Premetto che racconterò una storia indecente senza volere in alcun modo solleticare lo stomaco di ferro e onnidigestore della magistratura, non solo perché non ho alcuna stima di gran parte della magistratura, ma anche perché sono certo che non ne capirebbe una cipolla.
Racconterò in onore di chi si zappa la vita senza omaggiare la pantofola del manipolo di prepotenti impudenti che governa oggi la Sardegna.
Racconterò in due parti. Bisogna aver pazienza e leggere per più di tre minuti e non scrivermi commenti, peraltro esilaranti, come quello postato ieri che, contestando la lunghezza dell’articolo, ha scrittio: po girai Ben Hur ci anti postu prus pagu.
Dalle prove scritte ai soli colloqui
Questa storia inizia quando io ero ancora consigliere regionale e Presidente della Commissione Bilancio. Infatti si tratta dei dipendenti Aras, Associazione Regionale Allevatori Sardegna, che per circa 15 anni ha svolto per conto della Regione e con soldi della Regione l’assistenza tecnica nelle campagne sarde.
Era il 2009. Veniva approvato il collegato alla Finanziaria (L.R.3/2009, art.2, comma 40) che autorizzava l’agenzia Laore a assumere i dipendenti sattraverso un concorso per titoli, riservato a chi avesse un’anzianità di servizio di almeno tre anni.
Il concorso non venne espletato, per mille ragioni, tra cui una certa ostilità tra i dipendenti Aras alle procedure concorsuali.
Ci si riprova nel 2018 L.R.47/2018, art. 1, commi 1-5. Si prevede un concorso per titoli aperto a tutti, ma con premialità per chi abbia svolto attività professionali di assistenza tecnica in agricoltura in attuazione di programmi regionali. La legge non viene impugnata dal Governo.
Giusto per una notazione di merito, che assume il giusto valore nel proseguo di questo racconto, lo sforzo iniziale dei legislatori regionali è sempre stato quello di garantire la continuità del servizio di assistenza tecnica agli allevatori zootecnici assumendo, nei ruoli pubblici, i tecnici già impegnati in questa attività. In questo modo si intendeva raggiungere due scopi: garantire il flusso di provvidenze del così detto “benessere animale” (oltre 45 milioni di euro l’anno) verso gli allevatori sardi e, contemporaneamente, sottrarre i dipendenti dell’ARAS alla precarietà, oramai pluriennale, in cui erano costretti dalle circostanze.
Nel febbraio 2019, a seguito delle elezioni di febbraio, si insedia la nuova Giunta e, inevitabilmente, tutte le attività amministrative rallentano, ma quella del concorso per gli ex ARAS si blocca del tutto.
Infatti, per tutto il 2019, qualunque tentativo di dare attuazione alla L.R. n.47/2018 (peraltro approvata con voto bipartisan) si è scontrato con la ferma opposizione dell’attuale titolare (si fa per dire) dell’Assessorato dell’Agricoltura, che attraverso note ufficiali e interventi verbali, ha più volte contestato l’avvio delle procedure concorsuali riservate ai soli dipendenti ARAS.
Peraltro, contro questo bando, si sono schierati alcuni sindacati dei dipendenti regionali, con CISL e FEDRO in prima fila, minacciando ricorsi ed esposti alla Corte dei Conti, e forse non è superfluo ricordare che proprio l’Assessora dell’Agricoltura, che è una dipendente dell’Agenzia ASPAL, era una delegata sindacale del FEDRO.
Nel 2020 l’allora Commissario di LAORE, dott. Gianfranco Casu (noto Gianni), nominato dalla Giunta Solinas nell’ottobre del 2019, si rende conto che, il non dare attuazione ad una legge vigente rischia di esporlo al reato di omissione, così come, garbatamente, gli ricorda qualche lettera dei legali degli ex dipendenti ARAS.
