Primo: Arbatax
Iniziamo col dire un cosa: il porto di Arbatax, sotto la gestione Solinas, non ha rotte per la penisola. Le ha avute per 52 anni. Adesso non le ha più. Nessuna cortina fumogena sul porto può eliminare questo catastrofico risultato.
Ieri abbiamo promesso di dimostrare carte alla mano che il risultato della classificazione del porto di Arbatax non è merito esclusivo della giunta Solinas, ma che anzi è stato un risultato voluo e preparato dalla Giunta Pigliaru e semmai concluso dalla Giunta Solinas.
A seguire la procedura fu il capo di Gabinetto di Pigliaru, Gianluca Serra. Ecco gli atti:
27 novembre 2017: Pigliaru scrive a Delrio e avvia la procedura;
13 dicembre 2017: il ministro Delrio riscontra positivamente l’istanza di Pigliaru;
27 febbraio 2018: la Giunta Pigliaru delibera la proposta di nuova classificazione del porto di Arbatax;
6 aprile 2018: la Direzione generale del Ministero avvia la modifica del regolamento, necessaria per la modifica di legge
18 febbraio 2019: il capo di Gabinetto della Giunta Pigliaru sollecita la conclusione dell’iter;
12 marzo 2019: il Ministero chiede ulteriore documentazione.
Se poi si va a vedere chi, durante la legislatura, ha sempre sollecitato la Giunta Solinas a svegliarsi dal sonno e ad adoperarsi per il porto di Arbatax, si trovano le mozioni 13 e 477 del Centrosinistra, non certo documenti e iniziative della Lega,d el Psd’az o dei Riformatori o della galassia Oppi-Udc.
Ognuno adesso ha elementi per valutare se sia fondata la vanagloria assessoriale sul povero porto di Arbatax.
Secondo: la scoperta del fallimento di Todde e Solinas sulla continuità territoriale
Oggi sui giornali, a parte l’inchiesta di Mauro Pili che comincia a dire la verità sulla continuità territoriale fallimentare di Solinas, si registrano le reazioni dell’assessore dei Trasporti e del sottosegretario allo Sviluppo economico per la chiusura del collegamento Cagliari-Civitavecchia. Lacrime di coccodrillo di distratti incapaci di cogliere gli interessi nazionali dei sardi e di difenderli contro gli interessi concorrenti della Repubblica italiana. So che questo è un linguaggio che irrita taluni, ma è l’unico aderente alla realtà. Gli interessi nazionali dei sardi sui trasporti confliggono con quelli degli italiani, perché richiedono la definizione di hub, priorità, strategie di attrazione e di destinazione, diverse da quelle italiane.
Noi denunciammo, da soli, mesi fa, la resa di Solinas, la sua colpa grave e personale sul trasporto aereo e indiretta sul trasporto marittimo, moralmente attribuibile comunque a lui per aver scelto un assessore dei trasporti che non può cogliere la dimensione dei problemi. I nostri articoli erano questi e rimangono di stretta attualità:
– 2 giugno 2019 Continuità territoriale: il sacrificio di Olbia
– 6 giugno 2029 Continuità territoriale: la legge non è uguale per tutti. Documenti inediti
– 20 gennaio 2020 Continuità territoriale: bisogna tornare sul luogo del delitto
– 28 gennaio 2020 Continuità territoriale: l’ennesima bugia
– 4 febbraio 2020 Continuità territoriale: figuraccia annunciata. Unire sempre i puntini
– 22 febbraio 2021 La fine della continuità territoriale marittima della Sardegna: drammatica indagine non autorizzata /1
– 28 febbraio 2021 La fine della continuità territoriale della Sardegna: lo scandalo della Olbia – Civitavecchia /2
– 8 marzo 2021 Continuità territoriale marittima: Un corso vale 4 volte un sardo
Olbia sott’acqua
Ieri c’è stato un temporale di mezz’ora a Olbia. Mezz’ora è mezz’ora. Oggi i giornali non scrivono una riga, eppure la città è andata sott’acqua, la città delle chiacchiere elettorali sul rischio idrogeologico, la città che vaneggia di canali scolmatori sotto elezioni e sempre sotto elezioni (vorrò leggere il piano Technital, se di Piano si può parlare, perché da ciò che ho letto restano fuori un po’ di milioni di metri cubi d’acqua e non vorrei che anche Technital si sia dovuta convincere che servono le vasche di laminazione. Leggerò). Intanto Olbia va sott’acqua dopo mezz’ora di pioggia e siccome solo un sito ne ha parlato, oggi pubblico le foto per rompere l’omertà nizzarda. Queste foto e questo video sono il miglior commento a cinque anni di inerzia di Nizzi sull’emergenza idrogeologica. Continuate così: piedi a mollo a ogni pioggia, Nizzi sindaco e il Cipnes a gestire anche i bagni pubblici.
