Regia: Alex Garland
Interpreti: Kirsten Dunst, Wagner Moura, Stephen McKinley Henderson, Cailee Spaeny, Nick Offerman, Jesse Plemons
Origine: UK, USA, 2024
E’ scoppiata la guerra civile negli USA, sì, nel 2021 a Capitol Hill quando arringati da Trump una folla di manifestanti assaltò il Campidoglio a Washington..
Vedendo questo film di Alex Garland, e pensando a Capitol Hill, forse la realtà ha già superato la finzione.
Siamo in un futuro prossimo e negli Stati Uniti si combatte una guerra civile; non si racconta il perché. All’inizio del film vediamo il Presidente che in tv parla di vittoria e nuova ricostruzione. Il Presidente è un dittatore? È al suo terzo mandato e alcuni stati, Texas e California, si sono ribellati.
Il giornalista Joel, e la fotografa Lee -una bravissima Kirsten Dunst- decidono di andare a Washington a intervistare il Presidente. Ai due si aggregano un anziano giornalista, Sammy, e la giovane fotografa Jessie, per lei Lee è un modello da seguire.
Sarà un viaggio che documenterà la follia e l’orrore , sparatorie, giustizia sommaria, fosse comuni , cecchini e fanatici di varia natura, tutto documentato dai giornalisti e dai fotoreporter.
Ha un taglio documentaristico e sicuramente è un film che, pensando alla storia recente, fa paura. Forse è vero che la violenza è quel filo che lega la storia americana e che potrebbe spezzarsi.
A noi non resta che citare nuovamente il colonnello Walter E. Kurtz: l’orrore!
Ho visto il film ieri.
Molto interessante : scioccante, crudo per l’attualità dei temi trattati. Due cose mi hanno colpito: La prima non ci sono buoni e cattivi…..sono tutti, a vario titolo, dalla parte sbagliata. Se si cerca un eroe ,una buona ragione, la parte giusta….qui non c’è. Vince l’anarchia, dove ognuno persegue i propri obbiettivi/interessi; é Il trionfo dell’individualismo, spinto alle estreme conseguenze. La seconda : Il finale che lascia l’amaro in bocca, per come la nostra società, disumanizzata e degradata, rinuncia alla pietà, in nome di una foto ,di un selfie. Il crepuscolo di una società umana senza speranze.