Se si cerca un receptionist a Roma, si trova bene indicato lo stipendio proposto e tutte le mansioni.
Se lo si cerca in Sardegna si trovano due opzioni: una seria, con l’indicazione dell’importo dello stipendio pagato, l’altra cieca. In entrambi, però, il monte ore complessivo non è indicato. Quanto si dovrebbe lavorare? Non si sa.
Per i lavapiatti il quadro non cambia: si cerca un lavapiatti, ma si cela quante ore dovrebbe lavorare e soprattutto quanto potrebbe guadagnare.
Per gli addetti alle pulizie si può essere anche più laconici oppure essere più esigenti ma sempre omettendo di scrivere l’importo del contratto e l’impegno orario.
Se poi si va su un sito specializzato per i camerieri si entra nel mondo della cortesia verbale e dell’inferno sostanziale.
Ecco un caso. Questa è una ricerca di lavoro educatissima, ma leggiamola con attenzione. Si chiedono delle abilità, indispensabili, come è normale, poi si scrive che il contratto è a tempo determinato per tre mesi, ma nel box laterale se ne indicano 2, si scrive che la tipologia del contratto è part time, ma si chiede “grande flessibilità negli orari” e non si parla di straordinari. Serve altro?
Poi ci sono gli annunci spot che appaiono e scompaiono in Facebook e che è difficile documentare. Me ne hanno mandato uno dell’anno scorso che è emblematico, lo trovate sotto. Come potete leggere si cercava per 600 euro mese e otto ore di lavoro giorno una banconiera che doveva essere “formosa” e “gentile” e “automunita…” (coi puntini). Serve altro per capire? No. Ci siamo capiti. Se ne avete altri più recenti, inviateli all’indirizzo del sito. Mi impegno a pubblicarli.
Denunciate la schiavitù.