di Paolo Maninchedda
Siamo abituati ormai a dover fare da soli con l’informazione. Ma prima o poi lo troverò un riccone che ci finanzi un quindicinale di informazione! Oggi siamo anche costretti a leggere un articolo sconcertante della Nuova Sardegna sul mondo indipendentista, che non vede come mentre noi soli ormai abbiamo una presenza radicata e costante in tutta la Sardegna, senza oscillazioni e picchi (a che serve prendere un’alta percentuale in un posto e zero in un altro?), ma al contrario ci cita cursoriamente in un pastone fatto con una superficialità disarmante con i soliti veccchi schemi sull’indipendentismo diviso. Pazienza anche per le muffe cerebrali. Come in campagna elettorale non è mai venuto un giornalista ai nostri eventi, mai una televisione, mai una radio, fuorché una corrispondente dell’Unione a Olbia in un solo caso, così ora, dopo l’evidenza dei risultati elettorali ancora dobbiamo combattere per affermare la nostra evidente esistenza. Pazienza. Continuiamo.
Il Partito dei Sardi nasce nel 2014. A poco meno di due anni dalla sua nascita è organizzato e su tutto il territorio della Sardegna ha presentato liste o candidati in ogni comune della tornata elettorale ed in particolar modo nei principali centri metropolitani.
A Cagliari contribuisce alla vittoria di Massimo Zedda, raddoppia consensi e percentuali rispetto alle regionali (passiamo da 700 a 1600 voti, non sono stati molti quelli che sono riusciti a farlo), esprime un consigliere indipendentista.
Anche a Olbia raddoppia abbondantemente i consensi rispetto al 2014 (250 voti circa), conferma integralmente i voti delle primarie (600) pur essendo stato penalizzato da almeno un centinaio di voti annullati, e contribuisce al vantaggio di Carlo Careddu.
A Carbonia arriva addirittura all’8,10% ed è il secondo partito della coalizione dietro il PD. Qui abbiamo moltiplicato per 20 con un candidato che da solo (Fabio Usai) prende più di 800 voti. Al contempo va al ballottaggio a Sinnai, contribuisce in modo decisivo ad importanti vittorie a Sarroch, Sennori, Borore (il nostro candidato è il più votato), dove elegge suoi quadri dirigenti. Esprime nuovi sindaci in realtà come Silanus e Benetutti. È decisivo in molteplici comunità locali, in maggioranza o come primo partito d’opposizione: Fonni, Elmas, Siniscola, Baunei, Monteleone, Marrubiu. Andiamo al ballottaggio a Monserrato e Sinnai.
A tutto ciò si aggiungono i molteplici candidati che pur se in liste civiche hanno da subito manifestato l’intenzione di aderire al progetto indipendentista del Partito dei Sardi e che andranno a rinforzare a breve giro la nostra presenza nelle istituzioni sarde.
Grazie a questo lavoro, e senza contare i consiglieri “simpatizzanti”, oggi il Partito dei Sardi esprime almeno 10 sindaci e oltre 70 fra assessori e consiglieri. Ma soprattutto si attesta come una forza indipendentista sarda realmente nazionale, capace di essere presente e di crescere ovunque. In ogni territorio e in ogni comunità; nell’interno come sulla costa, nei piccoli centri come nelle grandi città.
Tutto questo ottenuto avendo gli organi di stampa se non contro di noi, comunque molto distanti da noi, non per calcolo, ma per abitudine: non vedono le cose nuove. Ha ragione Biolchini: la libertà di stampa è di chi ha un organo di stampa. Non si salva neanche la Rai: il famoso operatore pubblico oggi in Sardegna ha molti giornalisti della penisola che ancora, talvolta, dimostrano di non avere dimestichezza con la geografia della Sardegna, coi nomi delle strade, con gli indirizzi dei palazzi regionali ecc. ecc. Ci lamentiamo? No, ci cerchiamo un pool di persone facoltose che ci aiutino ad avere un serio organo di stampa per tre anni. In tre anni lo dobbiamo mettere in equilibrio economico finanziario. Dobbiamo farlo.
Comments on “Come al solito, facciamo da soli. Se andassimo a votare oggi per le regionali, si stupirebbero”
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caro Maninchedda, ho sentito un a intervista di Zedda rlasciata a repubblica tv. Sto a bologna e in parte in Sardegna e molte notizie mi scappano. Devo però dire che quell’intervista non è che mi sia piaciuta. Intanto il rinnovato sindaco di Cgliari afferma che quando la sinistra si presenta unita alla fine vince (e vabbé sono parole come tante altre), ma dice che vince soprattutto rispondendo ad una domanda in cui l’intervistatore parlava sempicemente di un’alleanza fra Pd e Sel. Ora, se lui ha vinto al primo turno è perché le formazioni indipendentiste (compreso il Psd’az) gli hanno dato una mano che supera il 20% dei voti raccolti. Insomma, mi sarei aspettato un piccolo grazie e se fossi stato io (ma sono di parte, ovvio) avrei ricordato all’intervistatore che la coalizione era di sinistra e sovranista e che se lui ha vinto al primo turno ci sarà per questo una ragione. Invece, tutto questo non l’ho proprio sentito. forse queste cose le avà dette a qualche giornale sardo, davvero non lo so. Ma di certo so che il sito online di Repubblica tv è molto visto e in buona percentuale da tanti sardi che non stanno sull’isola. Non so se sbaglio, ma il partito di Renzi (che dalle mie parti proprio non gode di buona salute) mi sembra che con i suoi feudatari locali, si stia progettando il solito giochetto: noi gli diamo i voti e loro li fanno “loro”. Questa fesseria l’aveva già fatta Lussu, un bravuomo, ma per niente attento alle fregature o forse troppo barroso; lo hanno fatto quei sardisti che credettero un giorno nella chimera del miliardo mussoliniano, lo hanno fatto quelli che hanno rimpolpato le file dei repubblicani. Non vorrei che lo rifacessimo noi un’altra volta. A fidarsi c’è sempre tempo, dicono dalle mie parti.
mettiamo (ovviamente chi può) 30 euro a testa al mese (meno di un caffè al giorno).
per far crescere il nostro grande progetto mi sembra un prezzo tutto sommato esiguo.
io farò il corrispondente gratis (senza scrivere cazzate)