Ieri, un gruppo di pastori ha inviato una lettera al ministro alle Politiche agricole Patuanelli con la quale, con garbo e competenza, lo invita a modificare la Pac dell’Italia, inserendo il comparto ovi-caprino negli eco-schemi della Pac.
La dimenticanza dell’eco-schema ovi-caprino è stata la perla della gestione dell’Agricoltura dell’attuale assessore Murgia, sotto il cui mandato per ben tre volte la Regione Sardegna non ha partecipato alle riunioni decisive per definire la Pac. I pastori stanno comprendendo che ottengono di più valendosi di buoni consulenti e sedendosi nei tavoli che contano con competenza, che non buttando il latte per strada, o peggio, nelle cabine dei camion di altri sardi.
Questo il testo della lettera, che è anche un piccolo bignami che l’assessore dovrebbe studiare se è vero, come si dice, che nonostante i suoi acclarati insuccessi, nel rimpasto stantio di Solinas verrà confermata, con giubilo della Coldiretti per normale apprezzamento della piazza malguidata più degli assessori debolucci che di quelli competenti.
Questo il video dell’intervento dell’assessore al Turismo alla Bit. Non c’è bisogno di commenti. È un intervento tutto meritato dai grandi albergatori che hanno votato Solinas. Questo è il risultato. Ci meditino sopra.
Continuiamo a promuovere la sagra della salsiccia, mentre il resto del mondo cambia e si evolve. Dovremmo respirare a pieni polmoni un’aria di innovazione, di scambio, di futuro e di consapevolezza, almeno Europea, per non dire Mondiale e invece continuiamo a ripeterci nella storia più triste, purtroppo, degli ultimi anni. Mi sono sempre chiesto perchè le varie realtà Locali non abbiano mai pensato di fare promozione e sviluppo del territorio, e, invece, prediligano richiedere fondi per la sagra della salsiccia ma, è evidente che l’obiettivo di ambire a qualcosa di più è troppo stancante e impegnativo. Esistono opportunità che vanno colte solo con impegno e voglia di cambiamento, ma servono guide con una certa visione e per quanto io ami profondamente le tradizioni della mia terra, non basta un balletto in costume tradizionale per cambiare le cose. Arriverà un giorno per tutto, anche per fare i conti con la poca voglia di evolversi, o forse è questo il tempo.
Lampu!… si cherent èssere “orgogliosi della Sardegna” sos Italianos!… Parola di assessore al turismo ca… «la Sardegna è un’isola tutta italiana»! S’Itàlia nos dadu, comintzendhe de sos fundhamentos, sas rocas de granitu de sa Cadhura, sa rocas de carcàriu de Ulíana, su Gennargentu, fintzas sos grodhes margianes, sos ainedhos de s’Asinara (e àteros ainedhos), sos cadhitos de Sa Giara e pro la sighire in zoologia sos carrammerdas (àlias, carrabbusos) e, cambiendhe zenia, sos mamutones (e mamutzones de apicare in sas àrbures a issuliare puzones), si chircamus su matedu, de seguru fintzas sa modhitzi, cioè sa chessa pro fàghere su listínchinu e cun custu s’ollestinci. E bastat fintzas goi tantu «la Sardegna è un’isola tutta italiana».
magari nella lettera dei pastori si poteva evitare il refuso della doppia T di patuanelli, a meno che non si volesse dare un’ulteriore certificazione di genuinità della provenienza, visto che noi sardi la T la pronunciamo solo così.
il video dell’assessore al turismo è veramente un compendio di salace autoironia, anche se devo dire che dal trio Aldo Giovanni e Giacomo ho visto degli sketch più divertenti
Ma basta farsi fotografare al Vinitaly con i Giganti di Mont’e Prama, che l’insipienza svanisce e si passa pure per sagaci.