Categoria: Società
Il mese dei martiri dimenticati
Tradotta in sardo “Fratelli tutti”
È un pensiero non capito in Italia perché maturato nelle periferie del mondo, ma molto comprensibile in Sardegna, terra centrale nella storia del Mediterraneo ma periferizzata da disegni politici contrari ai suoi interessi.
La traduzione è preceduta da una presentazione di mons. Corrado Melis, vescovo di Ozieri. Mi sembra un buon auspicio per sperare che i vertici della chiesa sarda leggano, capiscano e divulghino il pensiero del papa. A oggi mi sembrano sufficientemente presi da altre faccende.
Un nuovo virus, senza vaccino
C’è un nuovo virus in giro, per il quale non c’è vaccino.
È un virus antico, una sorta di virus del paleolitico, che ha resistito latente per millenni, ma che fece la sua prima comparsa in Grecia.
Ieri ha colpito duramente il ceto politico sardo e italiano, in occasione della morte di Franco Battiato. Tutti a cercare la frase più giusta per acchiappare like e consensi sui meriti altrui. Il virus ha colpito (…)
L’assistente digitale di Poste Italiane ha un problema con la geografia
Caro Paolo,
avendo la necessità del servizio SPID, mi sono collegato col sito delle Poste e ho seguito alla lettera le loro indicazioni. Ovviamente so benissimo come fare utilizzando l’app delle Poste, ma mi sono voluto comportare come la stragrande maggioranza delle persone che hanno una certa età e non hanno dimestichezza con l’informatica. Volevo capire fino a che punto di incompetenza e direi violenza burocratica si può arrivare. Ti mando, al solo scopo di farti fare due risate, lo scambio di messaggi con le Poste Italiane (…)
Salvini e Gesù
Con Gesù, però, ci vuole un po’ di coraggio ad essere disinvolti. Sarà che personalmente sono figlio di quell’educazione che insegnava non solo ad amare Dio, ma anche a temerlo (parte che io trovo oscura della mia fede), tuttavia penso, e mi perdonerà, che Salvini non sappia bene con chi ha a che fare. Gesù ha sempre detto di non essere di questo mondo; ha sempre indicato il potere come una manifestazione di questo mondo a lui estranea; ha sempre condannato chi usa Dio per governare questo mondo, chi vuole usarlo per il dominio degli altri o per la propria soddisfazione (…)
Ho perso un grande amico, ne ho ritrovato un altro
Si può essere amici a distanza, senza conoscersi? Sì.
Ecco, questo era il legame che mi univa al grande Gigi Proietti (…)
Stamane, però, ho ritrovato anche, sulle pagine dell’Unione Sarda un vecchio amico, il mio vecchio Rettore, Pasquale Mistretta, l’ultima interpretazione rinascimentale della funzione rettorale (dopo di lui arrivò un rettore illuminista (…)
Forza belve italiche, sbranate gli slip dell’avvocato Iai per paura del suo cervello
L’avvocato Iai è un grande uomo di legge, ma è anche uno sportivo, un salutista e un culturista (ostilissimo agli anabolizzanti).
Già questo suo equilibrio tra corpo e mente rappresenta un problema. Gli avvocati bravi nell’immaginario invidioso italico devono essere un po’ curvi e spanciati, meglio se imbolsiti, lordopatici, grigi di sguardo e di pelle, veloci di intrigo e di agguato (…)
Correre e imbattersi in un bullo. Violenza quotidiana di parola, di strada, di Stato
Avantieri ho incrociato un ragazzotto seduto su una panchina con una ragazza. Mentre gli passo accanto a tre metri di distanza, mi apostrofa: “Molto da guardare hai?”.
Sul momento non gli rispondo perché soprapensiero, ma lui insiste, perché l’indifferenza ferisce i prepotenti: “Hai capito? Cosa hai da guardare?”.
Realizzo. Capisco di avere di fronte un esponente della nuova razza selvaggia, griffata, violenta, convinta che il proprio destino sia picchiare e così farsi valere.
Mi fermo.
Lo guardo.
Non so come l’ho guardato, ma so che cosa ho pensato.
Ho risposto: “Non stavo guardando nessuno, perché non c’è nessuno. Tu vedi qualcuno?”
Ci pensa.
Non si alza. Guarda davanti a sé, smarrito. (…)
Il diritto di ammazzarsi
(…) Tuttavia, detto tutto questo, io non sono per niente certo che un uomo non abbia la libertà e il diritto di considerare se le condizioni in cui vive siano ancora mediamente sostenibili e di decidere se porvi fine. Ovviamente, a questo punto, uno zelante catechista mi direbbe che è nel dolore che occorre avere fede e che la fede ha anche guarito tante persone. Giustissimo, ma è ancora da capire perché la porta della fede sia così stretta, perché per alcuni funzioni e per altri no e perché si debba tutti passare per quei momenti di disperazione per i quali è passato anche Gesù. Per quale motivo il tritacarne del mondo sia sempre in funzione e tutti ci si debba entrare, volenti o nolenti, è questione che si può spiegare solo dichiarandola irrisolvibile e gridando al cielo che è una solennissima porcata divina. Non accetto il ragionamento della volontà imperscrutabile di dio, delle sue predilezioni, del suo favore concesso a taluni e non ad altri, perché questo non sarebbe un dio ma un tiranno bizzoso (…)