare e avere authority sui prezzi al consumo, dovrebbe esercitare potere risarcitorio sull’operato doloso della mano pubblica delle camere alte del governo, dovrebbe limitare le sovvenzioni alle funzioni obiettivo, partecipando al rischio, e adeguare infine la fiscalità locale ai fini di un’equa e bassa tassazione. Dovremmo poter scegliere (I had a dream), anzi determinare, il sistema economico più adatto alle nostre esigenze isolane e la qualità fisica della nostra vita poter essere misurabile in rapporto al livello di sviluppo economico raggiunto. Questo in genere pensiamo di deciderlo alle Regionali!
Basta con:”Fill’e chinni sesi?”. Chiedetemi: “Chinni seu”. “Protezionismo” letale per uno sviluppo sano.
Paolo, tutte le regioni pagano la sanità dalla propria cassa? Per quale motivo Soru accettò volentieri questo passaggio di consegne? Fu senza contropartita economica?
Ti ho sentito diverse volte, se non sbaglio, dire che potremo stare in piedi con le nostre entrate totali (iva + tasse, ecc. versati in Sardegna). Ci piacerebbe, te l’ho chiesto diverse volte, conoscere i dettagli della partita finanziaria ed economica del dare/avere RAS vs. Stato.
Penso che quando avrai questi dati potremo incontrarci con Rivoluzione Morale…
Ciao, Salvatore