Per comprendere bene il valore del sondaggio che l’Unione Sarda ha commissionato a Datamedia (effettuato il 22 e 23 gennaio) e dei conseguenti risultati pubblicati oggi, si noti che:
il numero dei sardi aventi diritto di voto si aggira sul milione e 400mila, elettore più, elettore meno;
gli intervistati sono stati mille, quindi circa lo 0,07% del corpo elettorale;
per avere le mille risposte i sondaggisti sono stati costretti a chiamare al telefono e sentirsi dire “no grazie” (nel migliore dei casi) da altre 2876 persone;
quindi, non ha voluto rispondere il 74,2% dei contattati;
del 25,8% di chi ha risposto il 30% ha detto di non sapere che si voterà il 16 febbraio e il 22% è indeciso o non intende andare a votare;
siccome il risultato elettorale dipende dai voti validi il sondaggio è fatto su 480 sardi, ovvero il microscopico 0,03% del numero degli aventi diritto di voto.
Tanto valeva commissionare il sondaggio, spendendo molto meno, all’amministratore di un paio di condomini. Ma senza distinzione di quote millesimali. (CG)