Il capogruppo del PSd’Az, l’on. Franco Mula, tre giorni fa ha sferrato un attacco durissimo al precedente governo della Regione. Ha accusato il precedente governo, cioè la Giunta Pigliaru, di un «preoccupante filone di affidamenti esterni, spesso milionari, sui quali stiamo scrupolosamente indagando per poter denunciare pubblicamente sperperi e favoritismi con i quali le carte inchiodano una determinata parte politica che oggi vorrebbe indossare i panni del moralismo e del rigore».
Ha poi affermato: «Ci troverà pronti a smascherare tutte le malefatte compiute in passato, tutti i capitoli di spesa utilizzati per premiare aziende, associazioni e combriccole d’area, tutte le nomine sospette che hanno infarcito l’amministrazione della gravosa presenza di personaggi che hanno interpretato la politica come fonte inestinguibile di lucro, tutte le assunzioni senza concorso di figli a parenti, a beffa dei tanti nostri giovani che studiano e partecipano ai concorsi pubblici».
Una reazione così dura per che cosa? Per un’interrogazione sulle nomine dei Direttori generali di questa Giunta (per inciso, sarebbe interessante che la Giunta in carica, in un impeto di trasparenza, pubblicasse i pareri richiesti al Ministero della Funzione Pubblica)!
È una reazione sproporzionata, ma comunque significativa.
Conosco Franco Mula e quindi so di potergli dire che nella mia gestione assessoriale non vi è una sola delle azioni da lui indicate come pronte ad essere denunciate.
Sono certo di ciò che dico su parenti e incarichi. Semmai sono responsabile di revoche di incarichi.
Dico questo perché in passato ho sbagliato a non agire per le menzogne diffuse a giumelle in nome dello scontro politico. Ho sbagliato, perché le menzogne vanno contrastate subito.
Ciò che trovo però curioso è che io mi sento di dire a Franco Mula che le sue denunce non mi toccano e che le trovo completamente infondate per il mio operato, mentre il centrosinistra tace, impaurito. Perché?
I casi sono due: o ci sono cose che non conosco e sono felice di non conoscere, oppure si è ormai così tragicamente rassegnati alla politica delle minacce gratuite che si attende di restituire il favore con la stessa ferocia.
In un caso e nell’altro, che pena.