Categoria: Politica
La democrazia digitale diretta: fine della segretezza del voto
Il 21 dicembre il Garante della Privacy ha emesso questo provvedimento relativo ai siti del Movimento 5 Stelle. Precisato che il provvedimento parte dalla violazione da parte di hacker dei siti del Movimento e quindi si muove per tutelare i dati delle persone che avevano aderito alla piattaforma del Movimento, ciò che a noi più interessa è che l’indagine ha rivelato un fatto che anche intuitivamente poteva essere comunque già immaginato: la conoscenza da parte del gestore delle opzioni di voto degli iscritti espresse durante le consultazioni promosse in rete. Questo il testo della parte rilevante della sentenza: (CONTINUA)
L’eredità delle fratture
I partiti sardi, vuoi indipendentisti, vuoi autonomisti, vuoi federalisti o regionalisti, possono comunque partecipare alle elezioni, ma con una sola certezza: aumentare le possibilità di sconfitta degli altri partiti che, per quanto italiani nel nome, sono pur sempre fatti di Sardi in Sardegna. (…) E dunque accadrà che qualche partito italiano ma fatto da Sardi, risultato vincitore, riterrà di esserlo a prescindere e contro i partiti sardi e qualche altro partito italiano, sempre fatto di Sardi, uscito sconfitto, addebiterà alla mancata alleanza dei partiti sardi la propria sconfitta.
Il risultato politico più probabile dunque per la Sardegna sarà l’approfondirsi delle divisioni tra i Sardi, mentre il dato più inatteso per l’Italia è proprio l’unità della Sardegna. (CONTINUA)
La difficile stagione delle decisioni
Dopodomani il Direttivo nazionale del Partito dei Sardi dovrà cominciare a prendere una serie di decisioni che non riguarderanno solo le elezioni politiche italiane, ma più in generale il modo di tenere vivi gli ideali, difendere la Sardegna, guardare sempre allo sviluppo e alla giustizia.
Non sarà semplice. (CONTINUA)
Il nostro 2018
I nostri auguri per il 2018 sono i nostri impegni per la Sardegna.
Noi ci impegniamo a non sprecare il tempo del nostro impegno politico.
Noi ci impegniamo a ottenere sempre il possibile per raggiungere il giusto.
Noi ci impegniamo a unire i Sardi, a non usare mai né una linguaggio né una teoria che li divida.
Noi ci impegniamo a togliere dai cuori la paura dell’indipendenza della Sardegna. (…) Noi ci impegniamo reciprocamente alla fedeltà dei nostri cuori, delle nostre menti e del nostro impegno.(CONTINUA)
Due parole a Gentiloni
Se il Governo italiano è nel pieno dei suoi poteri c’è una cosa da fare subito. Dall’estate 2015 il Governo italiano è in possesso del report, elaborato dalla Giunta sulla base degli studi del Crenos, sui costi dell’insularità e sulla possibilità di aprire una procedura in sede UE per l’attuazione dell’art. 174 del Trattato e giungere a determinare condizioni fiscali, finanziarie e logistico-infrastrutturali tali da colmare l’aggravio di costi derivante dall’insularità. (…)
Lo abbiamo detto e ripetuto al PD: vogliamo un fatto dal Governo italiano, non un auspicio.
Paolo il freddo, nel pieno delle sue funzioni, dimostri di funzionare.
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Dove vota chi ha una coscienza?
Diceva il dottor Schweitzer che la coscienza tranquilla è un’invenzione del diavolo.
Noi non abbiamo la coscienza tranquilla in vista delle prossime elezioni politiche italiane. Ci pare che la Sardegna, i suoi diritti, i suoi bisogni e le sue attese siano assolutamente messi in un angolo.
Ci sembra che ci competa il dovere di offrire un luogo dove votare a chi non si rassegna ad essere obbligato a votare per confermare uno stato delle cose già definito (CONTINUA)
Ci interessa sapere e saper fare
Per essere liberi e indipendenti bisogna essere istruiti e abili, bisogna sapere e saper fare.
C’è un problema molto serio di informazione in Sardegna e lo sappiamo. Gli organi di informazione raccontano più i comunicati stampa che i fatti. Anzi, per meglio dire, non cercano più i fatti. (…) Ma al di là di questo, il vero problema è che sta riemergendo il vecchio, fallimentare e già sperimentato modello di sviluppo; miniere, fabbriche inquinanti, caserme (come non ricordare la lunare intervista del ministro Pinotti che indicava come misura di concorso allo sviluppo dell’Isola il popolamento della Caserma di Pratosardo), assistenza. Noi siamo da un’altra parte.
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Catalogna e Sardegna: indipendenza, governo e libertà
Sono state elezioni di polizia, questa è la verità. Aleggiava il sospetto che l’idea dell’autodeterminazione catalana fosse un’idea illegale. Aleggiava il sospetto che dichiararsi per l’indipendenza potesse significare essere indagati e inquisiti. (…) Questo successo catalano rafforza il nostro percorso politico, deciso dal Congresso. Noi continuiamo a costruire la Convergenza Nazionale Sarda, una proposta di governo per la Sardegna guidata da noi e aperta a chi concorra e sottoscriva un programma impegnativo e innovativo per la Sardegna. Ci saremo e vinceremo.
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Il bavaglio in sanità
Ogni volta che si prova a organizzare un convegno sulla grave crisi dei servizi che si registra nel sistema sanitario sardo, oppure sullo spostamento di fatto del debito delle Asl sui fornitori (le fatture ormai vengono pagate oltre i sei mesi e già vi è chi, per esempio a Cagliari, ha fatto scrivere dai propri legali all’Azienda), si registra un grande imbarazzo da parte dei dipendenti delle Asl sarde a partecipare come relatori, che siano o no figure apicali. Motivo? Temono sanzioni o addirittura il licenziamento da parte dei Direttori generali delle Asl.
Il problema è reale e non riguarda solo le Asl, riguarda tutti i dipendenti pubblici e i dipendenti regionali, ma chissà perché nelle Asl è vissuto in modo più drammatico, forse perché più alto è il livello di tensione e di dissenso.
(CONTINUA)