Saper pensare in grande
di Paolo Maninchedda
Il problema è emanciparsi dalle consuetudini di pensiero italiane; bisogna smetterla di adagiarsi sui luoghi comuni di una politica e di una cultura ormai sterili, ammuffite, le cui parole d’ordine non hanno presa su nessuno. Oggi l’Italia che non produce, che ha metà del suo territorio senza acquedotti e fogne, che ha un sistema scolastico fatiscente, che combatte la corruzione con la schedatura dei suoi cittadini, che incentiva la maldicenza e l’insinuazione depenalizzando la diffamazione, che accetta che ci siano consiglieri comunali che firmano contratti in cui si impegnano ad obbedire non all’elettorato che li ha eletti ma al presidente di un’associazione, che obbliga i presidi delle scuole a pubblicare il proprio patrimonio on line ma lascia zone franche di segretezza nell’alta dirigenza di alcune istituzioni, questa Italia oggi parla del Mattarellum, del nuovo Ulivo, della psoriasi elettorale dei parlamentari esattamente come se ne parlava vent’anni fa, uno strazio.
Oggi il problema è capire il pluralismo, rendere efficiente la differenza, la pluralità dei poteri, le libertà.
Occorre insegnare che non esiste libertà senza coraggio.