Si può fare politica e non odiare
di Paolo Maninchedda
Ieri sera, verso le 20, mi hanno chiamato dalla redazione della Nuova Sardegna per chiedermi se intendevo replicare alla lettera aperta di Claudia Zuncheddu che oggi L’Unione pubblica integralmente. Ho risposto che non conoscevo il testo e che quindi non potevo replicare. Me lo hanno inviato. Ho risposto come segue, ma non prima di aver notato un fatto. Dopo le dimissioni ho registrato un moto di simpatia da parte della gente che mi ha fatto compagnia. Mi sembra però che dia fastidio a una parte del ceto politico. Quando accadono queste cose, quando succede che i sentimenti diano fastidio, allora significa che c’è qualcosa di profondo che non va. L’Unione, dal canto suo, oggi pubblica il testo della Zuncheddu come apertura di un dibattito nel mondo indipendentista a partire dalle mie dimissioni. Il mio testo non era un’apertura di dibattito e non aveva come contenuto solo il mio modo di vedere la costruzione dell’indipendenza della Sardegna. Inoltre né io né il mio partito abbiamo mai voluto parlare solo col mondo indipendentista, ma con tutti i sardi. Pensiamo che parlare solo tra indipendentisti sia un grave errore politico. Ma se si ritiene di aprire un dibattito con una lettera che per l’80% del suo testo persegue lo scopo di dileggiare un’altra persona, allora si raggiunge un altro risultato: si fraintende la politica. Pazienza, si supererà anche questa. Questo il mio testo, che trovate sulla Nuova.(CONTINUA)