caro Paolo , cosa continuare a dire o a scrivere di fronte a questo sfascio continuo e totale… gli olbiesi hanno votato per Nizzi ?? Tutti gli olbiesi si tengano Nizzi…matematico e democratico…I sardi tutti hanno dato la maggioranza al sergente Garcia-Solinas ed al suo fido caporale Reyes-Todde ?? Tutti i sardi si tengano il maiale grande ed il maialetto più piccolo…e anche qui democrazia e matematica pura… e comunque , vista la assoluta mancanza di qualsiasi forma di moralità o per lo meno decenza dei nostri (s)governanti , vorrei vedere la faccia dei nostri pastori tutti , che si son fatti abbindolare dal padano verde e dalla grancassa del prezzo del latte ad 1 € ( abbindolare = verbo strano molto strano visto il carattere mediamente diffidente del pastorame nostrano ) , soprattutto se decidono di prendere il traghetto per il continente (?!) di lontana e giovanile memoria..o se hanno figli che fanno Erasmus o devono fuggire in aereo per Londra per lavorare come lavapiatti ( per iniziare , solo per iniziare )…mala tempora currunt – sed peiora parantur…saluti..
Da quanto si può capire, oltre allo Stato, contro il quale la politica regionale e la stampa si scagliano puntualmente in campagna elettorale in tema di continuità territoriale e altri temi strategici, esiste un soggetto che nessuno cita mai, ma che risulterebbe determinante: la Commissione Europea e i funzionari delle direzioni competenti (se non ho capito male almeno in materia di concorrenza e trasporti). Contro questo soggetto, che agisce per mano di funzionari che, secondo me, hanno un potere enorme nel condizionare le politiche degli Stati, nessuno (politica e stampa al seguito) apre bocca per interrogarsi sul loro enorme petere discrezionale. Ho la terribile sensazione che in questo turbinio di idee, accuse, difese, proposte progettuali ecc. ecc., che negli anni ci siamo abituati a leggere e ascoltare in materia di continuità territoriale, l’unico decisore finale da cui dipendono le nostre sorti non viene mai biasimato: la Commissione Europea, quel decisore finale, giudice senza potere giudiziario, che condanna gli Stati membri con procedure di infrazione a “babbu mortu”, che hanno l’unico effetto di far fallire le imprese che hanno beneficiato di fondi pubblici decisi da scelte politiche e distribuiti con procedure pubbliche.
In questo perenne, inutile e controproducente scontro tra Regione e Stato, spesso si perde di vista che, alla fine della fiera, il giudice vero e proprio è un’altro; risiede a Bruxelles e, vista la sua lontananza da Roma e da Cagliari, non dimostra sensibilità o tantomeno empatia verso i nostri problemi reali e verso le possibili soluzioni pratiche.
Per contrastare questo enorme potere sovraordinato ci vorrebbe una politica seria, competente, influente, visionaria e compatta, al momento tristemente assente, sia a livello centrale che periferico.
… Ma su chi contat no est chi carchi cosa andhet menzus, est il successo (a “me ne frego” de su chi sutzedit, salvu sas làgrimas de cocodrillu cun totu sas tzerimónias), su chi contat est a non darla vinta agli avversari, VINCERE, solo VINCERE de s’ideologia fascista, avere visibilità, le mani in pasta.
E si est pro andhare logu e zente innoromala… sarà un successo, issos vinceranno sa gherra (de sos leones…), su giogu de sa giungla, s’ideale de sa civiltà issoro animalina.
In cantu a sos Sardos tenimus una ‘maggioranza’ si no de DISTRATTI de zente cun sa conca in su corru mannu de totu sas furcas chentza ischire a it’est pessendhe e, all’occasione, sos campos e campetti de calcio, calcetto e totu sas olimpíades docent: fare tifo, ammammalucados abbaidendhe a bídere chie binchet.