Oristano: nuovi progetti contro vecchi nomi e vecchie abitudini
di Augusto Cherchi
I giornali a Oristano non distribuiscono informazione, ma sussurri di corridoio e facili giudizi da bar; non di quelli innocui, però, piuttosto di quelli inoculati direttamente nelle vene degli elettori, quelli costruiti da una parte politica contro l’altra e veicolati come giudizi terzi e imparziali. Si parla di noi ma non c’è un giornalista che chiami noi direttamente per sapere che cosa pensiamo. Io capisco che ci si tema perché stiamo facendo una lista tutta di persone per bene, nuove, attive, pacifiche. Capisco che si voglia un po’ sporcare la nostra immagine, ma noi ci togliamo di dosso la fuliggine che gli altri ci sparano contro e andiamo avanti. Mai siamo stati e saremo fermati dalle maldicenze o dall’ignoranza politica.
(…) Se si vuole che Oristano vada a elezioni con lo schema italiano classico, Centrodestra, contro Centrosinistra, contro Cinquestelle e contro Martinez, ci si chieda quale Oristano si immagina di costruire dopo, su quali presupposti, per quali orizzonti di sviluppo, di lavoro e di educazione. Io non so se ci si renda conto di quanto la gente sia satura di cose già viste, di piccole battaglie inutili, di beghe personali, di odi inestinguibili, di veti incomprensibili, tutti giocati sulla pelle di una città che ha bisogno di girare pagina, di sciogliere i vecchi eserciti e di fondare un’età operosa e non fondata sugli scontri di un passato ormai sterile.