Perciò, ignorando qualunque veto od opposizione, ad ottobre del 2020, i bandi di concorso della L.R. n.47/2018 vedono finalmente la luce e sono pubblicati. Attenzione, anche il commissario del Centrodestra tiene in piedi correttamente la selezione per titoli! Se si va a leggere l’art. 6 del bando (Valutazione dei titoli), si scopre che su un punteggio massimo di 50 punti, i titoli di studio valevano massimo 10 punti, le esperienze di lavoro – cioè i titoli – 35 punti, le abilitazioni professionali 2 punti e i titoli vari 3 punti.
Ricorsi e leggi
La reazione di CISL e FEDRO è immediata: facendo costituire dei propri iscritti, promuovono un ricorso al TAR per bloccarlo, denunciando il fatto che l’ingresso dei dipendenti ex ARAS nei ruoli regionali avrebbe determinato un danno alle loro carriere, in quanto, i nuovi assunti, avrebbero occupato posti di categoria superiore sottraendoli a possibili concorsi interni.
In realtà, in contemporanea o quasi, lo stesso Commissario ha bandito anche i concorsi riservati agli interni per effettuare la così detta “progressione verticale” (vuol dire che un dipendente che magari è inquadrato in categoria B può passare in categoria C) ovviamente riservatissima solo a coloro che sono già dipendenti.
Ma questo non basta ai ricorrenti e alle sigle sindacali sopra citate.
Nelle prossime puntate racconterò delle presenze angeliche che si appalesano nel giudizio amministrativo. Ora mi preme andare al punto: il nuovo concorso.
Inizialmente le ragioni dei ricorrenti non sembrano trovare accoglimento e il TAR non concede la sospensione delle procedure di concorso, non rinvenendo ragioni di particolare pericolo per le carriere degli assistiti CISL e FEDRO.
A quel punto, in attesa delle decisioni del TAR, si intensifica una forte iniziativa politica per modificare la legge n.47/2018 in modo da annullare i bandi di concorso pubblicati e aprire i concorsi a tutti.
Chi avesse voglia può andare a consultare gli atti della V Commissione e le audizioni in merito.
Infine il TAR il 21 dicembre 2020 decide e invia la legge regionale n. 47/2018 alla Corte Costituzionale con Ordinanza n. 727/20 del 21/12/2020. Il concorso è morto.
Ma le iniziative politiche attivate nel frattempo producono gli effetti desiderati: il 28 dicembre dello stesso anno, il Consiglio Regionale approva la L.R. n.34/2020 “Modifiche all’articolo 1 della legge regionale n. 47 del 2018 in materia di assistenza tecnica agli imprenditori
zootecnici.” Attenzione! La modifica della norma non è per nulla neutra, è a dir poco luciferina, perché la selezione passa da essere per soli titoli, come previsto dalle due leggi precedenti, a essere per titoli e colloquio. Attenzione ancora: la norma si guarda bene dal dire quanto debbano pesare i titoli e quanto il colloquio.
Qui bisogna togliersi il cappello. Mai vista fare una porcata di questo tipo con questa leggiadra impudenza legislativa, tanto più che, per la cronaca, è utile ricordare che il Presidente della V Commissione Consiliare che esamina e licenzia il disegno di legge, poi approvato è il Dott. Piero Maieli, veterinario, il quale poi parteciperà al concorso con titoli e colloquio proprio, come è noto. Non abbiamo, dunque, solo consiglieri regionali che determinano con i propri emendamenti l’indice di edificabilità dei propri terreni, abbiamo anche quelli che determinano le modalità facilitate rispetto alle condizioni precedenti, dei propri concorsi. Con una differenza: i primi sono in galera, i secondi no.
Arriva Mr Risolvo problemi
Il 29 ottobre del 2021 la Giunta Solinas nomina il nuovo Commissario di Laore, nella persona del dott. Gerolamo Solima, e qui qualcosa non torna (o torna tutto, a seconda dei punti di vista), perché si tratta di una persona di sicura esperienza (già dirigente del Comune di Cagliari, già Direttore generale dell’allora ERSAT in epoca della Giunta Pili e già Direttore generale degli EE.LL in epoca di Giunta Cappellacci) ma anche con qualche controversia con la giustizia e con la giustizia amministrativa. Insomma, sicuramente un tecnico che risolve problemi, ma anche, se possiamo usare un’immagine bellica in questi tempi infausti, senza preoccuparsi troppo dei danni collaterali.
