Va tutto bene, nel mondo liquido tutto è possibile e non ci stupiamo di nulla, tanto meno a Olbia.
Tuttavia, quando abbiamo ricevuto il depliant per i cesti-regalo di Insula, la divisione Agrifood e Marketing Territoriale del Cipnes di Olbia, il consorzio industriale della Gallura, non abbiamo potuto esimerci dal chiederci: ma è questo il marketing territoriale? Si promuovono i cibi sardi aprendo ristoranti che fanno concorrenza ad altri ristoranti sardi? Si promuovono le vendite dei cesti di Natale facendo concorrenza ad altri negozianti? Si fa così il marketing territoriale?
Ma cosa è diventato questo Consorzio che gestisce dalle salsicce ai rifiuti, dal cannonau alle premialità per la raccolta differenziata (a proposito, dove sono finite le premialità? Non le ho trovate nel bilancio)?
Il Cipnes è veramente la carta d’identità di ciò che sta diventando un pezzo di Gallura: tutto e il suo contrario. Il problema non è più il governo della società e dei suoi processi, ma è solo ed esclusivamente la garanzia per pochi di governare i processi. La politica ridotta a potere.
Se questo Consorzio è un pezzo di Stato, come dovrebbe essere e non è, io sono un apolide, uno senza Stato.
Meglio la solitudine da libero che la compagnia e le garanzie da semi-schiavo.
Giai semus torrados a cosa, a bèndere turrone e nughedda po Nadale….
Finalmente una voce autorevole che mette il coltello nella piaga? Olbia, Cipnes, Nizzi asso arraffa tutto.
Pesca a strascico!!!!