Rapido ed efficiente, il nuovo Commissario bandisce già dal mese di febbraio 2021 i primi concorsi previsti dalla legge n.34 del precedente dicembre 2020. E cosa succede? Succede che si dispone che i titoli valgano al massimo 30 punti su 100 e il colloquio orale valga 70 punti su 100. Leggete qui, questo è quello per veterinari, quello cui ha partecipato il Presidente della Commissione agricoltura. Quindi un concorso pensato da anni per far transitare personale già esperto e già reclutato impropriamente dalla Regione nei ruoli della Regione, si è trasformato in un concorso dove i titoli valgono meno della metà del colloquio.
Come dicono gli esperti di intelligence, la differenza tra la fantasia di un romanziere e la realtà è che il romanzo è sempre un passo indietro.
Una postilla per i giornalisti: perché diavolo debba spaccarmi la schiena io a scovare e capire queste cose e voi restiate in redazione a grattarvi la pancia e a fare i chierichetti del potere, non riuscirò mai a capirlo.
Sarebbe interessante capire che cosa scaturirebbe da un “approfondimento” su nomi, cognomi e parentele occulte da parte della Magistratura. Strano che nessun escluso/bocciato abbia fatto ricorso a quest’ultimo Organo dello Stato. Attendiamo con ansia che qualcuno si svegli!
Egregio Professore. Probabilmente mi sono espresso male io. Ma di pavloviano ho solo il disgusto per quello che accade. Lungi da me avere riflessi da sindacalista. Giammai. Il mio intervento, ma ripeto mi sarò espresso male, era teso e finalizzato a rafforzare le tesi esposte nell’articolo. Lungi da me pensare che Lei sia per i concorsi riservati.
Cordialità
Gentilissimo Enrico, capisco la reazione pavloviana da sindacalista, però se leggi bene l’articolo, io non mi schiero per i concorsi riservati, sebbene la vicenda ARS sia una vicenda da ipocrisia di Stato. Bastava comunque fare un concorso aperto a tutti ma per soli titoli, questo è il punto. Il resto, come sai, è lontanissimo da me.
Per carità quel pseudo concorso…quante cose ci sarebbero da dire
Mi accodo ad Enrico, vogliamo parlare di chi è entrato con contratto di collaborazione presso IZS grazie all’impronta della scarpa e poi si è trovato stabilizzato ?
Bisogna essere degni del popolo italiano. Non è degno del popolo italiano colui che compie atti di disonestà. I corrotti ed i disonesti sono indegni di appartenere al popolo italiano, e devono essere colpiti senza alcuna considerazione.
Sandro Pertini, 1980
Tutto quello che si vuole ma è tempo di finirla con le stabilizzazioni di chiunque abbia lavorato per l’amministrazione. Si faceva in tempi andati. Pensavano fossero finiti, ma così non è. Ricordiamoci sempre che solitamente chi ha contartti di collaborazione o entra in soggetti quale l’ARAS non fa uno straccio di concorso e per la maggior parte ci arriva tramite l’amico di turno. Le regole ci sono e andrebbero rispettate. Nella P.A si accede per concorso dall’esterno e le riserve di posti sono previste solo per chi è già dentro. Male anche questo endemico dei nostri governanti. Vogliamo ricordare Hydrocontrol? Ma gli esempi sono tantissimi. Che poi qui si siano passati altri limiti può anche essere vero. Ma è proprio il principio base che viene scardinato dalle maggioranze di tutti i colori. Alla faccia di chi da figlio di nessuno aspetta un concorso che sia fatto come le regole impongono. Senza cooptazioni da altri soggetti privati, senza riserve dovute a attività espletata. I disoccupati in Sardegna sono troppi per non meritare un minimo di rispetto
De sa PORCHERIA ite si ndhe podet nàrrere? Cosa chi pudescit/púdida o logu de “allevamento”? Bi at bisonzu de bi lis sulare in s’origra a totu sos “interessati”?